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Felice Romani
L'elisir d'amore

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  • ATTO PRIMO
    • Scena decima. Suono di tamburo: esce Giannetta colle contadine, indi accorrono i soldati di Belcore
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Scena decima. Suono di tamburo: esce Giannetta colle contadine, indi accorrono i soldati di Belcore

 

Giannetta
Signor sergente, signor sergente,
di voi richiede la vostra gente.

Belcore
Son qua! Che è stato? Perché tal fretta?

Soldato
Son due minuti che una staffetta
non so qual ordine per voi recò.

Belcore
(leggendo)
Il capitano... Ah! Ah! va bene.
Su, camerati: partir conviene.

Cori
Partire!.. E quando?

Belcore
Doman mattina.

Cori
O ciel, sì presto!

Nemorino
(Afflitta è Adina.)

Belcore
Espresso è l'ordine, che dir non so.

Cori
Maledettissima combinazione!
Cambiarspesso di guarnigione!
Dover le/gli amanti abbandonar!

Belcore
Espresso è l'ordine, non so che far.
(ad Adina)
Carina, udisti? Domani addio!
Almen ricordati dell'amor mio.

Nemorino
(Si sì, domani ne udrai la nova.)

Adina
Di mia costanza ti darò prova:
la mia promessa rammenterò.

Nemorino
(Si sì, domani te lo dirò.)

Belcore
Se a mantenerla tu sei disposta,
ché non anticipi? Che mai ti costa?
Fin da quest'oggi non puoi sposarmi?

Nemorino
(Fin da quest'oggi!)

Adina
(osservando Nemorino)
(Si turba, parmi.)
Ebben; quest'oggi...

Nemorino
Quest'oggi! di', Adina!
Quest'oggi, dici?...

Adina
E perché no?...

Nemorino
Aspetta almeno fin domattina.

Belcore
E tu che c'entri? Vediamo un po'.

Nemorino
Adina, credimi, te ne scongiuro...
Non puoi sposarlo... te ne assicuro...
Aspetta ancora... un giorno appena...
un breve giorno... io so perché.
Domani, o cara, ne avresti pena;
te ne dorresti al par di me.

Belcore
Il ciel ringrazia, o babbuino,
ché matto, o preso tu sei dal vino.
Ti avrei strozzato, ridotto in brani
se in questo istante tu fossi in te.
In fin ch'io tengo a fren le mani,
va via, buffone, ti ascondi a me.

Adina
Lo compatite, egli è un ragazzo:
un malaccorto, un mezzo pazzo:
si è fitto in capo ch'io debba amarlo,
perch'ei delira d'amor per me.
(Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo,
vo' che pentito mi cada al piè.)

Giannetta
Vedete un poco quel semplicione!

Cori
Ha pur la strana presunzione:
ei pensa farla ad un sergente,
a un uom di mondo, cui par non è.
Oh! sì, per Bacco, è veramente
la bella Adina boccon per te!

Adina
(con risoluzione)
Andiamo, Belcore,
si avverta il notaro.

Nemorino
(smanioso)
Dottore! Dottore...
Soccorso! riparo!

Giannetta e Cori
È matto davvero.
(Me l'hai da pagar.)
A lieto convito,
amici, v'invito.

Belcore
Giannetta, ragazze,
vi aspetto a ballar.

Giannetta e Cori
Un ballo! Un banchetto!
Chi può ricusar?

Adina, Belcore, Giannetta e Cori
Fra lieti concenti gioconda brigata,
vogliamo contenti passar la giornata:
presente alla festa amore verrà.
(Ei perde la testa:
da rider mi fa.)

Nemorino
Mi sprezza il sergente, mi burla l'ingrata,
zimbello alla gente mi fa la spietata.
L'oppresso mio core più speme non ha.
Dottore! Dottore!
Soccorso! Pietà.

Adina la mano a Belcore e si avvia con esso. Raddoppiano le smanie di Nemorino; gli astanti lo dileggiano.

 

 




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