| Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
| Ugo Foscolo Sesto tomo dell'io IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Parte grigio = Testo di commento
501 III | it/fauser/biblio/foscolo/fosco34.htm~
502 III | novara.it/fauser/biblio/foscolo/fosco34.htm~
503 II | lagrime. Amatevi, e se vi fosse concesso, amatevi eternamente.
504 III | ha sfogliate le rose? La fragranza rimane ancora, e l’amicizia
505 III | Italia, la prima virilità in Francia, come vedete, e il resto
506 II | della società. Tu l’ami come fratello, tu l’onori come padre,
507 I | testimonio le biblioteche de’ frati e de’ vescovi; ma, poiché
508 | frattanto
509 I | sua voce, che passa tra il fremito delle tarde generazioni
510 II | sento su le labbra una certa fresca soavità come se tu m’avessi
511 II | leggeva, per altro, e nella fronte e nel portamento “Storie
512 I | pertinenze, aggiunga nel frontespizio a lettere maiuscole: VI
513 I | corpo dell’opera, lascerà il frontispizio che porta.~ Né si
514 II | perduto con la giovinezza fuggitiva.~ Ascolta. Le donne
515 II | amarti! Non più mai! Io fuggo le memorie della tua bellezza
516 I | alla libertà un pugnale fumante ancora nelle viscere de’
517 III | erravano lentamente fra alberi funebri… Due stavano sospese sui
518 II | avesse avuto il nome, le funzioni, e le qualità di Baiardo.
519 I | non intendere.~ Fuor di scherzo. Vedimi ginocchione
520 III | malignità e alla sociale furberia. ~ Il male partecipa
521 II | cede sempre il loco alle furie della gelosia e dell’onore.
522 II | al piacere le brevi ore furtive, appena sfuggite al sospetto
523 I | ancora nel mio calamaio, e i futuri nel non leggibile scartafaccio
524 III | di nuovo le cortine del futuro, aperte dalla mia mano indiscreta. ~
525 II | che la cavalleria di que’g enerosi erranti non ha potuto
526 III | come adesso l’amore fa gaio il tuo aprile.~
527 II | nimicartela. Le antiche galanti sono per lo più di buon
528 III | dicevano a un tavolino due galantuomini ad un uomo, che avea sembianza
529 II | all’inglese, ampio petto, gambe snelle, orecchie ritte,
530 II | prima a sorbettare e poi a gareggiare di trotto. Lo dirò? Mi sono
531 II | intorno al letto di due sposi gelosi. Non vi rapite la sacra
532 II | sfuggite al sospetto del tuo geloso marito? Mi scrivi pertanto
533 III | O mio figlio, la natura geme al nascere di un eroe, e
534 II | superba, maledire l’amore, e gemere respinto e sprezzato. Le
535 III | Italia echeggianti dei nostri gemiti e rosse del nostro sangue! ~
536 I | commissari, dei finanzieri, dei generali e dei nobili… e di qualche
537 I | tra il fremito delle tarde generazioni e rompe co’ suoi raggi che
538 III | mi lasciò erede del suo genio ambulatorio, ed io mi struggo
539 III | ed io di partire: i due genovesi restarono ad ammazzare il
540 III | anzi ordinò alla fortuna di gettarmi nel mondo come un dado.~
541 III | ne’ suoi lussureggianti giardini. Ma la patria?… Il cielo
542 I | Fuor di scherzo. Vedimi ginocchione per confessarmi a’ tuoi
543 III | ch’io segni sempre nel mio giornale. Conoscendo la mia e la
544 I | e la certezza del pranzo giornaliero. I miei piaceri, i miei
545 I | essere giusto impunemente. Un giovane, povero di ricchezze, ardente,
546 I | come tiranno… Non si può giovar mai a un popolo senza dominarlo!
547 III | Illiria, la giovinezza su e giù per l’Italia, la prima virilità
548 I | ai loro delitti. Il vulgo giudica, più che dall’intento, dalla
549 I | alla volta per tastare il giudizio del pubblico. Con pace della
550 III | divertite.~ – Ho giuocato e ho perduto.~ –
551 II | mi crederete senza ch’io giuri… Ve’ nondimeno un dubbio
552 II | quello che può, e che… per giustizia non gli viene. La natura
553 I | ti sarà concesso d’essere giusto impunemente. Un giovane,
554 | gliene
555 I | al mio capezzale………… ……..gno. Mi stringeva anzi affettuosamente:
556 II | suo letto. Appoggiava il gomito sui guanciali, e la testa
557 I | L’ambizioso ha l’anima gonfia, non elevata. Non ho mai
558 I | la mia patria che i suoi governatori. – Oh! tu sarai spento dall’
559 II | la più gran parte di que’grand’uomini erano nati ricchi;
560 I | Credimi: la fama degli uomini grandi spetta, per lo più, tre
561 III | sapete ch’io nacqui in Grecia, che io trascorsi l’infanzia
562 III | fontane. – Illusioni! – grida il filosofo. E non è tutto
563 II | larga che gli coprisse la groppa, e, se si deve credere alla
564 III | nostro sangue! ~ Guai, se tu t’abbandoni alle
565 II | languore voluttuoso, le guance impallidite e rugiadose
566 II | Appoggiava il gomito sui guanciali, e la testa alla palma della
567 II | m’ami tu dunque? – Io la guardai. – Fedelmente? – replicò
568 III | scelleratezza, ho d’uopo, per guardarmi, di sapere le leggi che
569 II | Quel giorno mi sono guardato di nominarti.~ Io
570 I | pari accesso avea, non ha guari, abbattute le mie facoltà.
571 II | da una bocca affannata, guastando la tua salute e la tua gioventù.
572 | han
573 | hoc
574 III | fauser/biblio/foscolo/fosco34.htm~
575 III | infelici dalla tirannide.~http://www.fausernet.novara.it/
576 II | palpiti del cuore… Eterno Iddio! perché hai scolpito così
577 III | non mi so dar pace nell’idea di andare ognora vagabondo
578 III | L’abbondanza di idee non è che penuria. ~
579 III | e che, accarezzando gl’idoli della lor fantasia, trovavano
580 II | baciato in quel momento. E ieri io m’alzava dal letto salutandoti: –
581 I | Potrei rimediare a questa ignoranza e al vuoto della carta col
582 II | pranzo d’estate. Ella stava ignuda sopra il suo letto. Appoggiava
583 | II
584 | III
585 III | egiziani, la fanciullezza nell’Illiria, la giovinezza su e giù
586 III | custodi delle fontane. – Illusioni! – grida il filosofo. E
587 II | le delizie del piacere. Imita la celeste Temira. a questa
588 III | che non c’entra.~ “Immergendomi in quel laghetto, io cantava
589 II | languore voluttuoso, le guance impallidite e rugiadose di sudore, le
590 II | ti scriva quello che ho imparato nel mio viaggio. Innocente!
591 III | splendore della divinità su le imperfezioni dell’uomo, e che, accarezzando
592 II | su quelle bellezze che l’impeto della passione m’avea dapprima
593 II | al tuo cuore inesperto ed impetuoso la via del dissipamento.
594 I | se nel coronamento dell’impresa, esecrato forse come tiranno…
595 I | arriderà sempre alle tue imprese? Se tu cadessi fra via,
596 I | concesso d’essere giusto impunemente. Un giovane, povero di ricchezze,
597 II | sue membra bianchissime incarnate di rosa. Ho osato… ove una
598 II | solo in questa età gli incensi degli uomini sono puri.
599 III | da una lapida sepolcrale incontrata in un passeggio solitario. ~
600 III | povertà… I tuoi conoscenti t’incontreranno, e torceranno gli occhi
601 III | futuro, aperte dalla mia mano indiscreta. ~ Che lunga lettera!
602 I | il tuo sepolcro coperto d’infamia.~ …Perché le antiche
603 III | Grecia, che io trascorsi l’infanzia fra gli egiziani, la fanciullezza
604 I | moltitudine sono brevi ed infausti. Né ti sarà concesso d’essere
605 III | ristoro ai popoli fatti vili e infelici dalla tirannide.~https://
606 I | notte, nell’agonia dell’infermità, mi sono sentito asciugare
607 III | partecipa della natura dell’infinito, e il bene del finito. ~
608 II | la società, cui torna d’ingannarsi e d’ingannare, chiama pomposamente “
609 II | baciandomi e sorridendo della mia ingenuità, – m’ami tu dunque? – Io
610 III | non d’essere stato troppo ingenuo, e d’aver dato occasione
611 II | mortale che l’hai colto, inginòcchiati meco dinanzi la madre natura.~
612 II | taglia, baio dorato, coda all’inglese, ampio petto, gambe snelle,
613 III | bello è sì raro! Tu saresti ingrata con la natura, se non ne
614 II | grazia di Madonna dopo l’ingrato abbandono… Cura per altro
615 I | mio amico, aborro il mio inimico, ed amo più la mia patria
616 II | misteri ove la dea mi aveva iniziato. Mi accarezzava scherzando;
617 II | vizio.~ Bada!… non innamorarti! –~ (Oh! avessi
618 II | imparato nel mio viaggio. Innocente! Gli uomini son tutti bassi
619 II | ami”.~ Io voleva insegnarti le lezioni della mia precettrice
620 I | sventure non ti hanno ancor insegnato che non si deve aspettar
621 I | ho risposto nel proemio inseritovi ad hoc. Che se poi non avete
622 II | Ve’ nondimeno un dubbio insolente: vi sono stati mai degli
623 | Insomma
624 I | comprare, leggere e non intendere.~ Fuor di scherzo.
625 II | voi, signor generale, m’intendete, senza ch’io vi annoi di
626 II | suo letto: – il mistero, intendi? – Era amante per cinque
627 I | vulgo giudica, più che dall’intento, dalla fortuna; la utilità
628 III | almen come posso. Non so che intenzioni possa avere il destino su
629 III | alcune migliaia d’uomini interessate a difendermi dall’avidità
630 II | né sì vana da ruinare gl’interessi domestici. Il mondo esige
631 | intorno
632 II | lungi l’odore del mirto intrecciato e lo splendore del…~
633 III | principi comici e tragici; l’intreccio sono le nostre follie, e
634 | invece
635 III | cantava un inno alla natura ed invocava le ninfe, amabili custodi
636 II | scrivo a te, e non alla ipocondriaca filosofessa che comincia
637 I | non si può né si deve, e l’ipocrisia la proscrive assolutamente;
638 II | Venere un voto con questa iscrizione: “Non amo più Tirsi; né
639 | it
640 III | proprio foco. Chi è quell’italiano che, tornando a casa, non
641 I | la risposta che di pieno iure vi si spetta. Poiché lasciate
642 III | dello sfortunato amico mio Jacopo Ortis. Siegue la lettera.]~
643 II | miei sguardi erravano qua e là estatici su quelle bellezze
644 III | di salute, e non dica con lacrime di gioia: – Beato colui
645 III | Immergendomi in quel laghetto, io cantava un inno alla
646 II | crudeltà, simile a un’ombra lamentosa…)~ - Cogli i favori
647 II | ultimi giorni di una passione languente che cede sempre il loco
648 I | volto. Schiudendo gli occhi languenti, vidi al debile raggio di
649 II | che mai, nuotanti in un languore voluttuoso, le guance impallidite
650 I | al debile raggio di una lanterna un vecchio scarno e coperto
651 II | Ho osato… ove una fina lanugine biondeggiante…… ~– Piccolo
652 III | pensieri destati da una lapida sepolcrale incontrata in
653 II | bisogno d’una valdrappa assai larga che gli coprisse la groppa,
654 I | sia al corpo dell’opera, lascerà il frontispizio che porta.~
655 I | arrossendo… ho sentito e sento (lascia prima ch’io mi copra con
656 III | persona del povero Lorenzo. Lasciamo dunque scrivere… Forse,
657 I | mezzo il pranzo, per non lasciarmi scappare il più bel pensiero
658 I | iure vi si spetta. Poiché lasciate suonare il piffero a chi,
659 III | III~ Ora lasciati pregare e persuadere anche
660 II | cadaverico in cui lo aveva lasciato una febbre maligna, che
661 III | Aggiungete che mio padre mi lasciò erede del suo genio ambulatorio,
662 I | profondamente e volgendomi dal suo lato, – non dormo… aspetto qui
663 II | ragione.~ Non si legge mai ch’essi avessero dell’
664 III | natura… Ma se voi, madama, leggendo sin qui le poche pagine
665 III | madama, avete già letto, o leggerete, o sarete per non leggerli
666 III | leggerete, o sarete per non leggerli mai (non sono ancora scritti),
667 II | più o meno. ~Ma gli si leggeva, per altro, e nella fronte
668 I | calamaio, e i futuri nel non leggibile scartafaccio del fato.~
669 III | un altro ruscello, e coi legumi piantati sospettosamente
670 I | lagrima: ei l’asciugò col lembo del suo saio.~ Avvedutosi
671 III | vette le nuvole erravano lentamente fra alberi funebri… Due
672 I | mai brigato il fumo della letteratura, né i ricamati vestimenti
673 I | aggiunga nel frontespizio a lettere maiuscole: VI SARA’ L’EPIGRAFE,
674 III | io, che stava in piedi, levandomi con due mani il cappello
675 | li
676 II | quasi per ringraziarla, libando dalle sue labbra i respiri,
677 I | ingannare la fortuna, di liberarmi dalla noia del mondo e di
678 I | interesse, che la trasse a liberarsi, la persuaderà facilmente
679 II | permetteva ancora di respirare il libero soffio dell’aria. Gli uomini
680 I | dallo stampatore, o dal libraio, o da un amico, o da qualche
681 II | spalle e nel petto, le poppe lievemente sommosse dai palpiti del
682 I | barba canuta e divisa in due liste. – Non conosci me più? –
683 III | solo agli uomini dabbene il lodar l’uomo dabbene. ~
684 I | sempre l’opulenza. Vedi le lodi che si sono date alle stragi?
685 II | rivolgermi, e salutar da lontano i colli di Bologna, e la
686 II | mia solitudine, e te, o Luigi, che forse parlavi secretamente
687 II | alloro, se non sentisse da lungi l’odore del mirto intrecciato
688 I | della morte. Ma poi? torna a lusingarmi con la sua voce, che passa
689 III | pure che vinci, dove tu ti lusingassi di un vantaggio su l’umanità… ~
690 III | dalla propria mano ne’ suoi lussureggianti giardini. Ma la patria?…
691 II | tornati nella grazia di Madonna dopo l’ingrato abbandono…
692 I | ricamati vestimenti de’ nostri magistrati. E, più che l’amore della
693 I | il potere e l’interesse magnifica sempre l’opulenza. Vedi
694 III | possa avere il destino su la magra e malinconica persona del
695 I | nel frontespizio a lettere maiuscole: VI SARA’ L’EPIGRAFE, NON
696 III | Le brighe della mala fede mercantile. ~ –
697 II | toccato nel cuore del povero malato una corda, la di cui vibrazione
698 II | donne, e sfuggiva senza maldicenza i lor vizi. Ammirava in
699 III | sociale furberia. ~ Il male partecipa della natura dell’
700 II | a piedi di una superba, maledire l’amore, e gemere respinto
701 II | figli. I mortali dovrebbero maledirti e renderti questa vita.
702 II | aveva lasciato una febbre maligna, che non gli permetteva
703 III | il destino su la magra e malinconica persona del povero Lorenzo.
704 III | attesti) è restato da quel dì malinconico, e non ha risposto neppure
705 II | accorgevi nemmen più ch’io ti mancassi.~ Ma… addio! il
706 I | nuotare alla gloria per un mare di sangue. Or tu puoi desumere
707 II | sospetto del tuo geloso marito? Mi scrivi pertanto ch’ei
708 II | orecchie ritte, collo e testa marziale… e vi era da scommettere
709 III | la virtù: il secreto di mascherare tutti i volti. ~
710 II | come l’aurora di questa mattina. Sempre?… Cielo, cielo,
711 I | mio canto risparmiare e al mecenate e al lettore due pagine
712 | meco
713 | medesima
714 III | della povertà. Nelle mie meditazioni ho congedato la vita col
715 II | dici sorridendo: – Lo so meglio di te. – Bada; ancora non
716 II | scorrea mollemente per le sue membra bianchissime incarnate di
717 I | Progetto nuovo e in salvo dalle mentite… Ecco, per altro, violate
718 III | Le brighe della mala fede mercantile. ~ – Non conoscete
719 III | e cara fanciulla! Tu lo meriti, perché hai il cuore ben
720 II | fortuna gliene rendano il merito. Tu se’ giovinetta, egli
721 II | la perduta felicità. Una mesta illusione ti chiama sovente
722 II | passate dalla testa le care e meste memorie… Io precedeva la
723 I | Vittoria, lettore! M’alzo a mezzo il pranzo, per non lasciarmi
724 III | proteggono e di avere alcune migliaia d’uomini interessate a difendermi
725 II | Aggiungi la mia divisa militare, la mia lunga scimitarra
726 | mille
727 I | pronto. Non mi costa un minuto di sì, di no, di ma, e mi
728 II | sentisse da lungi l’odore del mirto intrecciato e lo splendore
729 I | malignità, rendendo questa misera vita alla terra. L’ambizioso
730 II | obbliare per alcun poco le miserie dei mortali!”. Il mio cavallo
731 III | sorriso di tutti gli antichi e moderni sprezzatori di morte; non
732 II | tuono, e appunto appunto per modulare le transazioni.
733 II | e tu le conservi. Poche mogli fanno altrettanto.~
734 II | La mia mano scorrea mollemente per le sue membra bianchissime
735 I | Aggiungi che gli amori della moltitudine sono brevi ed infausti.
736 II | desiderio fa beati alcuni momenti e l’amicizia conforta tutti
737 III | trovato rinchiuso fra due montagne nere, aride, circondate
738 I | della vittoria sopra un monte di cadaveri. La mia fantasia
739 II | che comincia finalmente a moralizzare… e ne appello ai vecchi
740 I | me che con un rispettoso mormorio. Il solo pensiero che il
741 I | Il proponimento di mostrarmi come la madre natura e la
742 II | passione m’avea dapprima mostrato confusamente. La sua bocca
743 III | felici gli uomini per quattro motivi: ~ per bisogno,~
744 II | delle strane avventure, movono guerra, e vincasi per fortuna
745 I | confessare che il libro è mutilato.~ Vittoria, lettore!
746 III | ancora scritti), sapete ch’io nacqui in Grecia, che io trascorsi
747 III | figlio, la natura geme al nascere di un eroe, e sorride su
748 II | Ascolta. Le donne belle sono nate per amare, e per essere
749 II | stanco della burrasca, il naufragio sarà sempre pronto. Addio,
750 I | saccheggiate dagli agenti nazionali, mi trovo forzato a far
751 | ne’
752 I | O mio figliuolo! Tu hai negletto la fortuna, perduto le scarse
753 | nei
754 III | rinchiuso fra due montagne nere, aride, circondate in tutta
755 II | non estinto, mi porgeva il nettare del piacere; ed io lo assaporava
756 II | abbandono… Cura per altro di non nimicartela. Le antiche galanti sono
757 III | alla natura ed invocava le ninfe, amabili custodi delle fontane. –
758 I | finanzieri, dei generali e dei nobili… e di qualche letterato.
759 II | secretamente di me…~ Il nominarmi era delitto.~ E
760 II | giorno mi sono guardato di nominarti.~ Io avrei toccato
761 II | Toscana. Il mio cavallo era normando di razza, di alta taglia,
762 III | abbandonarla. ~ La nostr’anima riceve dalla divinità,
763 | nostro
764 I | della morte.~ Una notte, nell’agonia dell’infermità,
765 III | tirannide.~https://www.fausernet.novara.it/fauser/biblio/foscolo/
766 II | occhi più azzurri che mai, nuotanti in un languore voluttuoso,
767 I | dirò? Sogno talvolta di nuotare alla gloria per un mare
768 III | io mi struggo di cercar nuove terre per anatomizzare sempre
769 III | adorare avvolta dentro una nuvola, facendosi conoscere all’
770 III | riposiamo qui per avere obbedito alle sue sante leggi. ~
771 II | la fortuna mi avea fatto obbliare per alcun poco le miserie
772 II | così svagandomi, mi sono obbliato di dirti che ho veduto il
773 III | troppo ingenuo, e d’aver dato occasione agli uomini di darmi delle
774 II | tutta l’eloquenza della mia occhiata.~ – S’io t’amo,
775 III | tu t’abbandoni alle prime occhiate d’un amante! lo perderai
776 II | spenta la passione, non s’odiano. Prevenite gli ultimi giorni
777 I | son posto a cucire la mia odissea, l’unico pensiero veramente
778 I | mano della ricchezza, che offre sprezzatamente un tozzo
779 I | dedica del libro, io la offro a me stesso. Ed è questo,
780 II | opulenza e al piacere, ed offrono in tributo alle Dulcinee
781 II | dell’aria. Non v’è dunque oggetto di comparazione fra i paladini
782 III | pace nell’idea di andare ognora vagabondo come un arabo,
783 II | tua crudeltà, simile a un’ombra lamentosa…)~ - Cogli
784 | Ond’
785 II | un gran pennacchio che mi ondeggiava sopra il cappello…~
786 II | l’ami come fratello, tu l’onori come padre, tu l’accarezzi
787 II | di Bologna, i quali, ad onta de’ miei saluti patetici
788 | Or
789 I | la vittima del forte o l’ordigno del fazioso. Tu non potrai
790 III | me ne ha conceduto; anzi ordinò alla fortuna di gettarmi
791 II | ampio petto, gambe snelle, orecchie ritte, collo e testa marziale…
792 II | bassi con la ricchezza e orgogliosi con la povertà. Ciascuno
793 II | mai ch’essi avessero dell’oro.~ E non so come…
794 III | tutta la loro altezza da orribili precipizi e da abissi profondi.
795 III | sfortunato amico mio Jacopo Ortis. Siegue la lettera.]~
796 II | bianchissime incarnate di rosa. Ho osato… ove una fina lanugine biondeggiante…… ~–
797 III | passioni, più che l’età, hanno oscurato nel mio sembiante il raggio
798 II | conquista. E qual Venere mai oserebbe appressarsi all’alloro,
799 III | sue sante leggi. ~ Oserei definire, la civiltà: la
800 I | scheletro che traballa sulle ossa ammucchiate de’ cimiteri…
801 III | della mia povera madre e il pacifico piacere di temprare, come
802 III | miei sonni pacifici su la paglia, e ho cenato allegramente
803 II | oggetto di comparazione fra i paladini e voi, signor generale. –
804 II | lievemente sommosse dai palpiti del cuore… Eterno Iddio!
805 I | vuoto della carta col mio panegirico: ma non si può né si deve,
806 II | rammentandomi le nostre ore di paradiso, ti mando de’ baci; e mi
807 II | conosciuto… Ma d’altra parte mi parea di vederti strascinato dalla
808 I | corrispondenza di pacifici affetti. Pareami di consacrare alla libertà
809 II | il valor di Rinaldo, non parlando più ai colli di Bologna,
810 I | bisogni stessi della vita non parlano allora in me che con un
811 II | e te, o Luigi, che forse parlavi secretamente di me…~
812 II | nella mia solitudine. Io ti parlo e mi faccio rispondere.
813 III | bisogno di fumare ed io di partire: i due genovesi restarono
814 I | lusingarmi con la sua voce, che passa tra il fremito delle tarde
815 I | dalla fortuna; la utilità fa passare in diritto la sceleraggine,
816 II | dirò? Mi sono in un momento passate dalla testa le care e meste
817 II | sospetto e il tradimento passeggiano sempre d’intorno al letto
818 III | una disgrazia. ~ Passeggiere, va’, e di’ a Sparta che
819 I | sacrificato la quiete della casa paterna e la certezza del pranzo
820 II | ad onta de’ miei saluti patetici non m’avrebbero mai dato
821 II | Mi piaci. – Ma chi era sì pazza da rapire al piacere le
822 III | gioia. E, se talvolta rido pazzamente, rido di me, che ho compianto
823 III | con pari rapidità la mia penna. Il tempo vola e divora
824 II | lunga scimitarra e un gran pennacchio che mi ondeggiava sopra
825 I | vo’ più pensare: non ci pensar nemmen tu.~ Ma lo
826 I | corda… ed io non ci vo’ più pensare: non ci pensar nemmen tu.~
827 III | questo libro ti desterà i pensieri destati da una lapida sepolcrale
828 I | caricarsi la coscienza del pentimento de’ compratori che crederanno
829 I | la gioventù, e, invece di pentirti, ti vai divorando quel poco
830 III | abbondanza di idee non è che penuria. ~ Scienza, elezione
831 III | Tutto cangia, tutto si perde quaggiù… tutto! Quelle trecce,
832 II | dell’aria. Gli uomini non perdono l’orgoglio se non con le
833 II | sventurata, non sospiri con me la perduta felicità. Una mesta illusione
834 III | definire, la civiltà: la perfetta arte di fingere.~
835 II | altro alimentano che una perfida compiacenza… Vien’ dunque,
836 III | me, che ho compianto la perfidia degli uomini senza avvedermi
837 I | passioni, il mio onore e perfino le mie speranze… Ora non
838 II | febbre maligna, che non gli permetteva ancora di respirare il libero
839 | però
840 I | di gloria che m’ubbriaca perpetuamente la testa. Nella mia adolescenza
841 I | scrivendo, i miei giorni perseguitati ed afflitti!~ E
842 III | Scienza, elezione e perseveranza, ecco la virtù e il delitto. ~
843 I | la trasse a liberarsi, la persuaderà facilmente all’assassinio
844 III | Ora lasciati pregare e persuadere anche tu, mia fanciulla.
845 I | rispettabile ciurma potrà persuadervi ab experto che si può comprare,
846 | pertanto
847 I | con tutte le adiacenze e pertinenze, aggiunga nel frontespizio
848 III | morte; ma le loro immagini piacciono. ~ Ogni uomo pare
849 III | distribuissi a que’mortali, che, piacendoti, acquistano il diritto di
850 II | giorno che ti ho detto: – Mi piaci. – Ma chi era sì pazza da
851 III | io sono andato dove m’è piaciuto. ~ Alla soave rugiada
852 I | de’ miei congiunti, e di piantar la bandiera della vittoria
853 III | altro ruscello, e coi legumi piantati sospettosamente dalla propria
854 III | la laude fiorisce come le piante alla rugiada del cielo. ~
855 II | e renderti questa vita. Pianto, speranza, terrore e morte,
856 III | natura… ~ Quelle piccole cose che son di tanto valore,
857 II | piacere; ed io lo assaporava a piccoli sorsi. Le mie mani e i miei
858 III | appunto non ti tradisca! Non piegarti ai primi sospiri di un amante:
859 III | scendendo dalle alpi, l’aria piena di vita e di salute, e non
860 I | darvi la risposta che di pieno iure vi si spetta. Poiché
861 I | Poiché lasciate suonare il piffero a chi, volendo ingannare
862 III | intanto le ceneri della sua pipa, e s’apparecchiava a riempirla
863 II | delle antiche battaglie e il pizzicore di farsi apprezzare. Aggiungi
864 III | Il mio amore non è certo platonico. ~ Non è l’amore
865 II | generale. – Ma con gli eroi di Plutarco? – Appunto appunto. Se non
866 | po’
867 I | delitti. Ma s’io… non forza politica umana, non prepotenza divina
868 II | ingannarsi e d’ingannare, chiama pomposamente “virtù”. Ecco tutto.~
869 III | il cappello di testa, e ponendolo dispettosamente sul tavolino…~ –
870 II | se non come la sovranità popolare… Ed eccone la ragione.~
871 III | piaceri è l’unico ristoro ai popoli fatti vili e infelici dalla
872 II | le spalle e nel petto, le poppe lievemente sommosse dai
873 II | mi disse fievolmente, porgendomi la mano tremante.~
874 II | calmato ma non estinto, mi porgeva il nettare del piacere;
875 I | talvolta questo fantasma della porpora e della tromba, e allora
876 I | lascerà il frontispizio che porta.~ Né si sospetti
877 II | altro, e nella fronte e nel portamento “Storie de’ prischi tempi
878 III | vagabondo come un arabo, portandomi tutto quello che ho sulle
879 I | compratori che crederanno di portarsi a casa il libro con tutte
880 III | chi sa, questa lettera ti porterà il mio ultimo addio.~
881 I | rizzassi per aiutarmi: s’assise poscia, e, sostenendomi il capo
882 III | sedili; il viaggiatore si pose a fumare ed io sono andato
883 | possa
884 III | acquistano il diritto di possederlo. ~ A questo proposito
885 III | gioia: – Beato colui che possiede in questa terra un riso,
886 I | è questo, dacché mi son posto a cucire la mia odissea,
887 I | secoli remoti. Tutte le mie potenze e i bisogni stessi della
888 | potessi
889 | potrà
890 | potrai
891 | potrebbe
892 | Potrei
893 III | benedizioni e gli addio della mia povera madre e il pacifico piacere
894 I | annunziata nel paragrafo precedente, che n’è il proemio universale.~
895 II | care e meste memorie… Io precedeva la cavalleria, arieggiando
896 II | compratori che mi hanno preceduto, egli non contava che sedici
897 II | insegnarti le lezioni della mia precettrice fino dal giorno che ti ho
898 III | loro altezza da orribili precipizi e da abissi profondi. Presso
899 III | III~ Ora lasciati pregare e persuadere anche tu, mia
900 II | nostri mali.~ La preghiera è fatta. ~
901 III | Ogni bacio, ogni addio è il preludio di quella eterna separazione
902 II | giovinetta, egli vecchio. Prenda dunque da’ tuoi sedici anni
903 III | non posso. La mia ragione, presa alle strette dagli argomenti
904 II | prime campagne della guerra presente egli avesse avuto il nome,
905 I | della tua patria e le sue presenti sventure non ti hanno ancor
906 III | quale non è poi, come si pretende, l’uomo il più villano del
907 II | passione, non s’odiano. Prevenite gli ultimi giorni di una
908 I | secreta della calunnia, la tua prigione sarà abbandonata da’ tuoi
909 II | boccio di rosa della tua primavera. Sorridi? Per me, non posso
910 III | tradisca! Non piegarti ai primi sospiri di un amante: lo
911 II | Venere ho consacrato le primizie della mia gioventù. Ella
912 III | adorata dai mortali come la primogenita e la più bella. ~
913 III | nostra vita partecipa de’ principi comici e tragici; l’intreccio
914 II | nel portamento “Storie de’ prischi tempi e forti fatti”; onde
915 I | altronde de’ miei avi, bisavi e proavi non saprei che mi dire;
916 II | gli basti. Tu né sei né sì prodiga né sì vana da ruinare gl’
917 I | no – diss’io, sospirando profondamente e volgendomi dal suo lato, –
918 III | orribili precipizi e da abissi profondi. Presso le loro vette le
919 III | all’aura de’ suoi capelli profumati d’ambrosia.~ I numi
920 II | respiriamo per un momento il profumo delicato del candore e della
921 III | possederlo. ~ A questo proposito mi ricordo che Temira mi
922 | propria
923 II | Oh! in questa età – proruppe Temira, abbracciandomi –
924 I | si deve, e l’ipocrisia la proscrive assolutamente; e poi… chi
925 I | critica e del disprezzo, proseguirò sempre a scrivere ed a stampare.~
926 I | disperazione di conseguirlo prostrò l’anima mia, la quale giaceva,
927 III | leggi che mi condannano e mi proteggono e di avere alcune migliaia
928 III | e il delitto. ~ Prudenza, ecco tutto. ~ I
929 I | tastare il giudizio del pubblico. Con pace della critica
930 III | Grazia, cui Diana concesse il pudore, fu adorata dai mortali
931 I | consacrare alla libertà un pugnale fumante ancora nelle viscere
932 III | costume.~ Non è per puntiglio.~ Non è per progetto.~
933 | puoi
934 II | incensi degli uomini sono puri. Allora soltanto noi respiriamo
935 II | amore perfetto se lo hanno purtroppo riserbato i numi. Ancor
936 | qua
937 III | Tutto cangia, tutto si perde quaggiù… tutto! Quelle trecce, che
938 | qual
939 | quando
940 | quanto
941 I | spetta, per lo più, tre quarti alla sorte e un quarto ai
942 I | tre quarti alla sorte e un quarto ai loro delitti. Il vulgo
943 | quattro
944 | quei
945 | quell’
946 | quelli
947 | questi
948 I | adolescenza le ho sacrificato la quiete della casa paterna e la
949 | quindi
950 II | unisce tutte l’età. Va’, mio ragazzo, te’ un bacio: non mi giurare
951 I | generazioni e rompe co’ suoi raggi che a me sembrano eterni
952 III | lettera.]~ E n’abbiamo ragionato sovente, io e l’amico mio
953 I | né saputo valutare le mie ragioni, eccomi presto a darvi la
954 III | sospese sui loro sterili rami.~ O conquistatori,
955 II | faccio rispondere. Talvolta, rammentandomi le nostre ore di paradiso,
956 I | letterato, o da… – Odore di rancidume!~ Dovrete dunque
957 III | che la vita segue con pari rapidità la mia penna. Il tempo vola
958 II | Ma chi era sì pazza da rapire al piacere le brevi ore
959 II | dalle utili discipline ed di rapirti gli amabili vaneggiamenti
960 II | due sposi gelosi. Non vi rapite la sacra amicizia, unico
961 II | felicità, che tu, tu… m’hai rapito per sempre?~ Oh!…
962 I | prepotenza divina mi faranno rappresentare su questo mortale teatro
963 III | fanciulla. Il bello è sì raro! Tu saresti ingrata con
964 I | stato! – Il mio volto si rasserenava al suo dire, ma quest’ultime
965 I | timore dell’avvilimento mi ha rattenuto sovente da quelle azioni
966 II | cavallo era normando di razza, di alta taglia, baio dorato,
967 II | momento de’ miei “addio” un reggimento di usseri trottava verso
968 I | Ecco, per altro, violate le regole, e la mia dedicatoria non
969 I | si confonde fra le altre reliquie della morte. Ma poi? torna
970 I | eterni la caligine de’ secoli remoti. Tutte le mie potenze e
971 II | la buona fortuna gliene rendano il merito. Tu se’ giovinetta,
972 I | contentare la umana malignità, rendendo questa misera vita alla
973 III | amicizia te ne ricompensi! Ella renderà serena la tua vecchiezza,
974 II | mortali dovrebbero maledirti e renderti questa vita. Pianto, speranza,
975 II | Bellezza! E noi, adorandola, ti rendiamo grazie anche per i nostri
976 II | guardai. – Fedelmente? – replicò Temira, che avea sentita
977 II | credo. ~ Perch’io reputo meno degenerata la schiatta
978 II | maledire l’amore, e gemere respinto e sprezzato. Le donne virtuose
979 III | ancora, e l’amicizia la respira.~ Le passioni, più
980 II | gli permetteva ancora di respirare il libero soffio dell’aria.
981 II | libando dalle sue labbra i respiri, per i quali ella rinveniva
982 II | puri. Allora soltanto noi respiriamo per un momento il profumo
983 I | quel poco d’ingegno che ti resta e che può solo acquistarti
984 III | partire: i due genovesi restarono ad ammazzare il tempo sui
985 III | lo sa, ve ne attesti) è restato da quel dì malinconico,
986 III | Francia, come vedete, e il resto di vita… Dio sa!~
987 I | della letteratura, né i ricamati vestimenti de’ nostri magistrati.
988 I | impunemente. Un giovane, povero di ricchezze, ardente, ma inesperto di
989 II | que’grand’uomini erano nati ricchi; e voi, che lo sapevate,
990 III | La nostr’anima riceve dalla divinità, dalla quale
991 III | la sacra amicizia te ne ricompensi! Ella renderà serena la
992 II | addio! il destino forse mi ricondurrà più felice e più saggio…
993 II | l’ho bagnata di lagrime riconoscenti.~ Buon giorno, dunque.
994 III | torceranno gli occhi per non riconoscerti. ~ O dolci sponde,
995 II | dietro a’ piaceri non si ricordasse più del suo Lorenzo. Tu
996 III | A questo proposito mi ricordo che Temira mi diceva sovente: –
997 II | natura in fine de’ conti si ride delle leggi ipocrite della
998 II | altri cavalli gli abbia ridestato la memoria delle antiche
999 I | cui cieco desiderio ti ha ridotto a questo deplorabile stato! –
1000 III | pipa, e s’apparecchiava a riempirla di tabacco… Egli aveva bisogno