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Vittorio Alfieri
Vita scritta da esso

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APPENDICE SEDICESIMA

(cap. XXVIII)

 

Veneratissimo Sig. Zio.

 

Sul punto di abbandonare l'Italia, per forse tornarvi mai piú, mi permetta, Sig. Zio veneratiss., ch'io le parli del sommo rincrescimento che provo nel dovere rinunciare alla speranza che da tempo nudrivo di conoscerla una volta personalmente. Questa mia determinazione, che a me pare dettata da delicatezza, dai molti è nommata eccesso d'amor proprio, e dai piú pregiudizio ridicolo. Forse han ragione; ma non posso far forza alla mia natura che cosí mi dice; e quando mi fosse stato possibile, le minaccie di esiglio perpetuo, di confisca de' miei beni, mi fa in questo punto il Governo Piemontese se non rientro subito; queste sole minaccie basterebbero a riffrancarmi nella già presa determinazione. - Pugnai contro i Francesi quando erano vittoriosi; comminciai a pugnar per essi quando furon vinti, e non posso assolutamente determinarmi a lasciarli perdenti.

Credo che non anderà guari ch'io sarò cambiato. Non so quando le numerose ferite ultimamente rilevate mi permetteranno di ritrattar l'armi, certo se guerreggerò non sarà mai in Italia. - Desidero la pace (non la credo prossima), affine di chiamare a me l'amata mia Consorte, virtuosissima Nipote di lei, e l'unico mio Figlio; infinito duolo provo in separarmene; oh, quanto desidererei che lei la conoscesse! Donna piú dolce, piú tenera, di anima piú alta, piú nobile, di sensi piú sublimi, non seppi mai neppure immaginarla.

Parto domani alla volta di Gratz, e provo una vera consolazione nell'avere aperto il mio cuore a Lei, non già ch'io creda che la mia condotta possa venir approvata, ma forse qualcuno fra i Piemontesi capitati a Firenze, mi avrà dipinto a lei come un fanatico, o un uomo di smisurata ambizione; non sono né l'uno né l'altro, ero forse nato per viver in un altro secolo, fra altri uomini; sono veramente ridicolo in questo secolo, mi trovavo tale fra i Piemontesi, mi vedo tale fra i Francesi.

Spero da lei, veneratissimo Sig. Zio, compatimento se erro, e spero pure vorrà accettare l'assicuranza dei sentimenti di verace stima, e d'ossequioso attaccamento co' quali mi pregio essere

Di V.S. Veneratiss.

Treviso li 2 Novembre 1799

Devmo ed Obbmo Serv. ed Affmo Nipote,

Luigi Colli

 

 

Firenze 16 Novembre 1799.

Nipote mio.

 

Ad un uomo di alto e di forte animo, quale vi reputo e siete, o queste poche mie veracissime e cordiali parole basteranno, o nessune.

Già l'onor vostro avete leso voi stesso e non poco, dal punto in cui voi, per somma vostra fortuna non nato Francese, spontaneamente pure indossaste la livrea della Francese Tirannide. Risarcirlo potete forse ancora voi stesso, volendo; ma egli sarà pur troppo in tutto perduto, e per sempre, se voi persistete in una cosí obbrobriosa servitú. Né io già vi dico di cedere alle minaccie di confisca, o d'esiglio, fattevi dal Governo Piemontese; ma di cedere bensí alle ben altre incessanti minaccie che vi fanno senza dubbio la propria vostra coscienza, e l'onore, e l'inevitabile Tribunale terribile di chi dopo noi ci accorda, o ci toglie con imparziale giudizio la fama. La vostra era stata finora, non che intatta, gloriosa; non uno dei Piemontesí che ho visti mi ha parlato di voi, che non stimasse e ammirasse i vostri militari talenti. Riassumetela dunque, col confessare ai Francesi medesimi, che ai vostri, che voi avete errato servendo gli oppressori e i Tiranni della nostra Italia. Ed ove pure vi possa premere la stima di una gente niente stimabile, sappiate che gli stessi Francesi vi stimeranno assai piú se li abbandonate, di quello che vi stimeranno anche valorosamente servendoli.

Del resto, quand'anche codesti vostri schiavi parlanti di libertà trionfassero, e venissero a soggiogare tutta l'Europa; o quand'anche voi perveniste fra essi all'apice dei massimi loro vergognosissimi onori, non già per questo mai rimarreste voi pago di voi medesimo, né con sicura e libera fronte ardireste voi inalzare nei miei occhi i vostri occhi, incontrandomi. La mendicità dunque, e la piú oscura vita nella vostra patria (il che pur non vi può toccar mai) vi farebbero e meno oppresso, e men vile, e meno schiavo d'assai, che non il sedervi su l'uno dei cinque troni direttoriali in Parigi. Piú oltre non potreste ascender voi mai; né maggiormente contaminarvi.

Ed in ultimo vi fo riflettere, che voi non potete la degnissima vostra Consorte ad un tempo stesso amare come mi dite e stimare, e macchiarla.

Finisco, sperando, che una qualche impressione vi avran fatta nell'animo questi miei duri ma sincerissimi ed affettuosi sentimenti, ai quali se voi non non prestate fede per ora, son certo che il giorno verrà in cui pienissima la presterete poi loro; ma invano.

Son tutto Vostro

Vittorio Alfieri

 

 

Riveritiss. Sig. Zio.

 

Ebbi l'onore richiamarmi alla di lei ricordanza nel partire d'Italia; non so se la mia lettera le sarà giunta. Vi ritorno, e la prima mia premura si è di ripetere quest'atto cbe mi vien commandato dalla stima, e (mi permetta di dirlo) dal rispettoso attaccamento che le professo.

Ritorno in Italia coll'obbligo stretto di convincere il Governo Francese (o per dir meglio i miei amici Moreau, Desolles, Bonaparte, Grouchi, Grénier) della mia riconoscenza per le non dubbie, reiterate, ostinate prove di vivo interessamento a mio favore dimostrate. - Combatterò dunque ancora; l'amicizia, la gratitudine mi faran combattere... Chi sa, forse l'ambizione si maschera cosí.

Non starò piú in Piemonte, se il re di Sardegna vi rientra non devo decentemente starvi. Se il Piemonte si democratizza vi sono troppo amato dai Contadini per potere starvi senza correre il rischio d'ingelosire i debolissimi Governanti della nascente Repubblica. Non so ancora dove mi fisserò. Forse in Francia, ma non mi vi decido ancora. Vado a Milano, dovrò starvi circa 15 giorni; se l'armistizio durerà, anderò poi a Parigi; ma prima, se me lo permette, avrò l'onore di personalmente assicurarla degli ossequiosi sentimenti co' quali mi pregio essere.

Di V.S. Reveritiss.

 

Bologna li 31 Ottobre 1800.

 

Devmo ed Obbmo Serv. ed Affmo Nipote

Colli

 

 

 




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