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Ioannis Picus Mirandulensis
Libro detto Strega

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  • IL TERZO LIBRO DEL DIALOGO DETTO STREGA
    • II
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II

APISTIO Chi furono li auttori de ditti libri?

DICASTO Credo che fussero belgi, cioè galli, over germani e thodeschi. Ma di quello ultimo, de cui ho detto, furono li scrittori duoi thodeschi. Li quali si sforzarono di spaccare e rompere li maghi incantatori e le streghe con un martello, e molto più fortemente, e con maggiore giustitia, che non fece Nicocreone tiranno di Cipro ad occidere colli maltelli Anassarco abderite philosopho.

APISTIO De chi stillo sono?

DICASTO Di quello, chi volgarmente se chiama parisino, cioè per questiuncelle, ma sono scritte con molta sottilità, quanto sia possibile a scrivere di essa materia de cui parlano, siccome imperò a mi pare, et anchor sono fermati con la verità delli testimonii de santi huomeni. E non solamente pare a me cotesto, ma anchora a molti eccellenti theologgi. Il prencipio di questo ultimo volume comencia dal Pontefice Maximo, et il fin è approvato con la auttorità di Cesare. Già ho chiaramente e fermamente inteso come l'antidetto libro fu publicamente approvato dalli dottori di sagra theologia dell'università di Colonia Agrippina.

APISTIO Vuorei, Dicasto, che tu mi narrassi quelle cose, le quali tu hai promesso di narrare al proposito nostro, o siano di quelle da quei luoghi cavate overo da altri luoghi, acciò le possamo meglio intendere con il tuo parlare, conciosia che meglio le dechiararai narrandole tu. Il perché sendo anchor quivi presente alla disputatione il nostro Fronimo, credo che anche a lui non serà grave di ramentare dell'altre cose che forsi non si ritrovano scritte, sicome per sua gentilezza hieri et hoggi non li parvi grave di narrare molte cose degne che non sono scritte in quelli libri. Et anchor la strega, la quale già se appropinqua a noi condutta dal guardiano della prigione, forsi ramentarà dell'altre cose, oltro di quelle c'ha raccontato, che non sono anche elle iscritte in verun libro.

DICASTO Son contento di fare hora come vuoi. Pur imperò chiedendovi perdonanza, se diròe qualche cosa che non siati consueti di udire. Conciosia che, se ben ho apparato le littere grece e latine, nondimeno imperò non mi sono con menore studio essercitato fra li theologgi. Li quali lassano la politia et ornamento delli vocaboli, et anchora tanta tersitudine di parlare e solamente se sforzano di conoscere le cose come in verità sono.

FRONIMO Egli è menore danno quello delle parole, che quello della cognitione delle cose. Ma è ben vero, che io istimo che colui debbe esser essaltato e lodato sovra dell'altri, il quale ha l'ornato del parlare congiunto con la cognitione delle cose: cioè sovra di quelli chi hanno solamente o l'uno o l'altro. Vero è che se pur non si possono havere amenduoi, istimo che è meglio di havere la cognitione delle cose, che'l parlare polito et ornato, di eloquentia. Benché, sicome ho possuto conoscere per il tuo ragionare, possevi lassare stare di addomandare questa venia e perdono.

DICASTO Io dirò latinamente al meglio puotrò. Hor su, comenciarò. Avanti di ogni cosa voi dovete sapere come egli è chiaro e manifesto che colui che negasse essere li demonii meritarebbe di esser schacciato fuori della catholica Chiesa, sicome grandemente contrario alla Sagra Scrittura, e maggiormente al Vangelio.

APISTIO Concedo cotesto esser varissimo sanza verun dubbio.

FRONIMO Anche meritarebbe di essere scacciato costui di simile oppenione, cioè che dicesse non esser i demonii, fuori della Accademia e dal Liceo, cioè fuori della schuola di Aristotele. Conciosia che appo di Platone e di tutti e' Platonici è fatto non puoca memoria delli demonii, a cui non è contrario Aristotele, ma anzi sovente ne fa mentione non solamente nella Ethica, Politica, e Rethorica, ma anchor nell'altri luoghi, li quali hora non scrivo.

DICASTO È ben vero che ne fanno ricordo, ma sono imperò in questo differentiati dalli nostri dottori, cioè che quelli istimano vi siano delli demonii buoni e delli malvagi e perversi. Ma noi dicemo che tutti i demonii sono perversi, iniqui, e malegni. Li quali benché li nominamo sotto di cotesto nome Satanasso, e di diavoli, pur più chiaramente anchora sono significati per questo nome demonio. Il perché dice il propheta David, Tutti li dei delle genti sono demonii. E lo apostolo Paulo anche egli scrive. Non vuorei doventasti compagni delli demonii, e in uno altro luogo dice, Credono e demonii, e tremano di paura. Non fu già mai verun huomo savio che dubitasse, che quando li malifici, incantadori, e streghe e stregoni rovinano le frutta colli suoi malvagi incanti e legano e dipoi sciolgono a suo piacere li beni del matrimonio (cioè che fanno per modo che li congiugati nel matrimonio non possono havere honesti piaceri insieme) e dipoi quando le piace gli danno facultà di puoterli havere, et che anchora tormentano le creature fuori del consueto modo della natura, che non siano fatte dette cose con patti e conventioni delli demonii. Et per questo et anche per molte altre cagioni sono state ordinate molte altre cose contra di cotesti rei et iniqui huomeni e donne dalli theologgi così antichi come moderni, et anchora dalla Sacra Scrittura, e dalle leggi canonice della Santa Romana Chiesa, et anchor dalle leggi imperiali. Imperò che ritroviamo il comandamento de Iddio nel Deuteronomio, come se debbono uccidere li malefici et incantatori; il simile comanda nel Levitico, cioè che siano lapidati li arioli e quelli chi hanno il spirito phitonico, cioè li divinatori. E Gratiano raduna assai cose nelle 24a vigesima sesta causa de' Decreti, contro di cotesti scelerati malefici. Anchora se possono vedere quelle cose che scrive Santo Agostino ne' libri della Città di Dio, e della Dottrina Christiana, di questa maladetta generatione. Il perché se posson più puoche cose raccontare oltra di quello che ha esso santissimo e dottissimo huomo scritto in quei luoghi. Io taccio li moderni theologgi, li quali non puoco hanno scritto contra delli malefici et incantatori, e parimente anche contro delli maleficii et incantamenti. Sono anchora constitute leggi contra di essi malefici e mathematici nelle Civili Leggi cioè nel Codigo di Giustiniano Imperadore.

FRONIMO Anchor se vedono assai cose ne' libri de moderni philosophi, così de' Platonici come de' Peripatetici, cioè di Iamblico, di Proclo, e di Porphirio, le quali posson esser molto a proposito.

APISTIO Sicome io non nego che siano e demonii e che posson fare assai cose con la sua perfida malitia, così anche io desidero che mi siano dechiarate quelle cose che propriamente pertengono a queste streghe: cioè se vanno al giuoco overo vi siano portate con il corpo, e non solamente con la volontà o con una imaginatione e finta representatione.

DICASTO Suole dare gran fastidio questa questione e cagionare gran dubio in molte persone, tragendone occasione dalle parole del Concilio, delli quali n'è fatto avanti mentione. Le quali parole leggonsi nella quinta question della vigesima sesta causa. Il perché credono alcuni non esservi presenti alli detti giuochi queste donnuzze e huomuzzi con il corpo, ma solamente con la imaginatione. Ma alcuni altri dicono esser cotesto Giuoco una nuova specie di heresia diversa da quella antica superstitione. Anchora altri vuoleno che la sia totalmente quella medeme, ma che ivi sia fatto solamente la querella et imposta la pena a quelli che istimano essere Diana Dea, overo Herodiade, overo chi credono che si cangiano e trasformano e corpi humani nelli corpi di gatte o de altri animali per opera del demonio, et anchor a quelli che affermaveno di esser forsi per tal modo discernuto il rapto della mente quando se fa, che se può ben conoscere e reconoscere per esso se sia portato il corpo in quel luogo dovi salisse la mente, conciosia che dica san Paulo apostolo di non sapere cotesto. Ma queste streghe, quando sono portate con il corpo, non sono rapite con l'animo, cioè sicome si suole dire, non sono in spirito, ma pur se fussero rapite in questo modo, sarebbe diversa natura del rapto, da diverso prencipio uscita. Vero è che sono portati alli balli, e conviti, et alli lascivi piaceri della notte vuolendo e vigilando. Il perché, Fronimo, è da me approvata la tua distinctione della disputatione di hieri, con la quale conchiudesti come cotesto Giuoco delle streghe e malefiche è antico quanto alla essentia e sostantia ma è nuovo quanto alli accidenti, cioè quanto alle cerimonie.

FRONIMO Se ho ritrovato nell'antiche superstitioni del demonio il cerchio, lo unguento, l'incanto, il caminare delli corpi humani per il spatio dell'aria, li conviti apparecchiati, li piaceri carnali donati all'huomeni e donne dalli demonii in figura de maschi e di femine, che cosa ci manca più, acciò non istimamo essere antico il commertio e familiarità delli spiriti malvagi e scelerati colli perversi et iniqui huomini? Ma perché se ritrovano alcune cose, in questo vituperoso et iscommunicato spettacolo di demonii, hora da molti narrate, le quali non si leggono fussero anticamente dimostrate, ho detto la cagione: cioè che il tutto se attribuisse alla grandissima astutia e malignità del scelerato e perverso nemico dell'huomo. Il quale, in diversi tempi, a diversi ordini e gradi di huomini, have apparecchiato molte arti e modi d'ingannarli, acciò che così, con detti varii costumi, e con diversi inganni e piaceri, tragesse essi huomeni nelle precipitose rovine delli peccati.

DICASTO Per cotesta ragione assai a mi è piaciuto quello che hai detto.

APISTIO Dunque, voi credete che siano portati colà con il corpo?

DICASTO Sì, credo che siano portati alcuna volta con il corpo; et alcuna volta che così facilmente posson esser ingannati: cioè che sendo malamente illusa e schernita la imaginaria potentia, se pensano e gli pare di essere portati corporalmente oltro di Gargara, che è uno delli colli del monte Ida, et anchor gli pare di trapassare lo Ascanio lago di Frigia, et ancho di andare oltro dello ululato dello altissimo Monte Caucaso della India coll'armi delle Amazoni. E pensano di volare colle penne di Dedalo, sicome le pare nel sonno. Ma per queste cose non sono perseguitatipresi dalli inquisitori, né anchor essaminati, né tormentati, né condennati overo giudicati. Ma per questo noi cerchiamo con ogni diligentia cotesti stregoni e streghe e malefici; perché hanno renegato la fede di Christo chi pigliarono nel santissimo battesimo, e promissono di servarla, et anchor perché hanno ischernito e beffato li sagramenti della santa Chiesa, et hanno sprezzato Christo vero dio e vero huomo redentore del mondo, et hanno adorato il nefandissimo e spurcissimo Demonio in vece de Iddio, et anchora per molti altri maleficii, che hanno fatto li quali serebbono troppo longhi da doverli raccontare. Per queste cose et altre simili fatte contro de Iddio e della suo trionphantissima fede, noi li perseguitamo e li essaminamo e facciamo i processi, e così dipoi retrovati e convinti nelle loro sceleritade per tal modo che non lo posson negare, diamoli nelle mani delli reggi, signori, prencipi, e baroni, overo delli loro ufficiali, acciò li puniscano e gli diano la penitentia secondo che comandano non solamente le leggi antiche della Chiesa ma anchora le nuove, et anchora ne' nostri giorni rinuovate, primeramente da papa Innocentio ottavo e da papa Giulio secondo. Vero è che ti ammonisco che ben avertisse da istimare, che non siano portato al giuoco corporalmente la maggiore parte di cotesti rei huomini.

FRONIMO Il nostro Dicasto, hieri ammonii Apistio e gli feci intendere, come non dovesse sprezzare e farsi beffe di quello chi è creduto da tutti over dalla maggior parte probabile, cioè che se possa fare in tale e in tal modo. Conciosia che è sententia di Aristotele, come non è in tutto falso quello chi è detto da tutti. Il che intendendo quel glorioso Thomaso Acquinato, annoverato fralli santi per la sua bontà e pietà et anchor per la sua egreggia dottrina reputato fralli eccellentissimi dottori, istimò essere delli demonii li quali davano carnali piaceri all'huomeni et alle donne in effigia di maschi e di femine: detti Incubi e Sucubi. E questo maggiormente confermò nel secondo libro delle Sententie, perché vi erano molti saggi, prodi, et ancor dotti huomeni di cotesta oppenione. Il perché, o Apistio, non vuoler contradire a quello che è stato tenuto vero con tanta publica fama, et anchor approvato con il consentimento di tanti eccellenti dottori.

DICASTO Ben et ottimamente l'hai ammonito. Ma anchor, acciò se possa haver maggior certezza di cotesta cosa, vien qui da me, strega, e giura alli santi vangelii de Dio, li quali ho posto sotto le tua mani come tu vedi, di racontare e di respondere il vero di quello serai interrogata. E sappi qualmente sei ubbrigata a tale giuramento, che se tu ne mentirai e dirai pur una menoma bugia, non ritrovarai perdono, né remissione, appo di noi; et anchor pur pensa di non ritrovarla nell'altro mondo appo de Iddio.

STREGA Ho giurato. E così siate certi che non vi ingannaròanchor mi.

DICASTO Dunque, dimmi: era tu portata al giuoco con il corpo, overo solamente con l'anima, o sia con la imaginatione?

STREGA Con il corpo insieme con l'anima.

DICASTO Come puo' tu sapere di essere stata portata per aria colà con il corpo congiunto con l'anima?

STREGA Perché io toccava con queste medeme mani il demonio detto Ludovico.

DICASTO Deh, che cosa toccavi tu?

STREGA Il corpo di quello.

DICASTO È mo' quel, tale quale è ciascuno delli nostri?

STREGA È pur più molle.

DICASTO Vi erano quivi delli altri colli corpi?

STREGA O sì sì, in gran moltitudine.

DICASTO E così dicono tutti l'altri che ho già mai essaminato, anchor sanza darli verun martorio. Et il simile anche dicono li inquisitori dell'altri luoghi: cioè, che essaminando quelli di questa maladetta compagnia, come similmente hanno risposti, non discostandosi da quello che hanno confessato quelli in questo medeme modo. Benché sapiamo che cotesta non è la cagione per la quale debbiano esser martoriati e puniti, ma anci per haver violata e rota la fede promessa nel sacro battesimo, nondimeno imperò tutti e maschi e le femine di questa sceleratissima radunanza e compagnia, così di questo castello come dell'altri luoghi del mondo, così dell'Italia come fuori di essa, dicono in questo modo et confermano esser il vero di esservi portati corporalmente, con quell'altre cose delle quale ne ha detto la strega. Et acciò maggiormente lo posseti credere, vi voglio narrare una historia, che non fu favola, né anchora è cosa antica, ma nuova. Già puochi mesi passati era portato nelle brazza della madre un fanciullino maschio, sicome si suole, a quella fortissima rocca di questo nostro castello che è circondata di larghissime fosse et intorniata di fortissime et anchora altissime mura. Hora, vedendo detto fanciullino, quello sceleratissimo don Benedetto Bernio, il quale fu dipoi brugiato per le sue malvagie opere (sicome avanti dicessimo), che parlava allhora con il castellano della rocca suo parente, gli viene incontinente una brammosa e bestiale voglia di asciucarli il sangue. Il perché molto gli parvi più longo quel giorno che non pare a quelli li quali debbono recevere la mercede delle sue stentate fatiche, per tanto bestiale appetito e desiderio havea di gustare dell'innocente sangue del detto fanciullino. Hor, sendo pur al fine giunto la oscura notte delle sceleritade madre, se fece portar per aria al demonio e fermarsi nella casa dove giaceva il mischinello fanciullo nella cuna. Et asciugò tanto sangue da quello infelice bambino, che romase sicome una trasparente ombra che presto presto passa, non havendo effigia humana. Ma non mai imperò fu conosciuta la cagione dell'infermità di esso, né della pallidezza, per in fino che non fu giudicato e condannato esso malvagio huomo al fuogo. Perché allhora ello addimandò perdonanza al padre del fanciullino per il male havea fatto. E così andò e ritornò per aria passando sovra di quelle alte mura dell'antidetta rocca, la quale vedeti colà. Vadi mo' avantarsi l'antiquità delli Antropophaggi, cioè de quelli popoli di Scithia chi magnaveno le carni dell'huomeni; et anchora pur maravegliassi la nostra età di quelli huomeni hora ritrovati nelle isole del mare Eoi cioè orientale, che anche essi se cibano colle carni humane: conciosia che nel mezzo della Italia, in una regione molto habitata e frequentata dalli mortali, discosto da ogni ferità e bestialità, si è ritrovata una grandissima compagnia d'huomeni cosi maschi come femine, la quale è pasciuta per instigatione del demonio di sangue humano. Ma ritorno a te, strega. Che piaceri havevi tu nell'opre lascive con un corpo di aria?

STREGA Non so con chi corpo. Ma so ben questo, che havea molto maggiori piaceri con lui che con il mio marito.

DICASTO Non havevi tu mai paura et horrore e spavento, conoscendo che quello era il demonio, con il quale tu havevi questi iscommunicati e scelerati piaceri?

STREGA No. Conciosia che non vedeva altro che una figura di huomo, eccetto che ne' piedi, li quali non parevano a me sicome la faccia, il petto e l'altre membra.

APISTIO O chi figura, o chi aspetto, o chi effigia di finto animale, et di finta bestia?

FRONIMO Egli è imperò tale che nasconde la crudeltà et asprezza, e dimostra una gentile forma et suave molitia, con altri beltade, dalle quali sono quelli dolcemente tirati e lusengati. Fingono l'antichi che essercitasse Venere l'ufficio di cacciatrice, cercando per le selve li lascivi piaceri di Adono, acciò ne traggesse a sé il cacciatore. Il perché dice lo ingenioso Poeta:

 

Nuda il gignocchio al modo di Diana

Cinta la veste, e cani ellanimali.

Della preda secura adhotta, e inganna.

 

Et anchora non altrimente ingannò il pastore Anchise, eccetto che in quel modo, che è aggradevole ad un huomo, che habitasse nella villa. Così anchor cantassi in un certo hinno da Homero, in che modo se rapresentò pur essa Venere avanti di detto Anchise, in effiggia e grandezza di Admeta vergine. Il perché ivi si ritrovano quelle parole greche, le quali hora le taccio.

DICASTO Deh, per tua fede e gentilezza, sia contento di trasferirle in volgare.

APISTIO Horsù dille in quel modo che facesti hieri, quando tu dicesti quell'altri pur greche nel nostro volgare.

FRONIMO Non sempre è accordata la cetra, sicome si suole dire, per dovere suonare, né anche sempre succedenno piacevolmente e secondo il disio le cose fatte alla sproveduta e presontuosamente. Così nel trasferire il parlare greco in latino et in volgare non si debbe fare senza buon pensero et agevolezza di tempo.

DICASTO Priegoti ch'el vogli hora trasferire giustamente se puoi; se anchora non puoi fare come vuoi, fa al meglio ti sia possibile.




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