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Mons. Thomas Menamparampil, SDB
Sale della terra

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  • 3. Diventare strumenti di pace
    • Problemi in relazione alla promozione della pace
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Problemi in relazione alla promozione della pace

 

66.    I problemi della/del mediatrice/tore di pace presentano una varietà infinita. Ci può essere un rifiuto inesorabile dai partiti interessati di entrambi i gruppi. La/il mediatrice/tore di pace può costituire una minaccia per i militanti violenti e per coloro che beneficiano dell'insicurezza generata del conflitto armato. La violenza non può essere spezzata da una violenza più forte. La si spezza con ben altra potenza, ossia con l'ingente capacità di resistere alla sofferenza. Se vuoi salvare la vita degli altri, sii disposta alla morte. Alcuni operatori di pace hanno dato la vita per le loro cause, tra questi ricordiamo Mahatma Gandhi e Martin Luther King, di storia recente.

 

67.   Anche i rappresentanti dei governi potrebbero sospettare. Gli ufficiali egoisti possono diventare gelosi. Gli avversari dei cristiani possono rivelarsi critici e ostili circa l'influsso della Chiesa. La stampa può pubblicare interpretazioni negative e si potrebbero verificare fallimenti ripetuti nell'azione di promozione della pace stessa.

 

68.    Le persone che la/il mediatrice/tore di pace ha contattato per il processo di negoziazione potrebbero non presentarsi all'incontro, esserne dissuase da coloro che contrastano le iniziative cristiane. I tentativi di migliorare il tenore della comunità potrebbero tardare. La gente si scoraggia per la ripresa della violenza. L'ira collettiva può riaccendersi se la comunità viene colpita nuovamente e inaspettatamente. Le dicerie maligne possono essere diffuse intenzionalmente. La stampa può inflazionare il numero delle vittime, interpretare male le questioni e ignorare le iniziative e i successi della/del mediatrice/tore di pace e isolarli nella loro lotta. Però, anche in mezzo alle difficoltà, essi devono tenere la testa alta, non tentare di confutare ogni accusa e rispondere ad ogni opposizione. Si può rispondere a queste difficoltà con brevi spiegazioni o lasciando semplicemente che le cose e gli eventi prendano il loro corso. Si può permettere alla gente di dire ciò che vuole, al momento. Occorre, però, onestà e rettitudine di intenti e disinteresse nel servizio. Potrebbe essere proprio la non resistenza a capovolgere la situazione e a far trionfare la verità.

 

69.    Un'altra difficoltà che può sorgere nell'evolversi del dialogo è l'apparente cambiamento di significato dei termini. Qualcuno, per esempio, potrebbe usare la parola 'giustizia' in riferimento ai vantaggi che spettano alla propria comunità ignorando quello delle altre. 'Pace' potrebbe significare il permanere della serenità di fronte a una serie di vantaggi e privilegi ingiusti. 'Democrazia' può significare fare ciò che piace, la libertà di infliggere ingiustizia o il caos totale. Alle volte, le discussioni non progrediscono perché i contendenti hanno un proprio stile nell'uso delle parole, un loro modo di interpretare la storia, le loro strategie nel fare affermazioni, e il loro gusto nel creare i miti. Ciononostante, la/il mediatrice/tore di pace non si deve arrendere.

 

70.   La/il mediatrice/tore può incrociare contraddizioni tra le intenzioni dichiarate e il comportamento in atto. Questo è vero tanto per il killer locale quanto per le Potenze Mondiali. Le guerre possono essere fatte per salvare la democrazia da una parte e gli interessi imperiali dall'altra, per difendere i diritti umani da una parte e per favorire il flusso di petrolio nelle proprie cisterne dall'altra parte. Coloro che dichiarano di lottare per l'affermazione dell'identità etnica e del patrimonio culturale della propria comunità, possono, di fatto, combattere soltanto per mantenere libere le rotte di commercio della droga. Pur con queste contraddizioni, esiste sempre un briciolo di buona volontà nel cuore di tutti. La/il mediatrice/tore di pace non diventa cinica/o, ma cerca di riscattare i popoli dalle loro inconsistenze.

 

71.   Se le memorie delle offese storiche sono ancora vive nei cuori della gente e se si sono formati stereotipi negativi,  sarà difficile risolvere il problema in un breve arco di tempo. In tale caso, ogni consenso di pace è una tregua. Le ostilità potrebbe riaccendersi in ogni momento. In questi casi, la/il mediatrice/tore di pace trova energia e motivazioni nella fede e nell'amore. È pronta/o ad iniziare da capo e si occupa di sanare le offese storiche e di demolire gli stereotipi. Il Signore è vicino!

 




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