Esercitare una pressione educativa
24. Se i cittadini rinunciano alla
loro responsabilità di indurre a concretizzare il programma stabilito subito
dopo le elezioni, la nazione precipita. È importante essere coscienti del
dovere di votare affinché non vengano elette persone inadeguate, con ideologie
ed interessi indesiderati e investire invece di potere persone degne, ma è
assai più importante eleggere persone coscienziose in posti di responsabilità
(sia a livello di leader politici che di responsabili governativi) e seguirle
con diligenza e pressione educativa.
25. È impossibile offrire questo tipo
di contributo al benessere sociale se i cittadini non ne sono informati.
Perciò, diventa un imperativo anche per le/i religiose/i essere informati degli
eventi, dei processi sociali, delle tendenze politiche ed economiche, delle
ideologie prevalenti, dei punti di vista diversi e dei rispettivi meriti e
conoscere le leggi che regolano la politica, il mercato e del loro ambiente (SL
51; anche 31, 82, 99-100). Il tempo trascorso a vedere il telegiornale dovrebbe
diventare un momento di auto-educazione, riflessione e preghiera. Il mondo
intero entra così presente nella nostra preghiera e noi diventiamo cavalcatori mondiali.
26. Se l'eutanasia trova
incoraggiamento, se l'ambiente viene devastato (SL 36) e se la globalizzazione
nuoce all'economia locale (SL 31), la comunità religiosa deve intervenire e prendere
posizione. Si possono organizzare persino marce di protesta (SL 56) e i vostri
studenti possono dare continuità all'iniziativa. Come educatori dobbiamo
offrire ai giovani una comprensione critica della società e prepararli al ruolo
che loro compete (SL 101); sosteniamo le loro iniziative o, come è riferito
nello Strumento di Lavoro, "le politiche giovanili" (SL 39).
27. Non saremo mai in grado di misurare
l'impatto che abbiamo sulla società attraverso l'influsso esercitato sul nostro
vicinato, sui nostri studenti, sulle loro famiglie e sulle persone che vengono
a contatto con loro, sui nostri
collaboratori e anche sui nostri avversari e nemici. Certo è che, se prendiamo
una posizione equilibrata, forte e consistente, i nostri avversari potrebbero
persino guardare a noi e sostenere le nostre idee, magari riproposte in forma
nuova. Il raggio di influsso che possiamo avere è da non crederci: a una/o
avremo, forse, dato solo un'idea, all'altra/o un piccolo aiuto finanziario, lo
spazio per un incontro, il sostegno dei nostri collaboratori stretti. Se ci
accostiamo ad ogni persona intuendone i bisogni mieteremo una raccolta
meravigliosa.
28. Oltre all'informazione sulla
situazione generale, le comunità religiose devono avere una profonda conoscenza
delle questioni locali attraverso un'interazione intelligente con il loro
vicinato. Tutto ciò che si è detto sull'inserimento nel vicinato sotto la
prospettiva della cultura vale anche per l'ambito civile. Se la strada deve essere
riparata, se il centro sanitario locale non funziona, se il problema
dell'analfabetismo e dell'abbandono scolastico è pressante, se la situazione
delle baraccopoli peggiora, se si affievolisce il lavoro catechetico, la
comunità religiosa deve attivare la sua creatività e organizzare risorse ed
energie locali per trovare soluzioni ai vari problemi (SL 40).
29. Può essere anche importante creare
l'opinione pubblica attraverso articoli di giornali, lettere all'editore o discussioni
con leader intraprendenti. Avete parlato di "intervenire per creare
opinione pubblica" (SL 56). La pressione attraverso campagne pubblicitarie
e altri simili sforzi potrebbero essere di aiuto se si riuscisse a coinvolgere in esse i genitori dei nostri
studenti, le/i ex-allieve/i, club, le associazioni, la società e altri gruppi
civici.
30. Promuoviamo cento iniziative e ne
ricaveremo almeno un risultato; incontriamo cento persone e almeno una ci
aiuterà; seminiamo cento idee, ne crescerà almeno una. Spesso, è sufficiente
indicare solo la strada e il processo prosegue da sé. Dobbiamo però saper
mantenere l'equilibrio. Ci si deve guardare da ogni forma di esagerazione e di
fanatismo. Il battersi per la causa dei deboli non deve portarci a un'altra
forma di 'idolatria', come ad esempio, a romanzare i poveri, le minoranze e gli
indigeni. Tale posizione non gioverebbe alla loro causa.
31. Nell'affrontare i problemi nazionali e
globali si potrebbero creare reti con altre comunità religiose e con il resto
della società civile. L'intero mondo dei media, incluso l'internet, è a nostra
disposizione e possiamo avvantaggiarcene per far fronte ai problemi e per
incidere positivamente anche su dittatori distanti.
32. Interpretare gli eventi e i
processi è più importante di quanto possiamo pensare (SL 85, 109). Spesso
siamo molto bravi nel compilare relazioni e anche nell'abbellire gli eventi, ma
non sempre ad interpretarli. Qualora capitasse una tragedia in una delle nostre
comunità o nel vicinato, e il nostro contributo servisse solo ad aumentare
l'agitazione, a diffondere l'ansia o a moltiplicare la stampa senza un'adeguata
comprensione della situazione, faremmo più male che bene. Un'analisi percettiva
dell'intero fatto e un approccio sicuro sulle cause che provocano il problema
possono produrre frutti migliori. La metà del problema è risolta quando si
riesce a interpretarlo con intelligenza anziché intervenire con esplosioni
emotive. Agire con un atteggiamento di comprensione e di riconciliazione
porterà al compimento dell'opera. G.K. Chesterton ci metteva in guardia contro
"la tentazione nobile di indagare troppo".
33. Spesso la Provvidenza ci manda un
problema per salvarci da un problema più grande. Ci svegliamo e ci rendiamo
conto che qualcosa sta andando male e abbiamo l'opportunità di trovare il
rimedio. La gestione attenta della situazione può servire come processo
educativo e prepararci ad affrontare difficoltà maggiori nel futuro. La nostra
intera missione, infatti, è realizzata attraverso il confronto continuo con i
problemi che sorgono. Le stesse soluzioni ai problemi ci portano ad altri
problemi e la nostra vita e missione si snoda nella ricerca delle loro
soluzioni.
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