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| Ugo Foscolo Sesto tomo dell'io IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Parte grigio = Testo di commento
1001 II | altro rovescia tutte le riflessioni precedenti, le quali si
1002 III | sfogliate le rose? La fragranza rimane ancora, e l’amicizia la
1003 I | non li conosco. Potrei rimediare a questa ignoranza e al
1004 II | dissipamento. Io già sentiva il rimorso di sviarti dalle utili discipline
1005 II | sera la tua lettera mi ha rimproverato i miei sospetti; ed io l’
1006 II | arieggiando il valor di Rinaldo, non parlando più ai colli
1007 III | Mi son trovato rinchiuso fra due montagne nere, aride,
1008 II | testa e la baciava quasi per ringraziarla, libando dalle sue labbra
1009 II | respiri, per i quali ella rinveniva a poco a poco dalla sua
1010 III | e di’ a Sparta che noi riposiamo qui per avere obbedito alle
1011 III | possiede in questa terra un riso, un amico, una sposa e un
1012 I | di sì, di no, di ma, e mi risparmia la fatica e il rossore di
1013 I | Ond’io posso dal mio canto risparmiare e al mecenate e al lettore
1014 I | Vuoi più? Tutta questa rispettabile ciurma potrà persuadervi
1015 I | allora in me che con un rispettoso mormorio. Il solo pensiero
1016 II | Io ti parlo e mi faccio rispondere. Talvolta, rammentandomi
1017 III | morte. ~ Talete rispose a quei che gli domandò che
1018 III | eccesso de’ piaceri è l’unico ristoro ai popoli fatti vili e infelici
1019 II | gambe snelle, orecchie ritte, collo e testa marziale…
1020 II | fermava, perch’io potessi rivolgermi, e salutar da lontano i
1021 I | d’alzarmi sulle braccia rizzassi per aiutarmi: s’assise poscia,
1022 I | cieli. Ma io mi sentiva rodere a un tempo dalla fame di
1023 I | delle tarde generazioni e rompe co’ suoi raggi che a me
1024 III | echeggianti dei nostri gemiti e rosse del nostro sangue! ~
1025 I | risparmia la fatica e il rossore di scrivere una dedicatoria.
1026 II | Un pensiero per altro rovescia tutte le riflessioni precedenti,
1027 II | le guance impallidite e rugiadose di sudore, le chiome sparse
1028 II | sì prodiga né sì vana da ruinare gl’interessi domestici.
1029 III | ora di uno ora di un altro ruscello, e coi legumi piantati sospettosamente
1030 I | vescovi; ma, poiché sono state saccheggiate dagli agenti nazionali,
1031 I | facilmente all’assassinio e al saccheggio. E allora? E avrai tu la
1032 I | tozzo di pane al vostro sacerdote?~ Lettore, finiamola;
1033 II | celeste Temira. a questa sacerdotessa di Venere ho consacrato
1034 III | O dolci sponde, o sacre case, o feconde campagne
1035 III | di darmi delle lezioni, sacrificandomi alla umana malignità e alla
1036 I | Nella mia adolescenza le ho sacrificato la quiete della casa paterna
1037 III | abbracciamenti delle dive, che sacrificavano alla bellezza e alle Grazie,
1038 II | io medesima il tuo primo sacrificio alla natura. Temeva di aprire
1039 II | piccola deità: tu forse non sai, né t’importa, s’io vivo –.
1040 III | vuoi terminare la lettera, salta questo paragrafo che non
1041 II | ieri io m’alzava dal letto salutandoti: – Addio, addio, piccola
1042 II | io potessi rivolgermi, e salutar da lontano i colli di Bologna,
1043 II | quali, ad onta de’ miei saluti patetici non m’avrebbero
1044 | salvo
1045 III | vuole per esser felice: – Sanità, ingegno e fortuna. – ~
1046 III | avere obbedito alle sue sante leggi. ~ Oserei
1047 III | d’uopo, per guardarmi, di sapere le leggi che mi condannano
1048 III | non sono ancora scritti), sapete ch’io nacqui in Grecia,
1049 II | nati ricchi; e voi, che lo sapevate, vi siete arricchito da
1050 I | avi, bisavi e proavi non saprei che mi dire; non li conosco.
1051 I | poi non avete voluto né saputo valutare le mie ragioni,
1052 | sarai
1053 | sarete
1054 III | Io mi credo più savio di tutti poiché rispetto
1055 I | pranzo, per non lasciarmi scappare il più bel pensiero del
1056 I | una lanterna un vecchio scarno e coperto d’un saio sdrucito;
1057 I | negletto la fortuna, perduto le scarse delizie della vita, consumata
1058 I | futuri nel non leggibile scartafaccio del fato.~ Comprende
1059 I | fa passare in diritto la sceleraggine, spesso il terrore adula
1060 I | pure ti senti bastevolmente scelerato per aspirare all’eroismo,
1061 III | Conoscendo la mia e la universale scelleratezza, ho d’uopo, per guardarmi,
1062 II | con la povertà. Ciascuno è scellerato, quando il proprio interesse
1063 III | tornando a casa, non senta, scendendo dalle alpi, l’aria piena
1064 III | madre d’Amore, che, prima di scendere fra gli abitanti di Tempe
1065 I | e allora vedo in lui uno scheletro che traballa sulle ossa
1066 II | iniziato. Mi accarezzava scherzando; ed io alzava di tratto
1067 I | intendere.~ Fuor di scherzo. Vedimi ginocchione per
1068 II | reputo meno degenerata la schiatta de’ cavalli che de’ cavalieri.
1069 I | fazioso. Tu non potrai dire schiettamente: – Amo il mio amico, aborro
1070 I | asciugare il sudore del volto. Schiudendo gli occhi languenti, vidi
1071 III | è che penuria. ~ Scienza, elezione e perseveranza,
1072 II | divisa militare, la mia lunga scimitarra e un gran pennacchio che
1073 III | sono le nostre follie, e lo scioglimento la nostra morte. ~
1074 II | Eterno Iddio! perché hai scolpito così tenacemente nella memoria
1075 II | testa marziale… e vi era da scommettere cento contr’uno che nelle
1076 II | donne.~ La mia mano scorrea mollemente per le sue membra
1077 III | dell’esperienza, ha detto, scotendo appena la testa, di sì;
1078 III | allora, fumo. – ~ Scoteva intanto le ceneri della
1079 I | del mondo. La dedica sarà scritta o dall’editore, o dallo
1080 III | leggerli mai (non sono ancora scritti), sapete ch’io nacqui in
1081 I | libertà dallo straniero, che scrive sempre le leggi col sangue.~
1082 I | strumento, tento d’ingannare, scrivendo, i miei giorni perseguitati
1083 I | cadaveri. La mia fantasia scriveva frattanto il mio nome sulle
1084 II | filosofato sul bello, e ha sdegnato i vezzi troppo comuni di
1085 I | scarno e coperto d’un saio sdrucito; il capo calvo, la barba
1086 | se’
1087 I | sembrano eterni la caligine de’ secoli remoti. Tutte le mie potenze
1088 I | tu sarai spento dall’arma secreta della calunnia, la tua prigione
1089 II | Luigi, che forse parlavi secretamente di me…~ Il nominarmi
1090 III | E la virtù: il secreto di mascherare tutti i volti. ~
1091 I | conosci me più? – mi disse, sedendo presso al mio capezzale………… ……..
1092 III | ammazzare il tempo sui loro sedili; il viaggiatore si pose
1093 III | ritorno è la più bella ch’io segni sempre nel mio giornale.
1094 III | traccio m’avvisa che la vita segue con pari rapidità la mia
1095 II | Appennino e il mio cane mi seguitava.~ “Addio, addio,
1096 III | hanno oscurato nel mio sembiante il raggio della giovinezza:
1097 III | galantuomini ad un uomo, che avea sembianza d’essere un viaggiatore.~ –
1098 I | co’ suoi raggi che a me sembrano eterni la caligine de’ secoli
1099 III | non eccettuato il buon Seneca, che (sia detto fra noi)
1100 III | che, tornando a casa, non senta, scendendo dalle alpi, l’
1101 I | alle stragi? Ma se pure ti senti bastevolmente scelerato
1102 III | dei baci.~ Non è sentimentale.~ Non è di desiderio.~
1103 II | appressarsi all’alloro, se non sentisse da lungi l’odore del mirto
1104 II | replicò Temira, che avea sentita tutta l’eloquenza della
1105 III | preludio di quella eterna separazione che ci aspetta!… Presto!…
1106 III | pensieri destati da una lapida sepolcrale incontrata in un passeggio
1107 I | da’ tuoi amici e il tuo sepolcro coperto d’infamia.~ …
1108 I | che il mio nome sarebbe sepolto col mio cadavere mi distolse
1109 II | importa, s’io vivo –. Ma verso sera la tua lettera mi ha rimproverato
1110 III | ricompensi! Ella renderà serena la tua vecchiezza, come
1111 III | Che importa se il tempo ha sfogliate le rose? La fragranza rimane
1112 III | Temira è finito. Il tempo ha sfogliato le rose della bellezza.
1113 II | sospiri de’ loro amanti sfortunati non altro alimentano che
1114 II | brevi ore furtive, appena sfuggite al sospetto del tuo geloso
1115 II | buone qualità delle donne, e sfuggiva senza maldicenza i lor vizi.
1116 II | sorsi. Le mie mani e i miei sguardi erravano qua e là estatici
1117 | siamo
1118 III | amico mio Jacopo Ortis. Siegue la lettera.]~ E
1119 | sieno
1120 II | bellezza e della tua crudeltà, simile a un’ombra lamentosa…)~ -
1121 III | il creato. Passano l’ore simili alle nuvole cacciate dagli
1122 | sin
1123 III | calarmi ad un tratto il sipario ed affrettare così la mia
1124 II | inglese, ampio petto, gambe snelle, orecchie ritte, collo e
1125 II | labbra una certa fresca soavità come se tu m’avessi baciato
1126 II | confusamente. La sua bocca umida e socchiusa, la fisionomia spassionata,
1127 III | alla umana malignità e alla sociale furberia. ~ Il male
1128 II | Io torno dalla soglia della morte – mi disse fievolmente,
1129 I | posso dire. Bensì… Lo dirò? Sogno talvolta di nuotare alla
1130 | solamente
1131 III | incontrata in un passeggio solitario. ~ Filippo domandava
1132 II | uomini sono puri. Allora soltanto noi respiriamo per un momento
1133 II | petto, le poppe lievemente sommosse dai palpiti del cuore… Eterno
1134 III | dormito più volte i miei sonni pacifici su la paglia, e
1135 II | cavallo cominciò prima a sorbettare e poi a gareggiare di trotto.
1136 I | fame di gloria, l’ulcera sorda del supremo potere. Se non
1137 II | bellezza e la tua gioventù sorridano sempre come l’aurora di
1138 III | al nascere di un eroe, e sorride su la sua tomba. ~
1139 II | rosa della tua primavera. Sorridi? Per me, non posso giurare
1140 III | eccomi sventurato e filosofo. Sorridono le mie labbra, ma non il
1141 II | lo assaporava a piccoli sorsi. Le mie mani e i miei sguardi
1142 I | lo più, tre quarti alla sorte e un quarto ai loro delitti.
1143 III | alberi funebri… Due stavano sospese sui loro sterili rami.~
1144 II | mia curiosità mi teneva sospeso su le sue forme… Da quel
1145 II | cuore, forse perché non ha sospettato della mia trista fortuna…
1146 III | ruscello, e coi legumi piantati sospettosamente dalla propria mano ne’ suoi
1147 I | Non dormo, no – diss’io, sospirando profondamente e volgendomi
1148 III | basta se tu conforti con un sospiro la memoria di quest’esule
1149 I | aiutarmi: s’assise poscia, e, sostenendomi il capo con la palma della
1150 II | esistere… se non come la sovranità popolare… Ed eccone la ragione.~
1151 III | siamo nati.~ Mi sovviene del povero svizzero. ~
1152 III | Di coloro che spandono i loro tesori per disgustarsi
1153 III | può dirlo? Ma io so che spargerei tutto il mio sangue per
1154 II | rugiadose di sudore, le chiome sparse in onde dorate su le braccia,
1155 III | Passeggiere, va’, e di’ a Sparta che noi riposiamo qui per
1156 II | socchiusa, la fisionomia spassionata, gli occhi più azzurri che
1157 II | cadavere senza neppure la speme di una lagrima. Ma… così
1158 II | non è poco se due amanti, spenta la passione, non s’odiano.
1159 I | governatori. – Oh! tu sarai spento dall’arma secreta della
1160 I | mio onore e perfino le mie speranze… Ora non ho altro… sono,
1161 II | dov’essi albergavano a spese dell’aria. Non v’è dunque
1162 I | diritto la sceleraggine, spesso il terrore adula il potere
1163 III | qui qui contemplate lo spettacolo dei stermini di cui affliggete
1164 I | vittime.~ È vero ch’io spoglio talvolta questo fantasma
1165 III | riconoscerti. ~ O dolci sponde, o sacre case, o feconde
1166 II | d’intorno al letto di due sposi gelosi. Non vi rapite la
1167 II | padre, tu l’accarezzi come sposo; gli basti. Tu né sei né
1168 I | della ricchezza, che offre sprezzatamente un tozzo di pane al vostro
1169 II | amore, e gemere respinto e sprezzato. Le donne virtuose nei sospiri
1170 III | tutti gli antichi e moderni sprezzatori di morte; non eccettuato
1171 | sta
1172 II | donne, come i fiori delle stagioni.~ Se il cielo ti
1173 I | proseguirò sempre a scrivere ed a stampare.~ Ma perché scrivi?
1174 II | cavalieri. I nostri eroi, stanchi delle strane avventure,
1175 II | sventura? Sia: quand’io sarò stanco della burrasca, il naufragio
1176 | stanno
1177 | state
1178 | stavano
1179 III | stavano sospese sui loro sterili rami.~ O conquistatori,
1180 III | contemplate lo spettacolo dei stermini di cui affliggete la terra…~
1181 I | affettuosamente: quindi mi stese la mano e mi confortava…….
1182 | stessa
1183 | stessi
1184 II | fronte e nel portamento “Storie de’ prischi tempi e forti
1185 I | lodi che si sono date alle stragi? Ma se pure ti senti bastevolmente
1186 II | nostri eroi, stanchi delle strane avventure, movono guerra,
1187 II | parte mi parea di vederti strascinato dalla prepotenza del tuo
1188 II | proprio interesse non lo strascini a offrire delle ipocrite
1189 III | mia ragione, presa alle strette dagli argomenti e dalla
1190 I | capezzale………… ……..gno. Mi stringeva anzi affettuosamente: quindi
1191 III | genio ambulatorio, ed io mi struggo di cercar nuove terre per
1192 III | vicino. Ogni sventura che mi succede in un paese straniero mi […]
1193 III | piacere di temprare, come suol dirsi, il verno al proprio
1194 II | sentiva, a piedi di una superba, maledire l’amore, e gemere
1195 I | gloria, l’ulcera sorda del supremo potere. Se non che la disperazione
1196 II | egualmente.~ Ma, così svagandomi, mi sono obbliato di dirti
1197 III | perderai per sempre! Innanzi di svelare tutti i tuoi vezzi, fa’
1198 II | suo Lorenzo. Tu non sei sventurata, non sospiri con me la perduta
1199 III | della giovinezza: eccomi sventurato e filosofo. Sorridono le
1200 II | già sentiva il rimorso di sviarti dalle utili discipline ed
1201 III | Mi sovviene del povero svizzero. ~ I numi festeggiavano
1202 III | apparecchiava a riempirla di tabacco… Egli aveva bisogno di fumare
1203 II | normando di razza, di alta taglia, baio dorato, coda all’inglese,
1204 | tal
1205 III | nostra morte. ~ Talete rispose a quei che gli domandò
1206 | taluna
1207 II | i vezzi troppo comuni di tant’altre donne.~ La
1208 | tanta
1209 | tante
1210 I | passa tra il fremito delle tarde generazioni e rompe co’
1211 II | l’età. Va’, mio ragazzo, te’ un bacio: non mi giurare
1212 I | rappresentare su questo mortale teatro la parte del piccolo briccone.~
1213 II | sacrificio alla natura. Temeva di aprire al tuo cuore inesperto
1214 III | scendere fra gli abitanti di Tempe si lasciava adorare avvolta
1215 III | domandava alla fortuna di temperare la sua felicità con una
1216 II | Vi era, o Psiche, nel tempio di Venere un voto con questa
1217 III | e il pacifico piacere di temprare, come suol dirsi, il verno
1218 II | perché hai scolpito così tenacemente nella memoria la felicità,
1219 II | ma la mia curiosità mi teneva sospeso su le sue forme…
1220 II | creduto a Temira, non avrei tentato di offrire a’ tuoi piedi,
1221 I | suonare alcuno strumento, tento d’ingannare, scrivendo,
1222 II | offrire a’ tuoi piedi, o Teresa, il mio cadavere senza neppure
1223 III | Lettore, se vuoi terminare la lettera, salta questo
1224 III | struggo di cercar nuove terre per anatomizzare sempre
1225 I | tomo il mio anno ventesimo terzo, dai 4 maggio del 1799 sino
1226 III | coloro che spandono i loro tesori per disgustarsi di quanto
1227 I | avrei voluto chiamare in testimonio le biblioteche de’ frati
1228 [Titolo]| Testo~
1229 I | l’amore della virtù, il timore dell’avvilimento mi ha rattenuto
1230 III | fatti vili e infelici dalla tirannide.~https://www.fausernet.novara.
1231 I | impresa, esecrato forse come tiranno… Non si può giovar mai a
1232 II | iscrizione: “Non amo più Tirsi; né prego di amarlo ancora.
1233 II | nominarti.~ Io avrei toccato nel cuore del povero malato
1234 I | confessarmi a’ tuoi piedi, o tollerante conoscitore dell’uomo.~
1235 III | eroe, e sorride su la sua tomba. ~ Ah! ora m’avvedo
1236 III | Dai precedenti tomi dell’IO che voi, madama,
1237 III | conoscenti t’incontreranno, e torceranno gli occhi per non riconoscerti. ~
1238 III | Chi è quell’italiano che, tornando a casa, non senta, scendendo
1239 II | ai vecchi amici di casa, tornati nella grazia di Madonna
1240 II | le forze.~ - Io torno dalla soglia della morte –
1241 II | usseri trottava verso la Toscana. Il mio cavallo era normando
1242 II | vibrazione non sarebbe cessata sì tosto. ~ ~ Che fai, deliziosa
1243 I | offre sprezzatamente un tozzo di pane al vostro sacerdote?~
1244 I | in lui uno scheletro che traballa sulle ossa ammucchiate de’
1245 III | scrivo… e ogni lettera ch’io traccio m’avvisa che la vita segue
1246 II | tristezza, il sospetto e il tradimento passeggiano sempre d’intorno
1247 III | tuo cuore appunto non ti tradisca! Non piegarti ai primi sospiri
1248 III | partecipa de’ principi comici e tragici; l’intreccio sono le nostre
1249 II | appunto per modulare le transazioni. Nel momento de’
1250 III | nacqui in Grecia, che io trascorsi l’infanzia fra gli egiziani,
1251 I | stesso interesse, che la trasse a liberarsi, la persuaderà
1252 I | destandomi pietà di me stesso, mi trassero una lagrima: ei l’asciugò
1253 | tre
1254 III | perde quaggiù… tutto! Quelle trecce, che tu con tanta cura conservi…
1255 III | fra noi) si accarezzava, tremando, un fiato di vita con l’
1256 II | fievolmente, porgendomi la mano tremante.~ Quel giorno mi
1257 II | al piacere, ed offrono in tributo alle Dulcinee una parte
1258 II | gelosia e dell’onore. La tristezza, il sospetto e il tradimento
1259 I | fantasma della porpora e della tromba, e allora vedo in lui uno
1260 II | onde è naturale che il trottar degli altri cavalli gli
1261 II | un reggimento di usseri trottava verso la Toscana. Il mio
1262 II | sorbettare e poi a gareggiare di trotto. Lo dirò? Mi sono in un
1263 III | che… ~ ~ Mi son trovato rinchiuso fra due montagne
1264 III | idoli della lor fantasia, trovavano il bello ed il vero”.~
1265 | tue
1266 II | strumento fatto per ogni tuono, e appunto appunto per modulare
1267 II | cieco delirio dell’amore turbano quasi sempre le delizie
1268 I | una febbre di gloria che m’ubbriaca perpetuamente la testa.
1269 I | dalla fame di gloria, l’ulcera sorda del supremo potere.
1270 I | rasserenava al suo dire, ma quest’ultime parole, destandomi pietà
1271 II | s’odiano. Prevenite gli ultimi giorni di una passione languente
1272 III | lusingassi di un vantaggio su l’umanità… ~ O mio figlio,
1273 II | confusamente. La sua bocca umida e socchiusa, la fisionomia
1274 | un’
1275 I | sino a’4 maggio del 1800. Unito che sia al corpo dell’opera,
1276 III | universale scelleratezza, ho d’uopo, per guardarmi, di sapere
1277 II | ancora anelante, e appena uscito dagli arcani misteri ove
1278 II | addio” un reggimento di usseri trottava verso la Toscana.
1279 II | rimorso di sviarti dalle utili discipline ed di rapirti
1280 I | intento, dalla fortuna; la utilità fa passare in diritto la
1281 III | nell’idea di andare ognora vagabondo come un arabo, portandomi
1282 I | invece di pentirti, ti vai divorando quel poco d’ingegno
1283 II | ch’egli avea bisogno d’una valdrappa assai larga che gli coprisse
1284 III | né il suo esempio, che vale assai più, mi hanno potuto
1285 II | cavalleria, arieggiando il valor di Rinaldo, non parlando
1286 III | piccole cose che son di tanto valore, la virtù e l’amore, son
1287 I | non avete voluto né saputo valutare le mie ragioni, eccomi presto
1288 II | sei né sì prodiga né sì vana da ruinare gl’interessi
1289 II | ed di rapirti gli amabili vaneggiamenti di un amore non ancor conosciuto…
1290 III | dove tu ti lusingassi di un vantaggio su l’umanità… ~
1291 II | moralizzare… e ne appello ai vecchi amici di casa, tornati nella
1292 III | Ella renderà serena la tua vecchiezza, come adesso l’amore fa
1293 II | d’altra parte mi parea di vederti strascinato dalla prepotenza
1294 II | Che, se mai, se mai non mi vedeste più… e se… ~ Se… –~
1295 III | virilità in Francia, come vedete, e il resto di vita… Dio
1296 I | Fuor di scherzo. Vedimi ginocchione per confessarmi
1297 I | e della tromba, e allora vedo in lui uno scheletro che
1298 III | faccia per me: io non ti vedrò forse più. A me basta se
1299 II | obbliato di dirti che ho veduto il tuo B… Mi accolse di
1300 III | la mia morte ~ La venerabile povertà… I tuoi conoscenti
1301 I | questo tomo il mio anno ventesimo terzo, dai 4 maggio del
1302 I | odissea, l’unico pensiero veramente comodo e pronto. Non mi
1303 III | argomenti e dalla trista verità dell’esperienza, ha detto,
1304 I | biblioteche de’ frati e de’ vescovi; ma, poiché sono state saccheggiate
1305 I | letteratura, né i ricamati vestimenti de’ nostri magistrati. E,
1306 III | profondi. Presso le loro vette le nuvole erravano lentamente
1307 II | che ho imparato nel mio viaggio. Innocente! Gli uomini son
1308 II | malato una corda, la di cui vibrazione non sarebbe cessata sì tosto. ~ ~
1309 I | la sua noia, disturba i vicini, non v’adirate s’io, che
1310 I | Schiudendo gli occhi languenti, vidi al debile raggio di una
1311 II | una perfida compiacenza… Vien’ dunque, vieni. Gli abbracciamenti
1312 | viene
1313 | vieni
1314 III | ristoro ai popoli fatti vili e infelici dalla tirannide.~
1315 III | pretende, l’uomo il più villano del mondo. Né tutta la sua
1316 II | avventure, movono guerra, e vincasi per fortuna o per ingegno,
1317 III | Ma, o tu pure che vinci, dove tu ti lusingassi di
1318 I | mentite… Ecco, per altro, violate le regole, e la mia dedicatoria
1319 III | giù per l’Italia, la prima virilità in Francia, come vedete,
1320 II | respinto e sprezzato. Le donne virtuose nei sospiri de’ loro amanti
1321 I | pugnale fumante ancora nelle viscere de’ miei congiunti, e di
1322 I | sei tu, sarà sempre o la vittima del forte o l’ordigno del
1323 I | quand’ella il voglia, sue vittime.~ È vero ch’io spoglio
1324 II | n’era avara per questo. Viveva e lasciava vivere. Il mistero
1325 II | vivere e t’allontanino dal vizio.~ Bada!… non innamorarti! –~ (
1326 I | certa corda… ed io non ci vo’ più pensare: non ci pensar
1327 I | a lusingarmi con la sua voce, che passa tra il fremito
1328 | voglio
1329 III | rapidità la mia penna. Il tempo vola e divora il creato. Passano
1330 II | credeva che il tuo cuore, volando dietro a’ piaceri non si
1331 | volendo
1332 | voleva
1333 I | sospirando profondamente e volgendomi dal suo lato, – non dormo…
1334 I | ch’io stampi un tomo alla volta per tastare il giudizio
1335 III | secreto di mascherare tutti i volti. ~ Ma, o tu pure
1336 I | perché gli antecedenti volumi stanno ancora nel mio calamaio,
1337 II | avvelenare la pace e la voluttà, fatte per la tua anima
1338 II | a poco a poco dalla sua voluttuosa agonia. Il desiderio intanto,
1339 II | nuotanti in un languore voluttuoso, le guance impallidite e
1340 | vorrei
1341 | vostro
1342 II | nel tempio di Venere un voto con questa iscrizione: “
1343 I | quarto ai loro delitti. Il vulgo giudica, più che dall’intento,
1344 I | a questa ignoranza e al vuoto della carta col mio panegirico:
1345 III | dalla tirannide.~https://www.fausernet.novara.it/fauser/