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Vittorio Alfieri
Vita scritta da esso

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scena seconda Diomede, Cleopatra, Ismene

 

CLEOPATRA

Fedel Diomede, apportator di vita,

o di morte mi sei?... Che rintracciasti?

Si compí il mio destin?... parla -

 

DIOMEDE

Regina,

i cenni tuoi ad adempir n'andava,

quando scendendo alla marina in riva

vidi affollar l'insana plebe al porto,

confuse grida udii, s'eran di pianto,

di gioia, o di stupor, nulla indagando,

v'andai io stesso, e la cagion funesta

di tal romor, purtroppo a me fu nota.

Poche sdruscite, e fuggitive navi,

miseri avanzi dell'audaci squadre,

eran l'oggetto de' perversi gridi

del basso volgo, che schernisce ognora

quei, che non teme.

 

CLEOPATRA

E in esse eravi Antonio?

 

DIOMEDE

Canidio, Duce alla fuggiasca gente

credea trovarlo, cc. ec.

 

E su questo andare proseguiva tutta intera, piuttosto lunghetta, essendo di versi 1641. Numero al quale poi non sono quasi mai piú arrivato nelle susseguenti tragedie che ho scritte sino in venti, allorché forse mi trovava poi aver qualcosa piú da dire. Tanto vagliono per l'esser breve i mezzi del poter dire in un modo piuttosto che in un altro.

 

 

 




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