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Ioannis Picus Mirandulensis
Libro detto Strega

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  • IL SECONDO LIBRO DEL DIALOGO DETTO STREGA
    • V
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V

APISTIO Ben ben te intendo. Il perché per buon rispetto, non bisogna altrimenti cercare, overo investigare il sentimento della parabola, per li nascosti luoghi.

FRONIMO Diròe anche due parole. Io istimo che habbia Iddio con sua gran prudentia voluto fermare e stabilire la sua santissima fede nelli animi delli fideli in diversi modi per fare crescere più ampliamente in ogni canto la christiana religione, in questo infelice tempo, nel quale pare vadi ogni cosa di male in peggio.

APISTIO In che modo?

FRONIMO Prencipalmente in tre modi. E prima per il successo delle cose già predette et annuntiate, di poi per li miracoli fatti divinamente, e poi anchora per il scoprire che ha fatto la divina providentia delle sceleritade de cotesti indiavolati riti e maledette opere dell'antidetto molto biasmevole giuoco. Già havemo veduto venire apunto le sanguinolenti guerre, la crudele fame e caristia e la horrenda pestilentia, sicome già avanti erano state annontiate divinamente per molti anni. Haverebbono forsi possuto credere alcuni facilmente, per cotal modo oppressi dalla grandezza di queste tribulationi, che fussero procedute o casualmente o fatalmente dette calamitadi e tribulationi, s'el non fussi suto nuovamente svegliata et eccitata la fede in questo nostro castello con tanti miracoli fatti dalla gloriosa Vergine Maria madre de Iddio. Le quali cose, sicome da sé confermano e fortificano la fede christiana, così anchora per accidens la confessione di coteste streghe gli vigoria e forza: per la quale confessione e per il gran numero delli testimonii di amenduoi li sessi, cioè così delli maschi come delle femine, cognoscemo apertamente qualmente li demoni sono nemici et adversarii della fede christiana. La quale è di tanta forza, che quanto maggiormente e con ogni sua forza, astutia, et inganni la cercano di rovinare e di oscurare, tanto maggiormente se alza e respiande per ogni lato.

APISTIO O quanto ben l'hai condutto questo tuo ragionamento. Ma hor su, dimmi, o buona strega. Uccidesti giamai verun fanciullo?

STREGA Non un solo, ma sì molti.

APISTIO Con il coltello, overo con la mazza?

STREGA Con la aguglia e colle labra.

APISTIO In che modo?

STREGA Intravamo di notte nelle case de nostri nemici, per le porte et usci che erano aperti a noi, dormendo e' loro padri e madri, e pigliavamo i fanciullini, e conducendoli appo del fuogo, li foravamo con la aguglia sotto le unghi, dipoi, ponendovi le labra, asciugavamo tanto sangue quanto ne puotevamo tenire nella bocca. E parte di quello ne deglutivo, cioè il mandava giù nel stomaco, e parte ne riservavo in una bussula o in uno vasetto, per fare dipoi dello unguento, da ungere li luoghi vergognosi quando vogliamo essere portati al giuoco.

DICASTO Acciò non istimati esser coteste favole, e che siano sonnii, o imaginationi, e che siano solamente illusioni, e non sia in verità e realmente, cioè di andare per le case di questo e di quello ad uccidere li bambini, vi dico qualmente sono stato ritrovati delli fanciullini, ben certamente infelici, che anchor pigliaveno la popa et il latte, li quali haveano le dita forate, e le piaghe e bucchi sotto le unghini.

APISTIO Respondi, strega. Assai mi maraveglio, che non piagnessino, e che non cridassino detti fanciullini, quando voi li trattavati tanto male, e che li pungevati.

STREGA Sono allhora per cotal modo indormentati, che non sentino. Ma dipoi quando sono svegliati cridano ad alta voce e piangono, e stridono, e se infermano, et anchora alcuna volta moreno.

APISTIO Perché non muoiono tutti?

STREGA Perché li sanamo. Conciosia che gli diamo delli giovevoli remedii e così li liberemo. Il perché ne tiramo grandi guadagni.

APISTIO Chi vi ha insignato questi remedii?

STREGA E' demonii.

APISTIO Questo a me non parre verisimile.

FRONIMO E perché? Non sai tu come il demonio conosce le virtude delle herbe, le quali anchora hanno conosciuto l'huomeni? anchor tu debbi sapere come già furono scritte molte regole da medicare nel tempio da Esculapio, le quali dipo' le tolse Hippocrate e le scrisse nelli suoi libri, sicome ritroviamo. Anchor sono scritti molti giovevoli remedii così alle piaghe e fedite, come contro delli veleni, nelle historie, che furono ritrovati per li sonnii. E pur anche leggiamo qualmente solevano dormire nel tempio di Pasiphea e nell'altri tempii delli istimati Dei dalli Gentili, sicome già più avanti dicessimo, quelle chi cercavano li remedii contro delli infirmitade, sapendo che gli serebbono revelati per il sonnio. Il perché tu non ti debbi maravegliare se anchora ne tempi presenti gli revela il demonio li remedii a questa ria e malvaggia generatione di huomeni e di femine, le quali frequentemente conversano con lui.

APISTIO Di che cosa vi danno speranza, doviati haver da loro?

STREGA Longa vita, grande dovitia e ricchezze e continui piaceri carnali: le quali havemo e ne pigliamo delettatione.

APISTIO Deh, dimmi per quella fede che non hai. Ti donòlo già mai delli danari?

STREGA Già me ne donòe alquanti, vero è che disparsono. Pur servai alquanti puochi quattrini.

APISTIO Veramente sono grandi ricchezze coteste. Deh, pensa che cosa poi serebbe, s'el te promettesse li thesori di Creso, overo ti promettesse maggiore dovitia di quella di Alessandro Magno: conciosia che era portato lo oro di quello da quaranta migliara de muli, se è vero quello che scrive Curtio, overo sicome dice il Plutarcho in greco, il quale così dirò in volgare per satisfare a ciascuno: era portato lo oro di esso da diece migliara di giogati orichii su le carrette et da cinque migliara de cameli.

FRONIMO Pare di contentarsi cotesta vile e sozza feccia di huomeni e di donne se le dona tanti piaceri quanto non havea Sardanapallo, né Smindre, né Stratone. E così più oltra non cercano, pur habbiano questi piaceri diabolici.

APISTIO Almanco quelle erano humane e vere, benché vergognose e biasmevoli, ma queste delle streghe sono cose da ridere e da farsi beffe, e sono menzogne finte e vane.

FRONIMO Tu non dirai che quelle siano vane, se tu ben considerarai questo vocabulo: comentatitie et imaginarie, cioè parte finte e parte nuove.

DICASTO Istimo che quelle siano in parte vere, cioè fondate in quella cosa che è; et in parte siano fallaci e finte e non firmate in verun vero fondamento; e maggiormente circa di quelle cose delle quale narrano alcuni, come se cangiano in forma di gatte et in altre figure di animali l'huomeni e donne di questo maledetto giuoco, et che resuscitano li buoi che hanno mangiato, sendoli poi dato della verga dalla Donna o dal Signore del Giuoco, sovra della pelle dovi vi sono posto drento l'ossa di detto buo mangiato. Il perché siate certi come tutte queste cose sono imaginationi, illusioni, et cose che così fa apparere il demonio scelerato et astuto che siano, ma in verità non sono, né anchora esso le può fare. Ma che siano alcuna volta portati per aria; et che sovente mangiano, beveno, et diansi libidinosi piaceri colli demonii così in forma di maschi come in forma di femine, non è da negare, né anchor da riputare cosa falsacontraria alla verità. Puotrebbi narrare assai cose confermate da dignissimi testimonii, se non havessi paura, che voi vi lamentasti di me, dicendo che vi havessi ingannato robbandovi il tempo concesso a voi da dover udire la strega.

APISTIO Ti priego, sia contento di riservare cotesta curiosa disputatione per infino a domane.

DICASTO Già è diputato quello ad altri ragionamenti pur molto curiosi. Vero è, se tu pur tanto brammi de intendere questo, siati contento di disinare hoggi con mieco. Benché siamo nella villa non mancarano imperò tanti cibi quanto seranno necessarii da istinguere la fame.

FRONIMO Non è da rifiutare il convito dello amico, dovi si ritrovano assai dotti ragionamenti, benché puochi cibi. Conciosia che è molto più aggredevole alli spiriti gentili et a quelli che se delettano della dottrina, il convito ornato di curiosi parlamenti, che de varietà e di moltitudine di vivande.

APISTIO Piacemmi assai ciascuna di coteste cose. Perché con una si pasce il corpo, e con l'altra l'animo.

DICASTO Hor chiedéti pur voi dalla strega quello che vi piace. Lassarò costui qui vicario et in mio luogo, per insino ritornarò da voi. Perché voglio impore al soprastante della mensa quello che debbia fare.

APISTIO Su, strega, di': havea il tuo amoroso verun segno, con il quale addimandato da te venesse nel cerchio?

STREGA Si, havea in questo modo: che ogni volta che mi fussi discostata dalli altri e, così sola, due volte l'havessi chiamato, incontanente vi veniva.

APISTIO Ma per quale cagione non tre overo quatro volte?

STREGA Non lo so. Così era ammaestrata da lui. Ma anzi molto forte me ammoniva non lo chiamasse tre volte.

APISTIO Chi ne pensi tu di questa cosa, Fronimo?

FRONIMO Questi patti del demonio da lui pendeno e sono in sua disposizione, e non solamente questi patti manifesti, ma anchor li occulti. Delli quali il nostro santo dottore Agostino, insieme con alcuni altri dottori, ne hanno scritto. Nondimeno pur io credo che non sia naturale causa in questo numero di duoi, né anche penso che voglia dimostrare cotesto il misterio della Diade, o sia della dualità, dimostrato da Zareta caldeo per Pithagora alli Platonici. O sia costui da chiamare Zareta, sicome dice Origene nel libro delli Philosophumeni, o sia da scrivere Zarata, il che usa Plutarcho cheroneo designando il Maestro di Pithagora, dechiarando una particola del dialogo di Timeo, overo anzi sia da dire Zarada, conciosia che nel libro Delle leggi, sia nominato da Theodorito theologo Zaradon. Ma che cosa importa al demonio di disputare di questa cosa, e di questo nome? Io istimo che quivi giace nascosto qualche inganno, e qualche astuta frode del demonio malvagio. Over anchor io penso che il facci acciò non se accordi con la voce della santissima Trinità, e così vuole parere di non approvare quella. La quale è Dio vivente in sempiterno. O forsi anchora il fa acciò tira et avertisca maggiormente l'huomo dalla consuetudine delle cerimonie della nostra religione christiana. Anchora il può fare per qualche altro inganno et frode, il quale noi non sapiamo, ritrovato dalli antichi Gentili e Pagani sotto il numero pare. Lo quale vuolevano fussi consegrato alli inferi, cioè alli spiriti erano giù nel profondo, e lo dispare alli superi, cioè alli spiriti habitavano sovra delli cieli.




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