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Ioannis Picus Mirandulensis Libro detto Strega IntraText CT - Lettura del testo |
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V APISTIO Ben ben, Fronimo. Tu me hai giunto. Benché a me paresse di disputare con uno degno e nobile cavaliere, perché io te vedo vestito con quelle civili et egreggie vestimente e cinto di una molto ornata spata, ma non credevo già di disputare con uno che intendesse tanto eccellentemente li nascosti sentimenti delli poeti, historici, philosophi, et anchora delli christiani theologi. Il perché, conoscendo io la tua sufficientia, ti priego vogli tu per tal modo adaptare in cotesta parte che ci resta del viaggio, che puossi seguitare il già comenciato ragionamento; et anchor puossi dimostrare dell'altre cose, con il secondo ditto, sicome già hai fatto quelle prime con il primo, sicome se suole dire: cioè con tanta facondia, sottilità, e dechiaratione che possono intrare in me ben digeste e dechiarate, sicome l'havesse io ben poi mastigate. Hor non perdiamo tempo, ma te priego seguita, la già comenciata disputatione. FRONIMO Sarebbe bisogno di molto più dotto di me, et anchor sarebbe necessario di non puoco e breve viaggio, ma di longo riposo in dovere satisfare alle tue humanissime petitioni. Nondimeno pur mi sforzarò di satisfare a te quanto potrò. Certamente sarebbe vile e privo di ogni civilità, se io non essaudisse le gratiose et anchor honeste addimande di colui de cui ho già conosciuto per le sue resposte che grandemente desidera e bramma de intendere la verità. Dunque seguirò la già comenciata disputatione, e ramentarò quelle cose paiono siano accomodate a quello avanti dicevamo, quanto imperò ci concederà il breve spatio del viaggio. Già havemo detto molte cose et hora voglio rispondere a quello tu dicesti, cioè che pare non se accozzano le streghe insieme nel narrare le cose fatte ad esse dal demonio e pare non se convieneno in referire quelle cose del loro scelerato giuoco, ma che una dice in un modo e l'altra in altro modo. Io ti rispondo che cotesto può intervenire o dalla paura o da mancamenti di memoria: perché communamente sono grosse de ingegno e contadine della villa. Anchor se può cagionare et incolpare la malitia del demonio, il qual inganna, ma non tutto in un medemo modo. E questo facilmente se può conoscere nell'antichi prestigii et illusioni. Conciosia che egli è altra generatione de incantationi nello Eussino, altra nella regione taurica, et altra maniera nella Italia. E se ben considerarai, conoscerai non esser simile totalmente quella Pharmaceutria di Theocrito a quella de cui parla Vergilio, cioè non è simile l'arte de veneficii et incantamenti una con altra. Anchor pare intervenisse il simile nelli oracoli e responsioni. Perché altre erano le resposte date per le femine inspirate dalli malegni demonii, et altre erano quelle havute per le aperture e voragini della terra, et altre anchora quelle che erano pigliate dall'huomeni per li sonnii nelli tempii. Il perché alcuni dormivano nel tempio di Pasiphea, e li medici calabresi anchora essi haveano consuetudine, con li Dauni, di riposarsi appo del sepolcro di Podalirio, il quale Podalirio fu figliuolo di Esculapio, e fu eccellente medico. Anchora è manifesto come solevano giacere assai persone nel tempio di Esculapio. Il che non solamente fu osservato nelli tempi heroici, ma anchora per insino alla età di Antonino, de cui racconta Herodiano che andò a Pergamo per l'antidetta cagione. Anchora leggiamo qualmente havevano consuetudine li oracoli di dare responsioni per il mezzo di intiere statue, et anchora per mezze statue, e mediante anchora le colombe, o fussero quelle veri augelli, o fussero femine di simile nome non lo so, ma ben so per detti modi revelaveno le cose occolte et annontiaveno quelle doveano venire. Anchora assai auttori narrano come erano fatte simili cose nella India per il mezzo dell'alberi, et in Dodone, sicome raccontò Alessandro Magno. Erano anchora altri, li quali, subitamente intrandoli sopra un certo furore, narraveno maravigliose cose. E così ritrovavonsi cotesti et altri milli modi, e diversi l'uno dall'altro, da revelare li secreti et annonciare le cose da venire. E come erano diverse specie e generationi dell'augurii, e diversi li modi del scelerato rito da manifestare le cose occolte e da annontiare le cose doveano venire, così erano diversi i sacrificii, colli quali sagrificaveno, e anchora diversi i modi di esso scelesto, prophano et essecrando sagrificio. Anchora erano diversi li incantamenti delli antichi, e non manco sono varii nella nostra età, e non manco sono fatti con altri scelerati costumi e modi, che solevano fare quelli antichi Romani. Sono narrate alcune cose dall'antico Catone nelli libri Della agricoltura di tanta sciocchezza, che retrovansi puochi le possono leggere senza gran riso et ischerno. Nondimeno furono imperò iscritte da uno huomo Romano, il quale fu censore e triomphatore. Ma quanto al moto, cioè in che modo siano portate dal demonio, e quanto al luogo dove sono fermate, tu non ti debbi meravegliare. Conciosia che quella cosa che è con il suo ingegno bugiarda, fallace, et ingannatrice, egli è quella sovente de più modi e di varia natura, ma quella che è verace se accosta alla semplicità. E cotesto è facile da vedere in quelle cose che havemo ramentate, e non manco anchora se può conoscere nelli figmenti e favole de poeti, come sono fra se varii et anchor contrarii. Et anche spesse volte questo se ritrova nelle narrate historie: il perché sovente se ritrova una cosa scritta in duoi e tre modi, et anchor qualche volta in più, uno contrario all'altro; e se pur non serano contrarii, al manco seranno diversi e varii. Il simile interviene anche nelle oppenioni de' philosophi e nelle responsioni delli savii iureconsolti, e dottori delle leggi così pontificali come imperiali, conciosia che se ritrovano varie oppenioni circa una medema cosa. Ma non mai imperò se ritrova questa cosa nelle scritture de' theologgi, eccetto che in quelle cose le quali sono communi così alli poeti, come alli philosophi. Ma in quelle cose, le quali propriamente pertengono ad essi theologgi, cioè nelli commandamenti de Iddio, e così nell'altre cose che pertengono alla fede catholica et alli costumi, che sono necessarii alla salute nostra, non vi si ritrova veruna dissensione, ma sono da tutti narrati e dechiarati con grande concordia e consonantia, et in uno medesimo modo. Vero è che'l demonio, malegno amico della dissensione, così come è bugiardo et ingannatore, così è vario e versipelle, acciò dica meglio: il quale vocabolo, segondo li studiosi della lingua latina, è cavato fuori da quelle favole delle quali già avanti parlassimo, per il cui inganno dicevansi esser trasmutati l'huomeni nelli lupi. E così come ingannava Pithagora, Empedocle, Apollonio, e l'altri antichi philosophi, di simile generatione, con il colore della dottrina, (il perché usava cotesti laciuoli, e cotesti modi, colli quali facilmente ve li puoteva tenere ligati) e così come anchora già tirava a sé le donneciuole con il mangiare, bevere, imbriagare, e con li lascivi e carnali piaceri, così anche hora tira similmente a sé l'huomiciuoli e donniciuole con simili piaceri, li quai, come chiaramente se vede, furono sprezzati da molti philosophi. Ma quelli philosophi conduceva con molti modi a farsi adorare, cioè o con il colore della sapientia overo con la superstitione della falsa religione. Conciosia che per havere e' gradi della cognitione e per ottenere la dottrina, facevano essi orationi e laudevoli hinni alli oracoli overo alli tempii delli falsi Dei. Per le quali cose gli pareva de impetrare la cognitione delle cose che doveano venire, et anchor parevali di ottenire di essere portati per aria in diversi luoghi. E così sendo fatte queste cose con lo agiuto del demonio, quelli lo atribuivano ad una certa cosa divina, che pareva fussi ne' detti huomeni. In che modo altramente haverebbono possuto vedere li discepoli di Pithagora esso suo precettore disputare hora nel Taurominio di Sicilia, et hora nel Metaponto, in così puoco spatio di tempo? Per quale via sarebbe caminato per aria Empedocle, et anchora in che modo così presto sovra della saeta sarebbe corso Abare, per il ché fu chiamato Atrobate? Colui grandemente se inganna, chi crede che Apollonio conoscesse assai delle cose doveano venire, et che lui comandasse alli demonii et quelli l'ubbidisceno per paura havessero di lui. Fengeva il demonio astuto e malvagio di essere martoriato da lui et anchora di essere sforzato, accioché, sendo quello inescato sotto colore della finta divinità, dipoi più fortemente se accostasse all'altre cose e totalmente rovinasse nelli peccati. Il che facilmente, s'el ti piace, il puotrai conoscere dal fine che seguitava. Sforzosi di fare uccidere primieramente Pithagora nella seditione, e dipoi di farlo tagliare in pezzi. Amazzò Empedocle nel vergognoso letto, lo quale havea condutto a tanta sciocchezza che credeva di havere ottenuto la divinità. Il perché ei diceva alli compagni qualmente se dovevano allegrare, conciosia che non sarebbe più huomo mortale, ma doventarebbe Dio immortale. Imperò cosi scrisse quello in greco, ma io lo voglio ramentare in volgare: remanetivi in pace, conciosia che io sono a voi Dio immortale e non più mortale. O che morisse con questa morte, overo di quella de cui scrisse Democrito Troegenio, quando diceva qualmente ello pendeva, overo se era attaccato, ad uno cornale con uno lacciuolo al collo, egli è da pensare, che'l passassi di cotesta vita per instigatione et per persuasione del demonio. Anchora non si contentoe di quello inganno et illusione, ma anche diceva come già era passata l'anima sua per diversi corpi, con queste parole grece, le quale volgarmente le dirò così: Già io fu una fanciulla, et un fanciullo. E così al fine fu condutto alla morte colle voci delli demonii, e con il spiandore delle fiaccole, sicome racconta Heraclide. Forsi anchora ne condussi Apollonio nel sempiterno supplitio con l'anima insieme con il corpo (la quale morte non pare che sia indegna alli maghi et incantatori) conciosia che variamente egli è narrata la morte di esso: perché sono alcuni che dicono come morì in Epheso, altri scriveno che morì in Creta, et alquanti altri vuoleno mancasse in Rhodo. Vero è che non era in piedi il vodo sepolcro di quello ne' tempi di Philostrato, benché fussi adorato e reverito per dio da alcuni stolti e pazzi. Il quale scelerato costume, sicome l'altri frodi del demonio, mancò et hebbe fine fra puoco spatio di tempo. Così anchora poi lo avenimento di messer Giesù Christo, vero Imperadore di tutto il mondo, mancarono tutti li oracoli, resposte, e domestici ragionamenti delli idoli et delli falsi Dei: nelli quali era inviluppato e strettamente legato quasi tutto il mondo. E così quello, il quale apertamente e publicamente dava resposte per li oracoli, per li idoli, e per li altri modi, hora scioccamente parla per le oscure caverne, desiderando li lascivi e carnali piaceri, li quali hora sono vergognosi, che allhora alle genti erano gloriosi. Il perché fu scritto quel parlare:
Dignate, Anchisa, del Paphio coniugio.
E non solamente furono quelli lascivi piaceri gloriosi e di grande reputatione ne' tempi heroici, ma anchor nella età di Alessandro e di Scipione: alli quali fu attribuito cotesta gloria, che erano istimati da molti figlioli di Giove. E questo molto maggiormente è manifesto per le historie che io possa con ogni diligentia raccontare, cioè che era creduto che il demonio che se faceva chiamare Giove in figura di serpente havesse havuto amorosi piaceri con la madre di Scipione, e con Olympia mogliere del re Philippo. Et erano in tanta oscurità di mente che credevono fussi Giove dio. E così in cotesti e simili modi tirava ne' peccati quelli che erano lascivi, libidinosi, e carnali, meschiandoli imperò anchora qualche colore di superstitione. Anchor così inescava quelli li quali desideraveno e brammaveno la gloria et eccellentia delli honori mondani, li quali sendo fra li mortali et havendo pronontiati le cose da venire per la conversatione e familiarità continua haveano havuto colli demoni, anchora similmente dopo la morte pronosticaveno. Il perché favolescamente narrassi di Orpheo, come sendo vivo fu riputato profeta, et dipoi sendo morto, se dice come dava anchor resposte. E dicesse anchor qualmente, sendoli tagliato il capo dalle donne di Thracia, andò esso capo nel Leibono, et ivi habitò in una spaventevole ruppe, vaticinando e dando responsioni per li spiracoli et aperture della terra. Portaveno anchora in volta li oracoli di Amphiarai e di Amphilocho vati e divinatori, sendo anche egli vivi, et il simile fecero doppo la morte. Il che forsi grandemente desiderò Empedocle, quando vuolsi esser riputato dio immortale. Favolosamente anchor raccontano come essercitaveno la militia e la guerra li reggi dopo la morte, e facevano battaglia, e combattevano, et che andaveno a cacciare li animali e l'uccelli, et cavalcavano, sicome narraveno di Rheso re di Tracia, che cavalcava in Rhodope. Oltra di ciò dicevano, come non solamente se eccitavano et se rappresentaveno le anime de quelli, con l'opra delli cerchii e delli sagrificii ramentati da Homero, ma anchora spontaneamente, e con alcuni patti, in quel modo, sicome scrive Philostrato, se appresentassi Achille al Tianeo et al vinitore Protesilao, coll'altri capitanii fecero battaglia con Priamo. Vero è che la faccia, i volti, i costumi, e li atti, e gesti de quelli, perché sono di altra maniera, e molto diversi, e varii da quelli, che sono iscritti da Homero, e perché sono anchor dissimili da quelli che narrano l'historie di Darete phrigio e di Ditto cretese te insegnano quanto siano li inganni delli demonii, e le bugie, che hanno posto nella cognitione, et anchor ti dimostrano li nocevoli deliramenti e pazzie meschiate colli buoni costumi. Perilché, se il demonio ha uccellato e beffato, et ingannato per questi modi quegli li quali se istimaveno savii e dotti, credendo le cose contrarie e totalmente dalla ragione discoste, quale è la cagione che tanto grandemente tu ti maravegli di udire e di vedere molte cose varie, diverse, sciocche, e pazze, e contrarie l'una dell'altra, nelle streghe de nostri tempi? Ma anzi maggiormente tu ti debbi meravigliare di quella eccellente sapientia e possanza di Christo, la quale talmente ha operato, che quello havea persuaduto il demonio malegno e perverso, inanti lo avenimento di esso, a tanti reggi, oratori, e philosophi delle genti, sicome cosa eccellente e molto meravigliosa e degna d'ogni sapientia, hora a pena il possa persuadere ad alcuni huomiciuoli e donnicciuole, cioè che lo adorano, lo reveriscono, l'honorano, e faciono quelle cose che gli comanda, e così per questo modo tu ti debbe maravegliare, che quello, che già era fatto publicamente in tutto il mondo, et fra tutte le generationi, sicome cosa honorevole e gloriosa, che hora sia fatta nelli piccioli e stretti cantoni da puochi secretamente e con ignominia e vergogna. Ma voglio che tu ben consideri una cosa de divina gloria, fra le altri, cioè che gli è tanto sodo, fermo, e stabile il fondamento della triomphante fede de Christo, che non vuole il demonio perverso e malegno vi vadino alle sue scelerate congregationi e radunamenti, né anchora vuole che conversino con lui le streghe, se prima non renegano la santissima fede di Christo e spreggiano li sagramenti della sagrosanta Romana Chiesa, e conculcano colli piedi la consegrata hostia. E così, in questo modo, comanda quello scelerato nemico de Iddio a chiunque vuole entrare nella sua profana, maledetta, e perfida compagnia, che abbandonino, spreggino et ischerniscano la nostra santissima religione christiana, imperò non si può accozzare né convenire insieme la bugia e falsità con la verità, né le tenebre et oscurità con la luce, né anchor la superstitione con la religione. Io credo, il mio Apistio, che hormai tu ti sia assai certificato e chiarito, così pian pian camminando, di quello de cui havemo conferito e disputato, et anchor di quello del quale mi addomandasti. Deh, per tua fede, vedi, vedi colà la strega, che è a grandi ragionamenti con il dotto Dicasto, nel portico avanti del sagrato tempio. APISTIO Dio vi salvi. DICASTO Siate e ben venuti. Che cosa ci è di nuovo, il nostro Apistio? APISTIO Lo addimandamo a te. Conciosia che Fronimo nostro et io siamo venuti qui, acciò udiamo narrare le cose dell'altro mondo, alla strega, che è avanti di te; imperò s'el ti piace. STREGA Heimè, dove son giunta? DICASTO Non haver paura. Ma sta pur di buona voglia, e parla senza verun pavento. E non dubitare di me, conciosia che io ti servarò quanto ti ho promesso, cioè che non serai martoriata, se liberamente manifestarai tutte le tue malvagie opere, le quali non possono più esser nascoste, perché già ho li testimonii come tu sei in detto errore e peccato; et anchor tu l'hai confessato, sicome io grandemente desideravo. STREGA Deh, heimè. Già l'ho detto. Per quale cagione donque mi tormentati di volerlo anchora un'altra volta hora intendere? DICASTO Perché è bisogno di ritornarlo a confessare, non solamente inanti di duoi over di tre testimonii, ma anchora avanti di più, et al fine anche davanti di tutto il popolo, se desideri di schifare la pena tassata dalle leggie a voi che seti di questa maledetta compagnia, per tanti sacrilegii e tante scelerate opere che voi fatte. Vero è che già hai a me promesso di fare tutto quello che ti comandarò; et io te ho promesso, servando tu le promissioni antidette, di non consignarti nelle mani del giudice, il quale incontanente ti farebbe brugiare, così sendoli comandato dalle leggie. Hora non ti comando altro, eccetto che tu ramenti un'altra volta quelle cose che tu hai fatto colli demonii nel giuoco, o sia nel corso, come se dice volgarmente. STREGA O maladetto giuoco. O giuoco infelice per me. O mala sorte mia. DICASTO Non bisognano hora lagrime, non pianti, né anche gridi. STREGA Deh, per quella humanità et gentilezza che in voi se ritrova, priegovi non mi vogliate per hora più darmi fastidio. Ma siati contenti di concedermi un puoco spatio di tempo et un puoco di riposo, tanto che mi ramenti il tutto, e così dipoi vi narrarò ogni cosa che ho fatto. DICASTO Piacendovi, gli concederò quello che le piace et addimanda. Conciosia che poi raccontarà il tutto con megliore animo e con più agevole voce, se espettaremo ad intrare nelli ragionamenti per insino a domane. Dove haverò molto a piacere, s'el non vi serà grave, vi ritroviati presenti. APISTIO Non parvi grave a quelli huomeni desiderosi di dottrina di partirse de' suoi paesi, et andar per insino a Gnoso, città di Creta, alla spelunca e tempio di Giove, per udire le leggi vane e di puoco momento di Minosse e di Licurgo, e serà a me dunque fastidio di caminare un miglio, acciò impari quelle cose le quali, se non sono vere, almanco paiono verisimili per la disputatione di Fronimo? FRONIMO Hora mi rallegro molto, perché ti vedo tanto istimare, non me, ma la verità, e pur anchora se ben non l'hai certa, tu fai almanco conto della similitudine di essa. Il perché non serà anchor a me grave, di ritornare qui dal nostro castello, per essercitio del corpo. DICASTO Così dunque retornareti da noi, et io ve aspettarò con gran disio. Andati dunque in pace. E tu, guardiano della carcere, ritorna cola strega, e tu, strega, pensa ben il tutto, acciò il possi ordinatamente e senza veruna bugia narrare.
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