V
APISTIO Ben ben, Fronimo. Tu me hai giunto. Benché a me
paresse di disputare con uno degno e nobile cavaliere, perché io te vedo
vestito con quelle civili et egreggie vestimente e cinto di una molto ornata
spata, ma non credevo già di disputare con uno che intendesse tanto
eccellentemente li nascosti sentimenti delli poeti, historici, philosophi, et anchora delli christiani theologi. Il perché, conoscendo io
la tua sufficientia, ti priego vogli tu per
tal modo adaptare in cotesta parte che ci resta del viaggio,
che puossi seguitare il già comenciato ragionamento; et anchor puossi dimostrare dell'altre cose, con il secondo
ditto, sicome già hai fatto quelle prime con il primo, sicome se suole dire:
cioè con tanta facondia, sottilità, e dechiaratione che possono intrare in me
ben digeste e dechiarate, sicome l'havesse io ben poi
mastigate. Hor non perdiamo tempo, ma te priego seguita, la già comenciata disputatione.
FRONIMO Sarebbe bisogno di molto più dotto di me, et anchor sarebbe necessario di non puoco e breve viaggio,
ma di longo riposo in dovere satisfare alle tue
humanissime petitioni. Nondimeno pur mi sforzarò di satisfare a te quanto potrò.
Certamente sarebbe vile e privo di ogni civilità, se io non essaudisse le
gratiose et anchor
honeste addimande di colui de
cui ho già conosciuto per le sue resposte che grandemente desidera e bramma de
intendere la verità. Dunque seguirò la già comenciata disputatione, e ramentarò
quelle cose paiono siano accomodate a quello avanti dicevamo, quanto imperò ci
concederà il breve spatio del viaggio. Già havemo detto molte cose et hora voglio rispondere a quello tu dicesti, cioè che
pare non se accozzano le streghe insieme nel narrare le cose fatte ad esse dal
demonio e pare non se convieneno in referire quelle cose del loro scelerato
giuoco, ma che una dice in un modo e l'altra in altro modo. Io ti rispondo che
cotesto può intervenire o dalla paura o da mancamenti di memoria: perché
communamente sono grosse de ingegno e contadine della villa. Anchor se può cagionare et incolpare la malitia del
demonio, il qual inganna, ma non tutto in un medemo modo. E questo facilmente
se può conoscere nell'antichi prestigii et illusioni. Conciosia che egli è
altra generatione de incantationi nello Eussino, altra nella regione taurica, et altra maniera nella Italia. E se ben considerarai, conoscerai non
esser simile totalmente quella Pharmaceutria di Theocrito a quella de cui
parla Vergilio, cioè non è simile l'arte de veneficii et incantamenti una con
altra. Anchor pare intervenisse il simile nelli oracoli
e responsioni. Perché altre erano le resposte date per le femine inspirate
dalli malegni demonii, et altre erano quelle havute per le
aperture e voragini della terra, et altre anchora quelle che erano pigliate
dall'huomeni per li sonnii nelli tempii. Il perché alcuni dormivano nel tempio
di Pasiphea, e li medici calabresi anchora essi haveano consuetudine, con li
Dauni, di riposarsi appo del sepolcro di Podalirio, il quale Podalirio fu
figliuolo di Esculapio,
e fu eccellente medico.
Anchora è manifesto come solevano giacere assai persone nel tempio di Esculapio. Il che non solamente fu osservato nelli tempi
heroici, ma anchora per insino alla età di Antonino, de cui racconta Herodiano
che andò a Pergamo per l'antidetta cagione. Anchora leggiamo qualmente havevano
consuetudine li oracoli di dare responsioni per il mezzo di intiere statue, et
anchora per mezze statue, e mediante anchora le colombe, o fussero quelle veri
augelli, o fussero femine di simile nome non lo so, ma ben so per detti modi
revelaveno le cose occolte et annontiaveno quelle doveano venire. Anchora assai
auttori narrano come erano fatte simili cose nella India per il mezzo
dell'alberi, et in Dodone, sicome raccontò Alessandro Magno. Erano anchora
altri, li quali, subitamente intrandoli sopra un certo furore, narraveno
maravigliose cose. E così ritrovavonsi cotesti et altri milli modi, e diversi
l'uno dall'altro, da revelare li secreti et annonciare le cose da venire. E
come erano diverse specie e generationi dell'augurii, e diversi li modi del
scelerato rito da manifestare le cose occolte e da annontiare le cose doveano
venire, così erano diversi i sacrificii, colli quali sagrificaveno, e anchora
diversi i modi di esso scelesto, prophano et essecrando sagrificio. Anchora
erano diversi li incantamenti delli antichi, e non manco sono varii nella
nostra età, e non manco sono fatti con altri scelerati costumi e modi, che
solevano fare quelli antichi Romani. Sono narrate alcune cose dall'antico
Catone nelli libri Della agricoltura di tanta sciocchezza, che
retrovansi puochi le possono leggere senza gran riso et ischerno. Nondimeno
furono imperò iscritte da uno huomo Romano, il quale fu censore e triomphatore.
Ma quanto al moto, cioè in che modo siano portate dal demonio, e quanto al
luogo dove sono fermate, tu non ti debbi meravegliare. Conciosia che quella
cosa che è con il suo ingegno bugiarda, fallace, et ingannatrice, egli è quella
sovente de più modi e di varia natura, ma quella che è verace se accosta alla
semplicità. E cotesto è facile da vedere in quelle cose che havemo ramentate, e non manco anchora se può conoscere nelli
figmenti e favole de poeti, come sono fra se varii et anchor contrarii. Et anche spesse volte questo se ritrova
nelle narrate historie:
il perché sovente se ritrova
una cosa scritta in duoi e tre modi, et anchor qualche volta in più, uno contrario all'altro; e se pur non serano
contrarii, al manco seranno diversi e varii. Il simile interviene anche nelle
oppenioni de' philosophi e nelle responsioni delli savii iureconsolti, e
dottori delle leggi così pontificali come imperiali, conciosia che se ritrovano
varie oppenioni circa una medema cosa. Ma non mai imperò se ritrova questa cosa
nelle scritture de' theologgi, eccetto che in quelle cose le quali sono communi
così alli poeti, come alli philosophi. Ma in quelle cose, le quali propriamente
pertengono ad essi theologgi, cioè nelli commandamenti de Iddio, e così
nell'altre cose che pertengono alla fede catholica et alli costumi, che sono
necessarii alla salute nostra, non vi si ritrova veruna dissensione, ma sono da
tutti narrati e dechiarati con grande concordia e consonantia, et in uno medesimo modo. Vero è
che'l demonio, malegno amico della dissensione, così come è bugiardo et
ingannatore, così è vario e versipelle, acciò dica meglio: il quale
vocabolo, segondo li studiosi della lingua latina, è cavato fuori da quelle
favole delle quali già avanti parlassimo, per il cui inganno dicevansi esser
trasmutati l'huomeni nelli lupi. E così come ingannava Pithagora, Empedocle,
Apollonio, e l'altri antichi philosophi, di simile generatione, con il colore
della dottrina, (il perché usava cotesti laciuoli, e cotesti modi, colli quali
facilmente ve li puoteva tenere ligati) e così come anchora già tirava a sé le
donneciuole con il mangiare, bevere, imbriagare, e con li lascivi e carnali
piaceri, così anche hora
tira similmente a sé
l'huomiciuoli e donniciuole con simili piaceri, li quai, come chiaramente se
vede, furono sprezzati da molti philosophi. Ma quelli philosophi conduceva con
molti modi a farsi adorare, cioè o con il colore della sapientia overo con la superstitione della falsa religione.
Conciosia che per havere e' gradi della cognitione e per ottenere la dottrina,
facevano essi orationi e laudevoli hinni alli oracoli overo alli tempii delli falsi Dei. Per le quali cose gli
pareva de impetrare la cognitione delle cose che doveano venire, et anchor parevali di ottenire di essere portati per aria in
diversi luoghi. E così sendo
fatte queste cose con lo
agiuto del demonio, quelli lo atribuivano ad una certa cosa divina, che pareva
fussi ne' detti huomeni. In che modo altramente haverebbono possuto vedere li
discepoli di Pithagora esso suo precettore disputare hora nel Taurominio di Sicilia, et hora nel Metaponto,
in così puoco spatio di tempo? Per quale via sarebbe caminato per aria
Empedocle, et anchora in che modo così presto sovra della saeta sarebbe corso Abare, per il ché fu chiamato Atrobate? Colui grandemente se inganna, chi crede
che Apollonio conoscesse assai delle cose doveano venire, et che lui comandasse
alli demonii et quelli l'ubbidisceno per paura
havessero di lui. Fengeva il demonio astuto e malvagio di essere martoriato da
lui et anchora di essere sforzato, accioché, sendo quello inescato sotto colore della finta divinità, dipoi più fortemente se
accostasse all'altre cose e totalmente rovinasse nelli peccati. Il che
facilmente, s'el ti piace, il puotrai conoscere dal fine che seguitava.
Sforzosi di fare uccidere primieramente Pithagora nella seditione, e dipoi di
farlo tagliare in pezzi. Amazzò Empedocle nel vergognoso letto, lo quale havea
condutto a tanta sciocchezza che credeva di havere ottenuto la divinità. Il
perché ei diceva alli compagni qualmente se dovevano allegrare, conciosia che
non sarebbe più huomo mortale, ma doventarebbe Dio immortale. Imperò cosi
scrisse quello in greco, ma io lo voglio ramentare in volgare: remanetivi in
pace, conciosia che io sono a voi Dio immortale e non più mortale. O che
morisse con questa morte, overo di quella de
cui scrisse Democrito Troegenio, quando diceva qualmente ello pendeva, overo se era attaccato, ad uno cornale con uno lacciuolo
al collo, egli è da pensare, che'l passassi di cotesta vita per instigatione et
per persuasione del demonio. Anchora non si contentoe di quello inganno et
illusione, ma anche diceva come già era passata l'anima sua per diversi corpi,
con queste parole grece, le quale volgarmente le dirò così: Già io fu una
fanciulla, et un fanciullo. E così al fine fu condutto alla morte colle
voci delli demonii, e con il spiandore delle fiaccole, sicome racconta
Heraclide. Forsi anchora ne condussi Apollonio nel sempiterno supplitio con
l'anima insieme con il corpo (la quale morte non pare che sia indegna alli
maghi et incantatori) conciosia che variamente egli è narrata la morte di esso:
perché sono alcuni che dicono come morì in Epheso, altri scriveno che morì in
Creta, et alquanti altri vuoleno mancasse in Rhodo. Vero è che non era in piedi
il vodo sepolcro di quello ne' tempi di Philostrato,
benché fussi adorato e reverito per dio da alcuni stolti e pazzi. Il quale
scelerato costume, sicome l'altri frodi del demonio, mancò et hebbe fine fra
puoco spatio di tempo. Così anchora poi lo avenimento di messer Giesù Christo,
vero Imperadore di tutto il mondo, mancarono tutti li
oracoli, resposte, e domestici ragionamenti delli idoli et delli falsi Dei:
nelli quali era inviluppato e strettamente legato quasi tutto il mondo. E così
quello, il quale apertamente e publicamente dava
resposte per li oracoli, per li idoli, e per li altri modi, hora scioccamente parla per le oscure caverne,
desiderando li lascivi e carnali piaceri, li quali hora sono vergognosi, che allhora alle genti erano gloriosi. Il perché fu
scritto quel parlare:
Dignate, Anchisa, del Paphio coniugio.
E non solamente furono quelli
lascivi piaceri gloriosi e di grande reputatione ne' tempi heroici, ma anchor nella età di Alessandro e di Scipione: alli quali
fu attribuito cotesta gloria, che erano istimati da molti figlioli di Giove. E
questo molto maggiormente è manifesto per le historie che io possa con ogni diligentia raccontare, cioè
che era creduto che il demonio che se faceva chiamare Giove in figura di
serpente havesse havuto amorosi piaceri con la madre di Scipione, e con Olympia
mogliere del re Philippo. Et erano in tanta oscurità di mente che credevono
fussi Giove dio. E così in cotesti e simili modi tirava ne' peccati quelli che
erano lascivi, libidinosi, e carnali, meschiandoli imperò anchora qualche
colore di superstitione. Anchor così inescava
quelli li quali desideraveno e brammaveno la gloria et eccellentia delli honori
mondani, li quali sendo
fra li mortali et havendo
pronontiati le cose da venire per la conversatione e familiarità continua
haveano havuto colli demoni, anchora similmente dopo la morte pronosticaveno. Il perché
favolescamente narrassi di Orpheo, come sendo vivo fu riputato profeta, et dipoi sendo morto, se dice come dava anchor resposte. E
dicesse anchor qualmente, sendoli tagliato il capo dalle
donne di Thracia, andò esso capo nel Leibono, et ivi habitò in una spaventevole ruppe, vaticinando e dando responsioni per li spiracoli
et aperture della terra. Portaveno anchora in volta li oracoli di Amphiarai e
di Amphilocho vati e divinatori, sendo anche egli
vivi, et il simile fecero doppo la morte. Il che forsi grandemente desiderò
Empedocle, quando vuolsi esser riputato dio immortale. Favolosamente anchor raccontano come essercitaveno la militia e la
guerra li reggi dopo la morte, e facevano battaglia, e combattevano, et che
andaveno a cacciare li animali e l'uccelli, et cavalcavano, sicome narraveno di
Rheso re di Tracia, che cavalcava in Rhodope. Oltra di ciò dicevano, come non
solamente se eccitavano et se rappresentaveno le anime de quelli, con l'opra
delli cerchii e delli sagrificii ramentati da Homero, ma anchora spontaneamente, e con alcuni patti, in
quel modo, sicome scrive Philostrato, se appresentassi Achille al Tianeo et al
vinitore Protesilao, coll'altri
capitanii fecero battaglia
con Priamo. Vero è che la faccia, i volti, i costumi, e li atti, e gesti de
quelli, perché sono di altra maniera, e molto diversi, e varii da quelli, che
sono iscritti da Homero,
e perché sono anchor dissimili da quelli che narrano l'historie di
Darete phrigio e di Ditto cretese te insegnano quanto siano li inganni delli demonii, e le bugie, che hanno posto nella cognitione, et anchor ti dimostrano li nocevoli deliramenti e pazzie
meschiate colli buoni costumi. Perilché, se il demonio ha uccellato e beffato,
et ingannato per questi modi quegli li quali se istimaveno savii e dotti,
credendo le cose contrarie e totalmente dalla ragione discoste, quale è la
cagione che tanto grandemente tu ti maravegli di udire e di vedere molte cose
varie, diverse, sciocche, e pazze, e contrarie l'una dell'altra, nelle streghe
de nostri tempi? Ma anzi maggiormente tu ti debbi meravigliare di quella
eccellente sapientia e possanza di Christo, la quale talmente ha operato, che
quello havea persuaduto il demonio malegno e perverso, inanti lo avenimento di
esso, a tanti reggi, oratori, e philosophi delle genti, sicome cosa eccellente e
molto meravigliosa e degna d'ogni sapientia, hora a pena il possa persuadere ad alcuni huomiciuoli e donnicciuole, cioè che
lo adorano, lo reveriscono, l'honorano, e faciono quelle cose che gli comanda,
e così per questo modo tu ti debbe maravegliare, che quello, che già era fatto publicamente in tutto il mondo, et fra tutte le
generationi, sicome cosa honorevole e gloriosa, che hora sia fatta nelli piccioli e stretti cantoni da puochi secretamente e con ignominia e vergogna. Ma voglio che
tu ben consideri una cosa de divina gloria, fra le altri, cioè che gli è tanto
sodo, fermo, e stabile il fondamento della triomphante fede de Christo, che non
vuole il demonio perverso e malegno vi vadino alle sue scelerate congregationi
e radunamenti, né anchora vuole che conversino con lui le streghe, se prima non
renegano la santissima fede di Christo e spreggiano li sagramenti della
sagrosanta Romana Chiesa, e conculcano colli piedi la consegrata hostia. E così, in questo modo, comanda quello scelerato
nemico de Iddio a chiunque vuole entrare nella sua profana, maledetta, e
perfida compagnia, che abbandonino, spreggino et ischerniscano la nostra
santissima religione christiana, imperò non si può accozzare né convenire
insieme la bugia e falsità con la verità, né le tenebre et oscurità con la
luce, né anchor la superstitione con la religione. Io
credo, il mio Apistio, che hormai tu ti sia assai certificato e chiarito, così
pian pian camminando, di quello de cui havemo conferito e disputato, et anchor di quello del quale mi addomandasti. Deh, per tua
fede, vedi, vedi colà la strega, che è a grandi ragionamenti con il dotto
Dicasto, nel portico avanti del sagrato tempio.
APISTIO
Dio vi salvi.
DICASTO Siate e ben venuti. Che cosa ci è di nuovo, il
nostro Apistio?
APISTIO Lo addimandamo a te. Conciosia che Fronimo nostro
et io siamo venuti qui, acciò udiamo narrare le cose dell'altro mondo, alla
strega, che è avanti di te; imperò s'el ti piace.
STREGA Heimè, dove son giunta?
DICASTO Non haver paura. Ma sta pur di buona voglia, e
parla senza verun pavento. E non dubitare di me, conciosia che io ti servarò
quanto ti ho promesso, cioè che non serai martoriata, se liberamente manifestarai
tutte le tue malvagie opere, le quali non possono più esser nascoste, perché
già ho li testimonii come tu sei in detto errore e peccato; et anchor tu l'hai confessato, sicome io grandemente
desideravo.
STREGA Deh, heimè. Già l'ho detto. Per quale cagione
donque mi tormentati di volerlo anchora un'altra volta hora intendere?
DICASTO Perché è bisogno di ritornarlo a confessare, non
solamente inanti di duoi over di tre testimonii, ma anchora avanti di più, et
al fine anche davanti di tutto il popolo, se desideri di schifare la pena
tassata dalle leggie a voi che seti di questa maledetta compagnia, per tanti
sacrilegii e tante scelerate opere che voi fatte. Vero è che già hai a me
promesso di fare tutto quello che ti comandarò; et io te ho promesso, servando
tu le promissioni antidette, di non consignarti nelle mani del giudice, il
quale incontanente ti farebbe brugiare, così sendoli comandato dalle leggie. Hora non ti comando altro, eccetto che tu ramenti un'altra volta quelle cose che tu hai fatto colli demonii nel giuoco, o sia nel corso, come se dice
volgarmente.
STREGA O maladetto giuoco. O giuoco infelice per me. O
mala sorte mia.
DICASTO Non bisognano hora lagrime, non pianti, né anche gridi.
STREGA Deh, per quella humanità et gentilezza che in voi
se ritrova, priegovi non mi vogliate per hora più darmi fastidio. Ma siati contenti di concedermi un puoco spatio di
tempo et un puoco di riposo, tanto che mi ramenti il tutto, e così dipoi vi
narrarò ogni cosa che ho fatto.
DICASTO Piacendovi, gli concederò quello che le piace et
addimanda. Conciosia che poi raccontarà il tutto con megliore animo e con più
agevole voce, se espettaremo ad intrare nelli ragionamenti per insino a domane.
Dove haverò molto a piacere, s'el non vi serà grave, vi ritroviati presenti.
APISTIO Non parvi grave a quelli huomeni desiderosi di
dottrina di partirse
de' suoi paesi, et andar per
insino a Gnoso, città di Creta, alla spelunca e tempio di Giove, per udire le
leggi vane e di puoco momento di Minosse e di Licurgo, e serà a me dunque fastidio di caminare un miglio, acciò impari quelle cose le quali, se
non sono vere, almanco paiono verisimili per la disputatione di Fronimo?
FRONIMO Hora mi rallegro molto, perché ti vedo tanto istimare, non me, ma la verità, e
pur anchora se ben non l'hai certa, tu fai almanco conto della similitudine di
essa. Il perché non serà anchor a me grave,
di ritornare qui dal nostro castello, per essercitio del corpo.
DICASTO Così dunque retornareti da noi, et io ve aspettarò
con gran disio. Andati dunque in pace. E tu, guardiano della carcere, ritorna
cola strega, e tu, strega, pensa ben il tutto, acciò il possi ordinatamente e
senza veruna bugia narrare.
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