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Ioannis Picus Mirandulensis Libro detto Strega IntraText CT - Lettura del testo |
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III FRONIMO Deh, vedeti in che modo se maraveglia il nostro Apistio. Ma tu non ti maravegli dello anello di Gige lidio pastore, ramentato da Platone et anchora da Cicerone, il quale non era veduto da altro eccetto che da lui. DICASTO Non solamente questo interviene in vedere li spettacoli et finte imagini del demonio, ma anchora nelli prodigii et apparitioni divine, cioè che quelle cose sono dimostrate siano alcuna volta da puochi vedute. Et acciò lassi li altri, solamente io ramentarò di quel lume che era sovra del capo di santo Martino, il quale fu veduto da puochi, sicome narra Severo Sulpitio; et anchor pur diroe di quel altro lume che illuminava santo Ambrogio che parlava, lo qual solamente vedeva Paulino. Ma che questa imagine del demonio solamente sia veduta dalla strega, io dirò la mia oppenione: io penso possa intervenire questo facilmente per l'amicitia e grande familiarità ha con quello. E così occorre, per l'antidetta familiarità, che è portata essa nell'amanto, cioè in quello che tanto ama, non solamente con li occhi, ma anchor con la possanza imaginaria. Et anchora il conosce e distingue dalli altri uccelli et animali, quando se gli rappresenta in effigia di quegli, sì come ho udito da essa: perché le pare una fiamma ardente gli impinga nel petto, il che non le interviene nel scontro delli altri animali. Già sono tre giorni, che raccontò tutta spaventata di havere veduto l'antidetto suo amoroso in forma di una tortuosa serpe rivolta in modo di un cerchio. FRONIMO Così hai tu letto, Apistio, qualmente apparessi il demonio alli gentili, in effigia di serpe, et anchora in similitudine di augelli? Non ti ricordi di haver veduto nelli libri, come guidarono li corvi Alessandro allo oraculo e tempio di Hamone, dovi egli andava? APISTIO Sì ho letto, et anchora ho ritrovato (se ben mi ricordo) come fecero simile ufficio pur anche li dragoni. FRONIMO Che ne di' tu di queste cose maravigliose? Non istimi tu che fussero quelli li demonii malvagii, in forma di corvi? Et anchor non credi tu fussero similmente li demonii quelli duoi corvi, annoverati fra le grandi maraveglie da Aristotele, che staveno in Caria circa il tempio di Giove? Dunque perché tanto ti maraveglii? conciosia che ritroviamo in Plinio, come fusse usanza di uscire fuori della bocca di Aristea proconesio la vaga anima di Hermotimo clazomeno in simile effigia de corvi. De cui se diceva favolosamente, che quella fussi l'anima di esso, non da tutti veduta, ma solamente da alcuni huomeni. Ma manco tu ti maravegliaresti, se tu sapessi quello che è raccontato da Aristotele et anchor da più altri scrittori di quello huomo Thasio. APISTIO Deh, per tua cortesia, raconta quello gli intervenisse. FRONIMO Gli interveneva che gli andava inanti e dietro la bocca una simile figura, la quale non era veduta dall'altri huomeni. APISTIO Dunque, senza leggerezza di animo se può credere alcuna volta che quelli muoiono, sicome dicono alcuni, possono vedere li buoni e rei spiriti nelli assumpti corpi, li quali non son veduti dall'altri? FRONIMO O sì sì, questa è cosa certa. Conciosia che è creduto questo a tanti prodi et eccellenti huomeni, li quali narrano cotesto, et anchora egli è da molti dotti authori suto scritto. APISTIO Dimmi, buona donna, s'è anchora partita la paura, che havevi? STREGA Sì ben se parte, così per il vostro ragionare, come anchora per la vostra presentia. APISTIO E possibile che tu haggi tanta paura del tuo amoroso? STREGA Oimé. Già non lo temeva. Ma dipoi che sono condutta nella prigione, et haggio contra sua voglia confessato li nostri lascivi piaceri, grandemente et oltro di quello sia possibile di raccontare mi spaventa. E qualche volta se ferma a quello usciolo della prigione, et a quella fenestrella, reprehendendomi e dimostrandosi molto forte turbato con meco. E dipoi mi promette ogni agiutorio per cavarmi fuori di quivi, pur che io stia queta e tacci per lo avenire, e più non confessi veruna cosa, ma anzi nieghi quello che già ho confessato. APISTIO Te spaventavelo mai, quando tu andavi al giuoco? STREGA No certamente. APISTIO Andavi tu quivi ogni giorno, o pur in qualche tempo determinato? STREGA Vi andava nella seconda notte dopo il giorno del Sabbato, e dipoi da quindi nella quarta notte: cioè nella notte del Lune e della Zobia. APISTIO Gli andasti mai di giorno? STREGA No, mai. FRONIMO De quindi si può anchor conoscere le reliquie dell'antica superstitione, se tu ti ramentarai li ululati, voci e grida fatti ad Hecate, altrimenti chiamata Diana e Luna, nelli notturni trivii per le cittade. A cui solevano fare oratione le donne, sicome scrive Pindaro, quando li maschi separati, secondo la loro usanza, solevano anche egli fare oratione al Sole, per conseguire li loro amorosi piaceri. Il perché era dedicato la notte a cotesti ragionamenti, et apparendo il giorno, incontanenti erano terminati essi parlamenti. E perciò leggiamo quel verso:
Mi ha flato l'aspro oriente colli equi anheli.
APISTIO Forsi giace sotto di questo una cosa molto più ascosta. FRONIMO Chi cosa? APISTIO Quello che dice il greco poeta Menandro. Ma io lo dirò in volgare quello è in greco così: O notte, è bisogno a te di assai carnali piaceri. DICASTO Certamente ciascun di voi dottamente, ma humanamente parla. Ma io voglio raccontare una divina sententia, e non cosa di puoco momento, né anchora proceduta dallo ingannevole oracolo di Apolline, ma da quella soprana verità de Iddio. APISTIO Non bisogna tanto proemio, su di' presto, s'el ti piace. DICASTO Io il dirò, non havere paura. Così dice Christo nel vangelio: Colui chi male opera, ha in odio la luce. FRONIMO Certamente tu hai ramentato quello chi è verissimo. APISTIO Horsù dimmi, o bona strega, che vuol dire che non andavati a questi balli e giuochi di Diana o di Herodiade, overo, sicome le chiamati, a quelli della Donna, nell'altri notti? Ma acciò io dica più chiaramente: perché non eravati voi presente le altri notti alli malgradevoli prestigii e biasimevoli illusioni del demonio? over perché non pareva a te vi fussi presente? STREGA Io nollo so. APISTIO Te apparecchiavi tu, overo lo aspettavi che te portasse? STREGA Così faceva: fatto il cerchio, mi ungeva e saliva a cavallo di un scanno, et incontanente era portata per aria per infino al giuoco. Ancora, alcuna volta, conculcava colli piedi la hostia sagrata nel circolo, con molti ischerni, et allhora allhora se presentava il mio Ludovico, con il quale pigliava amorosi piaceri, secondo che mi piaceva. APISTIO Di che cosa è composto questo vostro maladetto unguento? STREGA Fra l'altri cose, è per maggior parte fatto di sangue de fanciullini. APISTIO In che parte te ungeviti? STREGA Eimé. Mi vergogno di raccontarlo. APISTIO Deh, sfacciata ed impudica meretrice, tu ti vergogni di narrare quello che tu non sei vergognato di fare? STREGA È cotesta mo' così gran meraviglia? APISTIO Su, velenata serpe, geta fuori il veleno. Via via, di' su, in che luogo ungevi tu? STREGA Già che sia bisogno lo dica, hor su il dirò. Ungevammi quelli luoghi colli quali mi pongo a sedere. APISTIO Deh, vedeti con quanta honesta l'ha detto. Ma ho gran desiderio de intendere. In quanto spatio di tempo eri tu portata da casa tua per insino al giuoco? STREGA In puoco spatio. APISTIO Quanto mo' puoco? STREGA In manco di mezza hora. APISTIO Quanto eri tu discosto da terra, quando tu eri portata? STREGA Tanto quanto è l'altezza di una giusta torre. APISTIO Ho pur gran desiderio de intendere quello che si fa in questo vostro scelerato giuoco. Il perché, o buona strega, se desideri che sia qui venuto per doverti agiutare, deh, non ti rencresca di narrare tutte queste cose che ivi se fanno, per cotal modo sicome le rappresentassi totalmente a noi. STREGA Il farò: sendo dunque giunta al fiume Giordano... APISTIO Aspetta un puoco, tu, strega, ma dimme Fronimo. Che cosa odi? Il fiume Giordano? FRONIMO Credo questa esser una bugia del demonio, cioè che se facci tanto viaggio per infino al fiume Giordano in così puoco spatio di tempo. Perilché penso che ello dica questi vocabuli di eccellenti luoghi a queste donnuzze, acciò maggiormente le uccegli et le inganni e molto più le tenga legate colli legami delli nomi dei primi e magnifici luoghi. E non è da credere che sia portato uno huomo in mezza hora della Italia nella Asia. Ma forsi ha pigliato Sathanasso da quindi il colore della favola, perché habitava colà Herodiade. Vero è che molto mi maraveglio non finga che sian portate nella Scithia, al tempio di Diana. Il che forsi fengerebbe quello fraudulente nemico dell'huomo, se fussi così domestico e familiare il nome della Scithia, quanto quello del Giordano. Lo quale conosce ciascun chi ha udito recitare il vangelio nelli sagrati tempii. Dipoi non è molto convenevole questo fiume a quello scelerato giuoco, ma sì ben sarebbe a proposto quello Taurico, non sagro, ma sacrilego, per le crudelissime occisioni e spargimente di sangue. Ma forse le conduce ad un altro fiume ivi vicino, e fa parere a loro che siano altrovi. Benché siano dell'altri le quali confessano di non essere portate all'acqua, overo al fiume, ma sì ben sovra delle somitati delli monti, et ivi fermate. DICASTO Non pare a me impossibile che possono esser portate al Giordano al manco per spatio di due hore, sicome quasi tutte le streghe fra sé convieneno e dicono. FRONIMO Istimi tu che quelle possono misurare tanto spazio quanto è fra questa nostra patria, e la Siria e la Phenicia, in così puoco tempo? DICASTO Dimmi, Fronimo. Non può il demonio movere li corpi a suo piacere? FRONIMO Sì, ma non seguita però che gli muova in così puoco tempo, cioè che le conduca o sia sovra della terra, verso lo Illyrio hora chiamata Schiavonia, overo alla sinestra verso la Thracia, overo alla destra per l'Africa, overo passando il mare Ionio e lo Egeo, sovra di Corcira, del Peloponesso, sovra le Ciclade, guardando Rhodo, e Cipro, e così seggendo siano poste sovra della rippa del Giordano. DICASTO Chi prohibisse questa cosa? FRONIMO Li tuoi dottori. DICASTO In che modo il prohibiscono? FRONIMO In quel modo che vieta Santo Thomaso de Acquino come non può esser mossa tutta la grandezza della terra dal demonio da luogo a luogo: facendoli resistentia la gran maestra natura. La quale vieta che sia rovinato e totalmente guasto lo integro ordine delle creature e delli elementi. Egli è contro la natura del corpo humano di esser portato con tanta celerità, con la quale insieme se conservi et si guasti. Il perché viveno quelle cose che serebbe necessario per lo impito dell'aria che mancassino, perché, non essendo in veruna cosa mutata la natura di quello, gli serebbe grande ostacolo e grande contrarietà. Ma, se pur si mutassi e diventassi più rado, facilmente se abbruggiarebbe e doventarebbe fuogo; et anchora se doventasse più spesso e sodo, maggiormente impedirebbe la velocità et agevolezza del corso. Anchora io ti voglio dire più, che se tu movessi tutta l'aria con la tua fantasia, sicome fermò il cielo Aristotele con la sua, et appo delli Greci fece anche il simile Philopono, e similmente Scoto appo delli suoi seguaci, anchora serebbe contro di te, sendovi in opposito la intrinseca natura della quantità. Per la quale bisogna che sia portato una parte dopo l'altra di esso corpo per quel grande vacuo di nulla aria riempiuto. Il perché da quivi in Asia, tolto via ogni impedimento della resistentia del fiado e delli venti o dell'aria, se consumarebbe più tempo assai di quello che dicono interporvi. APISTIO Vi priego, siatti contenti di lassare a dechiarare queste sottilitade ad uno altro giorno. Hor su, strega, seguita pur oltro. STREGA Sendo dunque colà giunti, vediamo sedere la Donna del Giuoco insieme con il suo amoroso. APISTIO Chi è colui? STREGA Non lo so. Ma so ben questo, che è uno bellissimo huomo, di una ricca veste di oro molto ben addobato. APISTIO Seguita pur. STREGA Quivi portavamo alla Donna delle hostie consagrate. E quella, con allegra faccia e gratiosi sembianti recevendole, le comanda che siano poste sovra di uno scanno; e dipoi ci comanda li diamo, in dispregio de Iddio, delli piedi sovra; e dipoi anchora vuole che gli uriniamo sovra e che li faciamo tutti li vituperii possemo. APISTIO O Dio buono, oimé, che odi dire? Chi fu quello tanto malvaggio huomo che ti de' queste sagrade hostie da portare a cotesto maledetto et iscommunicato giuoco? STREGA Egli è stato don Benedetto Berno, molto conosciuto in questo castello. DICASTO O scelerato, o iniqo, o perverso huomo. Io vi dico che credo sia stato uno delli più scelerati huomeni che mai si ritrovassino al mondo. Il perché havendolo ritrovato imbratato in mille sceleritade, lo giudicai fussi primieramente degradato, cioè privato della compagnia delli ministri di Christo, e dipoi il consegnai al Podestà; et ello incontenente, segondo la ordinatione delle leggi, lo fece brugiare. APISTIO Deh, strega, non lassare il comenciato ragionamento. STREGA Poi mangiamo, bevemo, e ci diamo amorosi piaceri. Hormai che vuoleti più intendere? APISTIO Voglio che racconti a parte per parte il tutto. Ma prima dimmi: che cosa mangiati? STREGA Della carne e delli altri cibi che si suoleno usare nelli conviti. APISTIO Donde haveti coteste vivande? STREGA Uccidemo delli buoi, ma egli è ben vero che dipoi resuscitano. APISTIO De chi sono? STREGA Sono delli nostri nemici. Et anchora cavamo del vino fuori della vegge e delli vasselli, acciò possiamo bere. Et dipoi che havemo mangiato e ben bevuto, ciascun' addimanda il suo amoroso, cioè il demonio in forma di huomo, per satisfare alla sua libidinosa voglia; e così l'huomeni chiedeno le sue amorose, anche elli dimonii in effigia di bellissime polcelle e giovane, e in tal modo ciascun piglia amorosi piaceri e satisfa alle sue sfrenate voglie. DICASTO Paiono a me illusioni e favole, quelle che dicono delli buoi. FRONIMO Sono simili a quelle cose delle quali narra favolescamente colui... APISTIO Che cosa? FRONIMO Conosco che tu vuoi lo dica in volgare, quello che è scritto in greco. Hor su, così dice: Vanno e caminano e' cuoi, e muggisseno le carni delli buoi. APISTIO Veramente sono simili. Che differentia è che camina sovra della terra il cuoio del bue, e che muggisseno e stridano le carni mezze cotte, da questo prestigio e finta imaginatione, cioè che piegata la pelle del bue già mangiata salisca sovra li piedi? FRONIMO Concederono li antichi che mandasse la voce la nave di faggio di Argo, et anchor disseno che divinòe il cavallo di Achille. Ma colui chi non niega parlassi Xantho, cioè il cavallo di Hettore, istimamo che negarà il Pegasso, cioè il cavallo colle alli de Perseo, o il Dedalo, overo colui lo quale riportò maravigliose spoglie del mostro di Libia, il quale stracciava la tenerella aria colle stridenti ali? APISTIO Ma se tu credi che voli essa strega, perché sorridi e tu ne fai beffe, quando tu leggi qualmente le Parrhasie penne portarono Perseo? FRONIMO Non mi rido, se tu stimi che siano fatte queste con arte del demonio; ma sì ben mi rido, et me ne fo beffe, se tu credi che siano fatte per opera et ingegno de l'huomo. Io penso che non è simile mostro: cioè di fingere che l'huomo o il cavallo habbia le penne per volare; o di fingere che il cavallo habbia in tal modo la lengua che la possa rivoltarla e piegarla per proferire le parole, conciosia che molti augelletti senza alcuno miracolo per opera e grande artificio dell'huomini a puoco a poco imparano di proferire molte parole, e così sendovi usati le proferiscono. Se dunque se insegna di rivolgere la lengua a cotesti augelleti per cotale modo che proferiscono l'humane parole, quanto maggiormente se potrà dire, che lo possano fare le sostantie separate o siano buoni o rei spiriti? cioè di poter rivolgere la lengua per la bocca delli animali per cotal modo che proferiscano dritamente le parole? APISTIO Tu di' che questo se può fare? FRONIMO Anche il confermo, conciosia che sono ciascun de essi spiriti di natura eguale. APISTIO Il puotresti provare con qualche essempio? FRONIMO Molto ben il posso provare. Ma hora ne basti uno, raccontato nel sagro libro delli Numeri, cioè che la asina di Baalam parlòe. E dicono e' Theologgi che parlòe per opera dell'angiolo, conciosia che essa non sapeva quello che dicesse, così sendoli rivolta e condutta la lengua a dire quello che era commodo et agevole per lo essercito delli Hebrei, de cui ne havea governo e cura il buon Angiolo, sicome racconta la Scrittura. E così ho narrato questo essempio solamente, acciò io tacci quelle historie già narrate de quelli buoi delli Gentili, che parlarono. APISTIO Deh, dimmi, strega. Noi sapiamo come non hanno li demonii carne né ossa: dunque come mangiano, beveno, e lussuriano? Su, respondi presto. STREGA Sicome a me pare, sono simili, quanto alle parti vergognose, alla carne. APISTIO Potresti darci un essempio di qualche cosa che sia simile a quelli suoi corpi? STREGA Non lo so ben. Ma pur paiono assai simili alla stoppa, overo al bambagio, quando è costreto insieme e condensato. Così paiono quelli nel toccare, ma sempre sono imperò freddi. APISTIO Hor seguita più avanti. STREGA Poi eravamo satiati delli carnali piaceri, eravamo portati alle nostre case. APISTIO Non ti veneva mai quivi a visitare? STREGA E spesse volte. Anchor qualche volta, quando andava al mercato e ritornava, accompagnavammi. E ricordammi come, ritornando a casa un giorno su il tardo dal castello, essendo egli in mia compagnia, tre volte pigliassimo insieme amorosi piaceri avanti giongessi a casa. APISTIO Quanto è discosto la tua casa dalle mura del castello? STREGA Circa di un migliaro. APISTIO Dunque non è maraveglia s'el si mostrò esso malvagio demonio in forma della molto libidinosa passera. Ma pur, Fronimo, io te dico il vero, anchora non posso capire con il mio ingegno, che vogliono significare cotesti tanto sozzi piaceri carnali. FRONIMO Ti dirò la mia oppenione. Io penso che facci cotesto esso ingannatore dell'huomeni, per satisfare alle sfrenate voglie di quelle sfacciate et impudiche meretrici, le quali non hanno il timore de Iddio: che è quello freno che fa caminare l'huomo secondo il ragionevole appetito e giusto disio. Il perché, remosso l'antidetto freno della ragione, rimane l'huomo come uno animale irrationale e sicome una bestia; e così dipoi desidera, bramma, et anchora cerca le cose da bestia, et in esse se deletta.
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