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Salvatore Cammarano
Belisario

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  • PARTE TERZA - LA MORTE
    • Scena quinta. Antonina pallida e scarmigliata, e detto
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Scena quinta. Antonina pallida e scarmigliata, e detto

 

Giustiniano
Chi veggio?

Antonina
Un'empia.

Giustiniano
A che venisti?

Antonina
A far palese
Delitto orrendo.

Giustiniano
E scioglierai tu sempre
Ad accusar le labbra?

Antonina
Oh! chiuse allora
Morte le avesse, che menzogna infame
Ad attestar si apriro!
Inorridisci, o Cesare: quel grande,
Che mio consorte più nomar non oso,
È innocente.

Giustiniano
Che dici!

Antonina
Le cifre accusatrici
Man compra simulò: del tradimento
Eutropio ebbi ministro.

Giustiniano
Ah! scellerati!...
Morte ad entrambi...

Antonina
Morte?...
È giusta... la desio... Per queste balze
Corro in traccia di lui... Morire io voglio,
Ma pentita al suo piè... ma ch'io distolga
Dal nefando mio capo
L'alta minaccia del flagello eterno,
S'apra per me la tomba e non l'averno.
Da quel che l'innocente
Spinsi in preda a tanti affanni,
Da quel che il ciel clemente
Cancellar dovea dagli anni,
De' viventi l'odio io sono...
Di me stessa io son l'orror...
La speranza del perdono
Sol mi regge in vita ancor.
[odesi fuor della tenda un rumore che si avvicina, e voci che gridano]

Voci [di dentro]
Vittoria!

Giustiniano
Intorno echeggia
Di liete grida il ciel!... Che fia?... Si veggia...




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