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Vittorio Alfieri
Vita scritta da esso

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APPENDICE QUARTA

 

(cap. XV)

 

COLASCIONATA PRIMA

sendo mascherato da Poeta sudicio.

 

Le vicende d'amor strane, ed amare

colla cetra m'appresto a voi cantare;

non vi spiacciale udir dal labro mio

che sincero dirolle affé d'Iddio.

Voi le provaste tutti, o le sentite,

onde se v'ingannassi, mi smentite.

 

Sventurato è colui ch'ama davvero:

sol felice in amor è il menzognero.

Ingannato è colui che non inganna,

e le frodi donnesche ei si tracanna.

 

Amor non è che un fanciullesco giuoco,

chi l'apprezza di piú, quant'è da poco!

Eppur, miseri noi, la quiete, e pace

c'invola spesso il traditor rapace.

 

Pria che d'amar, paiono dolci i lacci,

cosí creder ti fan con finti abbracci.

Cresce dappoi delle catene il peso

a misura che il sciocco resta acceso.

E quando egli è ben bene innamorato,

che dura è la catena ha già scordato:

o se la sente ancor, la scuote invano,

ch'allacciata le vien da accorta mano.

 

L'innamorato stolto, un uom si crede,

e ch'un uom non è piú già non s'avvede.

Delirando sen va sera, e mattina

e da lui la raggion fugge tapina.

Ogni giorno scemando il suo cervello,

già non discerne piú, né il buon, né il bello,

va gli amici fuggendo, e ancor se stesso

fugge, per non sentir l'error commesso.

Né l'ardisce emendar, piange, sospira,

contro il perfido amor, stolto, si adira.

 

La donna, ch'altro vuol ch'aspri lamenti,

con rimproveri accresce i rei tormenti:

e nel fiero contrasto ognor piú sciocco

l'innamorato sta, come un alocco.

Legge in viso ad ognun la sua sentenza,

e si rode il suo fren con gran pazienza,

la pazienza, virtú denominata,

ma specialmente all'asino accordata.

L'innamorato almen sembrasse in tutto

al lascivo animal, immondo, e brutto.

 

Spesso lo muove poi fredda pazzia,

quella nera passion di gelosia.

Non sarebbe geloso, o il fora invano,

se palpasse la fronte con la mano.

Anime de' mariti a me insegnate

per non esser gelose, eh come fate?

Ho capito, di già stufi ne siete,

né sempre invan recalcitrar volete.

Il coniugale amor vien presto a noia,

e nel letto sponsal forza è che muoia,

e stuffarsi pur denno anco gli amanti

di gettare per donna all'aure i pianti.

In somma:

l'innamorato trista figura,

quando di farla buona ei s'assicura.

Ognun ride di lui, e n'ha ragione,

l'innamorato sempre è un gran beccone.

 

Io finisco col dirvi, amici cari,

voi ch'inghiottite ancor boccon amari,

di spicciarvi al piú presto che possiate

delle donne che vosco strascinate.

 

Io già rider vi ho fatto, e rido adesso

delle donne, di voi, e di me stesso.

 

 

 




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