ANNA
(partiti i servi alza le mani al cielo, si prostra e dice.)
Dio che mi vedi in core,
mi volgo a te... Se meritai quest'onta
giudica tu.
(siede e piange)
GIOVANNA
Piange l'afflitta... Ahi! come
ne sosterrò lo sguardo?
ANNA
Ah! sì: gli affanni
dell'infelice aragonese inulti
esser non denno, e a me terribil
pena
il tuo rigor destina...
Ma terribile e troppo...
GIOVANNA
(si appressa piangendo; si prostra a suoi piedi, e
le bacia la mano)
O mia Regina!
ANNA
Seymour... a me ritorni!...
Non mi obliasti tu?... Sorgi... Che veggio?
Impallidisci! Tremi?... A me tu rechi
nuova sventura forse?
GIOVANNA
Orrenda... Estrema!...
Gioia poss'io recarvi? Ah!...
no... m'udite.
Tali son trame ordite,
che perduta voi siete. Ad ogni costo
vuol franti il Re gli sciagurati nodi
che vi stringono a lui... La vita almeno...
se non il regio nome,
la vita almen, deh! voi
salvate!
ANNA
E come?
Spiegati.
GIOVANNA
In dirlo io tremo...
Pur dirlo io deggio. Il confessarvi
rea,
dal Re vi scioglie e vi sottragge a morte.
ANNA
Che dici tu?
GIOVANNA
La sorte
che vi persegue, altro non lascia a voi
mezzo di scampo.
ANNA
E consigliar mel puoi
tu, mia Seymour!
GIOVANNA
Deh, per pietà.
ANNA
Ch'io compri
con infamia la vita?
GIOVANNA
E infamia e morte
volete voi? Regina, oh ciel, cedete...
Ve ne consiglia il Re... ve ne scongiura
la sciagurata che l'amor d'Enrico
ha destinata al trono.
ANNA
Oh! chi è costei?
La conosci? Favella. Ardire ell'ebbe
di consigliarmi una viltà?... Viltade
alla Regina sua!... parla: chi è dessa?
GIOVANNA
(singhiozzando)
Un'infelice.
ANNA
E tal facea me stessa.
Sul suo capo aggravi un Dio
il suo braccio punitore.
GIOVANNA
Deh! Mi ascolta.
ANNA
Al par del mio,
sia straziato il vil suo cuore.
GIOVANNA
Ah! perdono!
ANNA
Sia di spine
la corona ambita al crine;
(crescendo con furore. Giovanna a poco a poco
si smarrisce)
sul guancial del regio letto
sia la veglia ed il sospetto...
Fra lei sorga e il reo suo sposo
il mio spettro minaccioso...
E la scure a me concessa,
più crudel, le neghi il Re.
GIOVANNA
(Ria sentenza! io moro...) Ah! cessa!
Deh, pietà pietà... di me!
(prostrandosi e abbracciando le ginocchia ad Anna)
ANNA
Tu!... che ascolto!
GIOVANNA
Ah!... sì, prostrata
è al tuo piè la traditrice.
ANNA
Mia rivale!!...
GIOVANNA
Ma straziata
dai rimorsi... ed infelice.
ANNA
Fuggi... fuggi...
GIOVANNA
Ah! no: perdono:
dal mio cor punita io sono.
(crescendo con passione. Anna a poco a poco
intenerisce)
Inesperta... lusingata...
fui sedotta ed abbagliata...
Amo Enrico, e ne ho rossore...
Mio supplizio è questo amore...
Gemo e piango, e dal mio pianto
soffocato amor non è.
ANNA
Sorgi!... Ah! sorgi... È reo soltanto
chi tal fiamma accese in te.
(l'alza e l'abbraccia)
Va', infelice, e teco reca
il perdono di Bolena:
nel mio duol furente e cieca
t'imprecai terribil pena...
La tua grazia or chiedo a Dio,
e concessa a te sarà.
Ti rimanga in questo addio
l'amor mio, la mia pietà.
GIOVANNA
Ah! peggiore è il tuo perdono
dello sdegno ch'io temea,
punitor mi lasci un trono
del delitto ond'io son rea.
Là mi attende un grande Iddio
che la colpa punirà.
Ah! primiero è questo addio
de' tormenti che mi dà.
Anna rientra nelle sue stanze. Giovanna parte
afflittissima.
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