Ernesto
Eccomi.
Malatesta
A voi
accorda Don Pasquale
la mano di Norina, e un annuo assegno
di quattromila scudi.
Ernesto
Ah! caro zio!
E fia ver?
Malatesta
(a Don Pasquale)
(D'esitar non è più tempo,
dite di sì.)
Norina
M'oppongo.
Don Pasquale
Ed io consento.
(ad Ernesto)
Corri a prender Norina,
e d'unirvi io m'impegno in sul momento,
Malatesta
Senz'andar lungi la sposa è presta,
Don Pasquale
Come? Spiegatevi...
Malatesta
Norina è questa.
Don Pasquale
Quella?... Norina?... Che tradimento!
Dunque Sofronia?...
Malatesta
Dura in convento.
Don Pasquale
E il matrimonio?...
Malatesta
Fu un mio pensiero
stringervi in nodi di nullo effetto,
il modo a torvi di farne un vero.
È chiaro il resto del romanzetto.
Don Pasquale
Ah bricconissimi... (Vero non parmi!
Ciel ti ringrazio!) Così ingannarmi!
Meritereste...
Norina
Via siate buono.
Ernesto
Deh! zio, movetevi!
(inginocchiandosi)
Norina
Grazia, perdono!
Don Pasquale
Tutto dimentico, siate felici;
Com'io v'unisco, v'unisca il ciel!
Norina
La moral di tutto questo
è assai facil trovar.
Ve la dico presto presto
se vi piace d'ascoltar.
Ben è scemo di cervello
chi s'ammoglia in vecchia età;
va a cercar col campanello
noie e doglie in quantità.
Don Pasquale
La morale è molto bella
applicarla a me si sta.
Sei pur fina, o bricconcella,
m'hai servito come va.
Malatesta ed Ernesto
La morale è molto bella,
Don Pasqual l'applicherà.
Quella cara bricconcella
lunga più di noi la sa.