Scena quinta. Ernesto, Don Pasquale,
Malatesta, Norina, Notaro
Ernesto
(a Don Pasquale con vivacità)
Pria di partir, signore,
vengo per dirvi, addio,
e come un malfattore
mi vien conteso entrar!
Don Pasquale
(ad Ernesto)
S'era in faccende: giunto
però voi siete in punto.
A fare il matrimonio
mancava un testimonio.
(volgendosi a Norina)
Or venga la sposina!
Ernesto
(vedendo Norina, nel massimo stupore)
(Che vedo? Oh ciel! Norina!
Mi sembra di sognar!)
(esplodendo)
Malatesta
(Per carità, sta' zitto,
ci vuoi precipitar.)
(di soppiatto a Ernesto)
Don Pasquale
(ad alta voce)
La sposa è quella.
Ernesto
(Ma questo non può star.)
Malatesta
(prende Ernesto in disparte)
(Figliuol, non mi far scene,
è tutto per tuo bene.
Se vuoi Norina perdere
non hai che a seguitar.
(Ernesto vorrebbe parlare)
Seconda la commedia,
sta cheto e lascia far.)
Norina
(Adesso, veramente,
mi viene da tremar.)
Malatesta
Questo contratto adunque
si vada ad ultimar.
Il dottore conduce a sottoscrivere prima Norina poi Ernesto; quest'ultimo
metà per amore, metà per forza.
Notaro
(riunendo le mani degli sposi)
Siete marito e moglie.
Don Pasquale
(Mi sento a liquefar.)
Norina e Malatesta
(Va il bello a incominciar.)
(appena segnato il contratto, Norina prende un contegno naturale, ardito
senza imprudenza e pieno di disinvoltura)
Don Pasquale
(facendo l'atto di volerla abbracciare)
Carina !
Norina
(respingendo con dolcezza)
Adagio un poco.
Calmate quel gran foco.
Si chiede pria licenza.
Don Pasquale
Me l'accordate?
Norina
No.
(qui il notaro si ritira inosservato; Don Pasquale
rimane mortificatissimo)
Ernesto
Ah! Ah!
(ridendo)
Don Pasquale
(con collera) Che c'è da ridere,
impertinente?
Partite subito, immantinente,
via, fuor di casa...
Norina
(con disprezzo) Ohibò!
Modi villani e rustici
che tollerar non so.
(ad Ernesto)
Restate .
(a Don Pasquale)
Altre maniere
apprender vi farò.
Don Pasquale
(costernato)
Dottore !
Malatesta
(imitandoli)
Don Pasquale!
Don Pasquale
E un'altra!
Malatesta
Son di sale!
Don Pasquale
Che dir vorrai!
Malatesta
Calmatevi,
sentire mi farò.
Ernesto e Norina
(In fede mia dal ridere
frenarmi più non so.)
Norina
(a Don Pasquale)
Un uom qual voi decrepito,
qual voi pesante e grasso,
condur non può una giovane
decentemente a spasso.
Bisogno ho d'un bracciere.
(accennando Ernesto)
Sarà mio cavaliere.
Don Pasquale
(con vivacità)
Oh! questo poi, scusatemi,
oh, questo non può star.
Norina
(freddamente)
Non può star! Perché?
Don Pasquale
(risoluto)
Perché nol voglio.
Norina
(con ischerno)
Non lo volete?
Don Pasquale
(come sopra)
No.
Norina
(facendosi presso a Don Pasquale, con dolcezza affettata)
Idolo mio, vi supplico
scordar questa parola.
Voglio, per vostra regola,
(con enfasi crescente)
voglio, lo dico io sola;
tutti obbedir qui devono,
io sola ho a comandar.
Don Pasquale
Dottore...
Malatesta
(Ecco il momento critico.)
Ernesto
(Vediamo che sa far.)
Don Pasquale
Ma... ma...
Norina
Non voglio repliche.
Don Pasquale
(accennando Ernesto)
Costui... Non può.
Norina
(instizzita)
Che ma?... Taci, buffone.
Don Pasquale
Io? Voi!
Malatesta ed Ernesto
(Vediamo che sa far.)
Norina
Provato ho a prenderti
finora colle buone.
(facendoglisi presso con minaccia espressiva)
Saprò, se tu mi stuzzichi,
le mani adoperar.
(Don Pasquale dà indietro atterrito)
Don Pasquale
(da se) Ah!
(Sogno?... Veglio?... Cos'è stato?
Calci?... Schiaffi?... Brava! Bene!
Buon per me che m'ha avvisato.
Or vedrem che cosa viene!
Bada bene, don Pasquale,
è una donna a far tremar!)
Malatesta
(È rimasto là impietrato
sembra un uom cui manca il fiato.)
Norina ed Ernesto
(Vegli, o sogni, non sa bene
non ha sangue nelle vene.)
Malatesta
(a Don Pasquale)
Fate core, don Pasquale,
non vi state a sgomentar.
Norina
(Or l'amico, manco male,
si potrà capacitar.)
Ernesto
(Or l'intrico, manco male,
incomincio a decifrar.)
Norina va al tavolo, prende il campanello, e suona con violenza. Entra un
servo.
Norina
(al servo)
Riunita immantinente
la servitù qui voglio.
Servo esce.
Don Pasquale
(Che vuol dalla mia gente?)
Malatesta
(Or nasce un altro imbroglio.)
Entrando due servi e un maggiordomo.
Norina
(ridendo)
Tre in tutto! Va benissimo,
c'è poco da contar.
A voi.
(al maggiordomo)
Da quanto sembrami
voi siete il maggiordomo.
Maggiordomo s'inchina.
Subito vi comincio
la paga a raddoppiar.
Maggiordomo si confonde in inchini.
Ora attendete agli ordini,
(al maggiordomo)
che mi dispongo a dar.
Di servitù novella
pensate a provvedermi;
sia gente fresca e bella,
tale da farci onor.
Don Pasquale
(a Norina con rabbia)
Poi quando avrà finito...
Norina
Non ho finito ancor.
(al maggiordomo)
Di legni un paio sia
domani in scuderia;
quanto ai cavalli poi,
lascio la scelta a voi.
Don Pasquale
Poi, quando avrà finito...
Norina
Non ho finito ancor.
Don Pasquale
Bene.
Malatesta
Meglio.
Norina
La casa è mal disposta.
Don Pasquale
La casa?
Norina
La vo' rifar di posta;
sono anticaglie i mobili,
si denno rinnovar.
Vi son mill'altre
cose
urgenti, imperiose,
un parrucchier da scegliere,
un sarto, un gioielliere.
Don Pasquale
(con rabbla concentrata)
Avete mai finito?
Malatesta
(a Ernesto)
Vedi... senti... meglio...
che te ne par?
Don Pasquale
Ancora... Ebben... Che?...
Se... Io... Voi...
(con rabbia concentrata)
Avete ancor finito?
Norina
Fate le cose in regola,
non ci facciam burlar.
Malatesta ed Ernesto
(Comincia a lampeggiar.)
Don Pasquale
Ma dico... (Sto quasi per schiattar...)
(i servi partono)
Chi paga?
Norina
Oh bella! Voi.
Don Pasquale
A dirla qui fra noi
non pago mica.
Norina
No?
Don Pasquale
(riscaldato)
Sono o non son padrone?
Norina
(con disprezzo)
Mi fate compassione.
(con forza)
Padrone ov'io comando?
Malatesta
(interponendosi a Norina)
Sorella...
Norina
(a Don Pasquale con furia crescente)
Or or vi mando...
Ernesto
(Bene! Meglio!)
Norina
Siete un villano, un tanghero.
Don Pasquale
(con dispetto)
È vero, v'ho sposato.
Norina
(come sopra)
Un pazzo temerario...
Malatesta
(a Don Pasquale che sbuffa)
Per carità, cognato!
(interrompendo)
Norina
Che presto alla ragione
rimettere saprò.
Don Pasquale è fuori di sé, vorrebbe e non può
parlare, la bile lo affoga.
Don Pasquale
Io? Voi sola siete pazza!
Io sono qui il padrone...
Io... se... ma...
Son tradito, calpestato,
mille furie ho dentro al petto,
quest'inferno anticipato
non lo voglio sopportar.
Norina
(piano ad Ernesto)
Or t'avvedi, core ingrato,
che fu ingiusto il tuo sospetto.
Solo amor m'ha consigliato
(accennando Don Pasquale)
questa parte a recitar.
Don Pasquale, poveretto!
È vicino ad affogar.
Ernesto
(a Norina)
Sono, o cara, sincerato,
momentaneo fu il sospetto.
Solo amor t'ha consigliato
(accennando Don Pasquale)
questa parte a recitar.
Don Pasquale, poveretto!
È vicino ad affogar.
Malatesta
(a Don Pasquale)
Siete un poco riscaldato,
mio cognato, andate a letto.
Son stordito, son sdegnato,
l'ha costei con me da far.
(a Ernesto)
Attenzione, che il poveretto
non vi vegga amoreggiar.
Don Pasquale
(a Norina, ironico)
La casa è mal disposta,
son anticaglie i mobili...
Un pranzo cinquanta,
un sarto, un gioielliere...
Norina
(con dispetto)
Sì.
Ernesto e Malatesta ridono.
Don Pasquale
(sbuffando)
Son tradito, beffeggiato,
mille furie ho dentro il petto,
dalla rabbia, dal dispetto,
son vicino a soffocar.
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