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Ioannis Picus Mirandulensis
Libro detto Strega

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  • IL SECONDO LIBRO DEL DIALOGO DETTO STREGA
    • I
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I

DICASTO O siatte e' ben venuti. A tempo seti giunti, conciosia che hora hora serà condutto fuori della pregione la strega, e serà menata avanti di noi.

APISTIO Ecco ecco, che è menata legata.

STREGA Eimè, eimè. In questo modo serva si le promissioni? Per qual cagione vuoleti martoriare quella che già ha confessato?

APISTIO Deh, buona donna, non è stato portato qui veruna cosa da tormentarti. Vero è che Fronimo et io siamo venuti qui solamente per vederti et udirti, et anchor per aiutarti quanto potremo.

FRONIMO In verità, così è come ha detto Apistio.

STREGA Deh, quanto gravemente mi martoriano coteste manette di ferro e cotesti nodi e groppi delle legature. Deh, che io ho paura, non mi sien dati maggiori tormenti.

FRONIMO Ti priego, Dicasto, comanda che sia sciolta.

DICASTO Io son contento. O cavaliere, su presto, sciogliela.

STREGA Hormai cominciarò un poco di ripigliar li spiriti.

DICASTO Sta pur di buona voglia, perché ti prometto di non mancare in veruna cosa di quello che ti ho promesso, pur che tu serva le promissioni di dire il vero, senza bugia, e di narrare ogni cosa a punto di quello serai interrogata. Siché, racconta il tutto interamente.

STREGA Vi prometto di servare quello che vi ho promesso liberamente senza alcuna menzogna.

DICASTO Dunque comencia di narrare quelle cose le quali l'altro giorno, et anchora hieri su il tardo, a me solo confessasti, scrivendole il notaio.

STREGA Se voi le ramentarete e le reducerete a memoria colle vostre interrogationi, responderò con quel ordine che voreti.

DICASTO Addimandati voi, Apistio e Fronimo. Son contento la posseti interrogare, conciosia che hoggi sarà vostro questo spettacolo e cotesta impresa. Ma egli è ben vero che voglio esservi presente acciò la ammonisca, se uscisse fuori della carreggiata (sicome si suole dire), che ritorni alla via drita.

APISTIO Hor su, strega, dimmi: andasti mai al giuoco di Diana, overo di Herodiade?

STREGA Sì, sono bene andata al giuoco, ma che'l sia o di Diana, o di Herodiade non il so. Conciosia che più non ho udito ramentare quelli giuochi.

FRONIMO Già te dissi hieri, Apistio, come il demonio ingannava l'huomeni in diversi modi. Il perché in quel tempo, nel quale era adorata Diana dalle genti et era molto honorato e glorioso il nome di quella per il mondo, pareva una eccellente cosa di potervi essere annoverato fra le compagne di essa Diana. Benché imperò fossero dette vergini, nondimeno erano chiamate Nimphe, cioè spose, e così le piaceva di essere addimandate spose, ma maggiormente le aggradiva lo effetto et opra, ben che non fusse cercata con legitimo rito e costume. Conciosia che erano ivi continui stupri ed adulterii. Per il che scrive Homero nelli suoi versi sovente quella volgata sententia: Nella meschiata amicitia. Imperò favolescamente dicano, come li Dei falsi, overo quelli antichi baroni, ebbero amorosi piaceri con la compagnia di Diana, overo di un'altra Nimpha o di Napea o di Oreade o di Driade. Fengevano esser le Napee le Dee delle selve, delli colli e monticelli, e delli fiori, sicome dicevano essere le Oreade Nimphe delli monti, e le Driade Nimphe delli alberi. Anchora credevano li gentili et il rozzo volgo, che fussero inamorate le Nimphe marine e delli fiumi. E così sovente leggerai di Cirene e di Leucothea, finta dall'antichi esser la dea Matuta, cioè l'aurora, chiamata dea matina perché era sovrastante al tempo matutino. Et anchor ritrovarai scritto di Cimodecene, cioè di quella dea la quale faceva acquetare le onde marinesche, secondo le loro favole, e non manco vederai iscritto molte cose dell'altre finte dee o del mare o delli fiumi. E perché gli pareva essere molto più sicuro di conversare per li monti che sommergersi nell'onde de l'acque, et anchor pareva esser cosa più aggradevole di intromettersi nelle cacciagioni di Diana che invilupparsi nelli procellosi fluti di Tritono e nelle onde marinesche, imperò maggiormente se delettarono nel giuoco di Diana, e ne balli e salti di quella, sicome cose più aggradevoli, gioconde, e piacevoli. Anchora tirò dapoi molti altri con lusinghevoli modi sotto la figura di Herodiade idumea, la quale grandemente se delettava nelli solazzevoli e trastulevoli balli.

DICASTO Credo che tu sappi qualmente n'è fatta mentione di cotesto giuoco di Diana over di Herodiade nelle leggi e decreti de Pontefici, dove si ramentano le leggi furono confermate per il Concilio nel qual fu fatto quello statuto, che si dovessero scacciare le maghe et incantatrici.

FRONIMO Deh, per toa fede, dimmi, Dicasto: istimi tu essere cotesto quel medemo giuoco de cui n'è fatto memoria ivi?

DICASTO Io te dirò, il mio Fronimo. Sono varie oppenioni di questa cosa, conciosia che sono alcuni che dicono de sì et sono altri che vuoleno sia una nova heresia.

FRONIMO Dirò la mia fantasia. Io credo che quello in parte sia antico et in parte nuovo: cioè, nuovo quanto alle nuove superstitioni e cerimonie ivi hora se fanno, sicome tu dicesti, parlando da philosopho, ch'el fussi antico quanto alla essentia et nuovo quanto alli accidenti.

DICASTO Ben ben, Fronimo, certamente tu hai imaginato una eccellente distintione, con la quale assai cose se scioranno che hanno dependentia da quel luogo, da cui hanno pigliato alcuni grande occasione di errore, istimando che coteste donnuzze siano sempre portate al giuoco solamente con la fantasia, e non con il corpo.

APISTIO Dunque tu istimi che le streghe siano sempre trasferite e portate al giuoco con il corpo?

DICASTO Non son già di questa oppenione che sempre siano portate colà al giuoco con il corpo, perché alcuna volta sono sute ritrovate per cotale modo accostate sovra di un travo con tanto profondo sonno che non sentivano cosa alcuna, benché fussero fortemente bussate; et elle dipoi credevono di esser state portate al giuoco e nondimeno erano ivi. Anchora altre volte sono state vedute fra le gambe de alcune, e fra le coscie, esservi delle scope serate con tanta fermezza che non se puotevano cavare fuori da quelle che dormivano; colle quale cose credevano esse di essere portate al giuoco.

APISTIO Per qual cagione pensi tu occorra questo, che sovente sono portate al giuoco e con il corpo e con l'anima, et altre volte, pur credendo di esser portate in quel modo, solamente sono ivi presente con la fantasia et imaginatione.

DICASTO Egli è alcuna volta prestigio del demonio, overo falsa demostratione et una astuta delusione, et altre volte è secondo che vogliono le streghe. I mi ricordo di havere letto nelli libri di frate Arrigo e di frate Giacobo thodeschi, maestri in theologia dell'ordine dei frati predicatori, qualmente egli è narrato di una strega, la quale passava quelli spatii in tutti duoi e' modi, secondo che le piaceva: cioè con il corpo, vigilando, et anchor spesse volte solamente con la fantasia, cioè quando le rincresceva il viaggio. Il perché allhora, sedendo nel letto et havendo detto alcune diaboliche parole, se gli rappresentaveno tutte le cose del giuoco in una verda nuvola et oscura come l'acqua del mare, sicome vi fussero realmente state presente.

FRONIMO Che cosa responderesti alli adversarii?

DICASTO Primieramente, così gli risponderei: che io mi maraveglio come vogliano misurare tutti li modi delli sacrileggi, delle superstitioni, e delle magiche vanitadi, con uno solo modo del viaggio, alcuna volta servato in una regione e paese del mondo da una certa sceleste compagnia di donne profane e rubelle di nostra fede, e così vogliano istendere questa cosa a tutte le parti del mondo. Et anchor direi che pensano forsi di sapere tanto, che gli pare di potere costrengere l'ampia possanza del demonio, la quale hebbe dal principio della sua creatione, in uno mortario. Dipoi anchora direi che costoro non possono patire che sia isposto quel testo della legge con il giudicio de altrui, li quali certamente sono di maggiore dottrina e giudicio di essi, accioché cavano fuori quelle cose le quali pertengono alla natura da quelle che sono pertinenti alla fede catholica. Anchor se sforzano di dimostrare, apertamente e senza vergogna, che non sia quella cosa, la quale non possono negare che non si possa fare, et anchora che non sia fatta qualche volta, eccetto se non la vuoleno negare con sua grande prosomptione et ignominia, cioè negando le migliara de testimonii. Ma forsi anchor uno di maggior animo di me direbbe di vuoler vedere un più fedele essempio delle leggi del Concilio, che fussi ramentato da un scrittore di maggiore autorità di colui lo racconta. Conciosia che sono assai cose da Gratiano altrimente iscritte, e rivolte, e narrate, molto diverse da quelle che furono pubblicate nelli concilii e dalli Pontefici. Il perché credo che cotesta fussi una cagione fra l'altre, per la quale non fussi per cotal modo approvata la compilatione del Decreto da lui fatta, dalli Venerabili Padri della Chiesa, che fussi osservata in vece di leggie dalla quale non fussi licito a veruno di appellare. Horsù, pur anchora gli vuo' concedere quello che dicono, ma considera ben che gli sia anchora serrato la bocca ad essi adversarii con la tua ottima distintione, sicome a me pare, et in vero egli è così. Per la quale facilmente se può conoscere, qualmente il corso, o sia il giuoco, di coteste donniciuole et huomiciuoli, ne conviene in parte con quello giuoco, et in parte è vario e diverso da quello. Conciosia che non se dice qui, che se creda Diana essere dea delli pagani, né anchora se vedono quivi quelle cose che se vedeano in quella regione, le quale sono dannate per il Concilio. Nondimeno se fanno imperò assai cose, delle quali non se legge fussero fatte ivi, che sono pur imperciò communi colle altri superstitioni delli gentili e pagani, et anchora fansi assai scherni, e vituperio de Dio e biasimevoli osservationi e varii riti e maladetti, che sono suto insegnati dalli maligni spiriti e demonii a questi miseri huomiciuoli e donniciuole, sì come nelli dannati unguenti da ungersi, nella delettatione di spargere il sangue innocente delli fanciullini, nella osservatione del cerchio, nelli magichi incantamenti, nell'altri molti diabolici maleficii, e nel viaggio e discorso grande per l'aria con il corpo. Colui che negasse che il demonio non puotesse maggiormente movere li corpi che non possono tutti l'huomeni insieme, parlando imperò naturalmente e quanto alli prencipii naturali di ciascuno di essi, io penso che serebbe da esser reprovato e dannato come heretico, perché dice il sanctissimo Iobbo che non è possanza sovra della terra da egualare a quella del demonio. Anchora ritroviamo nel vangelio qualmente fu portato misser Giesù Christo nostro signor dal demonio sovra del monte, et anche sovra del pinnacolo del tempio. È tenuto indubitabilmente vero dalli theologgi, come sono ubbedienti tutti li corpi alle sostanze separate, o siano alli spiriti ispogliati del corpo, quanto pertene imperò al movere da luogo a luogo. E così essi spiriti naturalmente le puono movere a suo piacere, pur non siano impediti da Iddio prima causa di tutte le creature. E così questa è una disputatione della legge naturale, cioè se possono li spiriti ignudi e privi di materia movere li corpi sì o no; ma che siano portati da luogo a luogo questi huomeni e donne, in verità e senza menzogna, egli è disputatione del fatto, cioè se così è veramente. Il perché tu debbi sapere, che quando è certo che se possa fare una cosa e che tu vuoi intendere dapoi e conoscere se è fatta o se faci o non se faci, altrimente non lo puotrai intendere eccetto che per bocca delli testimonii, o che l'haveranno essi fatto, overo l'haveranno veduto così essere, overo l'haverano udito da quelli che l'haverano fatto, che serano stato veri et certi e fideli huomeni. E così, hora, quanto apertene a noi, cioè che siano portati al maledetto giuoco questi rebelli di nostra santissima fede, l'havemo fermo e chiaro, e per cosa indubitabile, per il mezzo de gran numero di testimonii li quali l'hanno molto largamente narrato.




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