PARTE TERZA - LA MORTE
entrambi avanzandosi a stento, come
persone travagliate da lunge viaggio.
IN FONDO I GIOGHI ALTISSIMI DELL'EMO. IL DAVANTI È INGOMBRO DI ALBERI E
SASSI MUSCOSI.
Irene
Qui siedi, o padre, e le tue stanche membra
Abbian dopo il penoso
Lunghissimo cammin breve riposo.
[facendolo sedere sopra di un sasso: ella si adagia
a' suoi piedi, appoggiando il capo alle ginocchia di
lui]
Belisario [in tuono querulo ed accarezzandole il capo]
Di te m'incresce... Ah! l'astro
Che sì fulgente al nascer tuo splendea,
Con gli occhi miei s'estinse...
[lontano squillar di trombe che vien ripetuto da
tutti gli echi delle balze circostanti]
Al clangor di barbarici metalli
Odo I monti muggir, muggir le valli.
[Irene ascende una roccia per osservare da lontano]
È dunque ver quanto narrare udimmo,
Che un torrente di Barbari dall'Emo
Precipita, ed il corso ad arrestarne
Muovon l'armi d'Augusto!
Irene
Oh ciel!
Belisario
Che vedi?
Irene
Lunga tratta d'armati a questa volta
Rapida move... Ah! padre [tornando a Belisario]
Fuggiam...
Belisario
Non fugge Belisario.
Irene
Almeno
Meco ritratti di quest'antro
in seno.
[conducendolo entro uno speco incavato a piè d'una rupe]
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