ROCHEFORT
(incontrandosi)
Chi veggo?... In
Inghilterra
(si abbracciano)
Tu, mio Percy!
PERCY
Mi vi richiama, amico.
D'Enrico un cenno... E al suo passaggio offrirmi
quando alla caccia ci mova, è mio consiglio.
Dopo sì lungo esilio
respirar l'aura antica e il ciel natio,
ad ogni core è dolce, amaro al mio.
ROCHEFORT
Caro Percy: mutato
il duol non t'ha così, che a ravvisarti
pronto io non fossi.
PERCY
Non è duolo il mio
che in fronte appaia: radunato è tutto
nel cor profondo. Io non ardisco, o amico,
della tua suora avventurar inchiesta...
ROCHEFORT
Ella è Regina... Ogni sua gioia è questa.
PERCY
E il ver parlò la fama?...
Ella è infelice?... Il Re mutato?...
ROCHEFORT
E dura
ancor contento mai?
PERCY
Ben dici… ei vive
privo di speme come vive il mio.
ROCHEFORT
Sommesso parla.
PERCY
E che temer degg'io?
Da quel dì che, lei perduta,
disperato in bando andai,
da quel dì che il mar passai,
la mia morte cominciò.
Ogni luce a me fu muta.
Dai viventi mi divisi;
ogni terra ov'io m'assisi
la mia tomba mi sembrò.
ROCHEFORT
E venisti a far peggiore
il tuo stato a lei vicino?
PERCY
Senza mente, senza core,
cieco io seguo il mio destino.
Pur talvolta, in duolo sì fiero.
Mi sorride nel pensiero
la certezza che fortuna
i miei mali vendicò.
(odonsi suoni di caccia)
ROCHEFORT
Già la caccia si raduna...
Taci: alcun udir ti può.
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