Trovare persone giuste per il dialogo
52. Mentre i conflitti continuano,
riuscire a mettere insieme persone giuste per le negoziazioni è già un passo
verso il successo. Però, quali sono le persone giuste? È improbabile che lo
siano i combattenti di prima linea. Le loro capacità sono orientate in altra
direzione. È pure improbabile che i falchi di guerra si degnino di sedere al
tavolo del dialogo. Hanno i loro interessi per cui tenere il fuoco accesso.
Direi che le persone che contano per un dialogo di pace sono le "persone
di rilevanza sociale" ritenute degne di rispetto dalla società, gruppi di
persone accettate sia da parte dei radicali che dei moderati, come pensatori,
scrittori, oratori e persone che incidono sulla società con la loro leadership
carismatica o con i loro interventi profetici.
53. La loro importanza non si
misura dalla posizione nella gerarchia sociale, né dal gonfiore dei loro
portafogli o dal numero di criminali a loro servizio. Le persone che realmente
contano nella lotta sono coloro che pensano e offrono la filosofia dell'azione,
sviluppano strategie, tengono contatti e controllano il pubblico.
54. Non sentitevi sconcertate/i da
queste qualificazioni. Molto spesso la persona 'grande' è quella dall'apparenza
insignificante. Può non essere laureata e persino analfabeta. Può essere una
persona umile, dalla voce debole e dalla figura tozza o rachitica. Però è una
persona intuitiva che ha l'orecchio di un 'boss' militante. Platone ha detto
che avremmo una società ideale se avessimo dei filosofi per governanti. Non
voglio discutere in merito di tale visione, voglio solo dire che, spesso, non
sono i pensatori coloro che governano meglio.
55. Lo stesso vale anche per i
movimenti politici e militanti. Coloro che agiscono non sempre pensano.
Agiscono con immediatezza, ma non hanno l'abitudine di riflettere. Perciò si
stancano dopo aver organizzato alcuni subbugli o dopo aver ucciso gente
innocente o causato danni gravi al gruppo contendente. Rimangono privi di idee
e l'intero movimento finisce nel nulla. È il pensatore che interpreta la
storia, costruisce le teorie, visualizza il futuro per sostenere il movimento.
Non mi riferisco unicamente a una singola persona. Ci possono essere più
persone a vari livelli e in diversi ambiti.
56. È improbabile che si riesca a
persuadere i pensatori chiave di una organizzazione militante a partecipare al
tavolo di negoziazione. In questo caso la cosa migliore è cercare di attirare
quanti sono loro più vicini. In altre parole, dobbiamo lavorare attraverso
mediatrici/tori o, almeno, attraverso persone che hanno qualche influsso sui
capi dell'organizzazione. Comunque, coloro che si presentano per il dialogo
potrebbero anche essere totalmente distanti dai combattenti, ma devono essere,
come minimo, persone rispettate nella società. Quindi anche le persone
pacifiche, se godono la fiducia della loro società, possono far giungere il
messaggio ai circoli desiderati.
57. L'ultimo consiglio è questo: non
è sufficiente mandare una lettera abituale per l'invito di partecipare
all'incontro. La/il mediatrice/tore di pace dovrà fare una certa propaganda
(direttamente o attraverso rappresentanti stimati) per assicurare che non
manchino le persone chiave. Altrimenti ci può essere delusione per la mancata
presenza.
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