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Giovanni Ruffini
Don Pasquale

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  • ATTO TERZO
    • Scena sesta. Ernesto e Coro di dentro
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Scena sesta. Ernesto e Coro di dentro

 

Ernesto
Com'è gentil la notte a mezzo april!
È azzurro il ciel, la luna è senza vel:
tutto è languor, pace, mistero, amor,
ben mio, perché ancor non vieni a me?
Formano l'aure
d'amore accenti,
del rio nel murmure
sospiri senti;
il tuo fedel si strugge di desir;
Nina crudel, mi vuoi veder morir!
Poi quando sarò morto, piangerai,
ma ritornarmi in vita non potrai.

Coro
(di dentro)
Poi quando sarà morto, piangerai,
ma ritornarlo in vita non potrai.

Norina esce con precauzione dalla parte del belvedere, e va ad aprire a Ernesto, che si mostra dietro il cancello. Ernesto è avvolto in un mantello che lascierà cadere.

Ernesto e Norina
Tornami a dir che m'ami,
dimmi che mia/mio tu sei;
quando tuo ben mi chiami
la vita addoppi in me.

La voce tua sì cara
rinfranca il core oppresso:
sicuro/sicura a te dappresso,
tremo lontan da te.

Si vedono Don Pasquale e Malatesta muniti di lanterne cieche entrar pian piano nel cancello, si perdono dietro agli alberi per ricomparire a suo tempo. Mentre Don Pasquale e Malatesta ricompariscono, Ernesto riprende il mantello e si scosta alquanto nella direzione della casa di Don Pasquale.

Don Pasquale
Eccoli; attenti ben...

Malatesta
Mi raccomando...




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