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Vittorio Alfieri Vita scritta da esso IntraText CT - Lettura del testo |
scena seconda Diomede, Cleopatra, Ismene
Fedel Diomede, apportator di vita, o di morte mi sei?... Che rintracciasti? Si compí il mio destin?... parla -
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i cenni tuoi ad adempir n'andava, quando scendendo alla marina in riva vidi affollar l'insana plebe al porto, confuse grida udii, s'eran di pianto, di gioia, o di stupor, nulla indagando, v'andai io stesso, e la cagion funesta di tal romor, purtroppo a me fu nota. Poche sdruscite, e fuggitive navi, miseri avanzi dell'audaci squadre, eran l'oggetto de' perversi gridi del basso volgo, che schernisce ognora quei, che non teme.
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E su questo andare proseguiva tutta intera, piuttosto lunghetta, essendo di versi 1641. Numero al quale poi non sono quasi mai piú arrivato nelle susseguenti tragedie che ho scritte sino in venti, allorché forse mi trovava poi aver qualcosa piú da dire. Tanto vagliono per l'esser breve i mezzi del poter dire in un modo piuttosto che in un altro.