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Felice Romani
L'elisir d'amore

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  • ATTO PRIMO
    • Scena ottava. Adina, Nemorino
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Scena ottava. Adina, Nemorino

 

Adina
(Chi è quel matto?
Traveggo, o è Nemorino?
Così allegro! E perché?)

Nemorino
Diamine! È dessa...
(si alza per correre a lei, ma si arresta e siede di nuovo)
(Ma no... non ci appressiam. De' miei sospiri
non si stanchi per or. Tant'è... domani
adorar mi dovrà quel cor spietato.)

Adina
(Non mi guarda neppur! Com'è cambiato!)

Nemorino
La ra, la ra, la lera!
La ra, la ra, la ra.

Adina
(Non so se è finta o vera
la sua giocondità.)

Nemorino
(Finora amor non sente.)

Adina
(Vuol far l'indifferente.)

Nemorino
(Esulti pur la barbara
per poco alle mie pene:
domani avranno termine,
domani mi amerà.)

Adina
(Spezzar vorria lo stolido,
gettar le sue catene,
ma gravi più del solito
pesar le sentirà.)

Nemorino
La ra, la ra...

Adina
(avvicinandosi a lui)
Bravissimo!
La lezion ti giova.

Nemorino
È ver: la metto in opera
così per una prova.

Adina
Dunque, il soffrir primiero?

Nemorino
Dimenticarlo io spero.

Adina
Dunque, l'antico foco?...

Nemorino
Si estinguerà fra poco.
Ancora un giorno solo,
e il core guarirà.

Adina
Davver? Me ne consolo...
Ma pure... si vedrà.

Nemorino
(Esulti pur la barbara
per poco alle mie pene:
domani avranno termine
domani mi amerà.)

Adina
(Spezzar vorria lo stolido
gettar le sue catene,
ma gravi più del solito
pesar le sentirà.)




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