aband-compe | compi-giove | giovi-oda | odia-sapa | sapea-ventu | venut-zucca
Satira, Verso
1 7,78 | al sonno abandonai questi occhi tristi?». ~ ~
2 6,74 | ridurre insieme, e abandonar le giande ~
3 3,278| e dice: «Abb'io pur roba, e sia l'acquisto ~
4 5,280| 280 Abbile sempre, ai chiari tempi
5 1,40 | 40 Né il verno altrove s'abita in cotesto ~
6 2,138| ingegno da la chierca non aborre; ~ ~
7 3,174| del passato ogni memoria absterge. ~ ~
8 1,152| più a Roma in posta non accade ~
9 1,154| e quando accadesse anco, in questa etade, ~
10 1,213| siàn debitori, or che se accasa. ~ ~
11 3,27 | accattandomi il pan come mendico. ~ ~
12 5,17 | chi non ha del suo, fuor accattarne, ~
13 1,174| ch'io non lascio accecarmi in questi fumi; ~ ~
14 7,81 | quivi era giunta accelerando il passo. ~ ~
15 1,117| beneficii vuoi, che sia più accetta. ~ ~
16 1,78 | che non gli sia accettato, non ardisce. ~ ~
17 5,11 | sopra varii accidenti che lo effetto ~
18 2,173| accompagnato e solo, a piè, a cavallo; ~
19 2,161| persone te accompagnino a palazzo ~
20 3,252| chi la mensa apparecchi e acconci il letto, ~ ~
21 5,219| se acconcia il steso fianco, e il ciglio
22 1,15 | 15 s'ode accordar di quanti n'ha dintorno; ~ ~
23 6,81 | sudor lor più giusti frutti accòrre. ~ ~
24 6,228| hai l'antiqua origine, s'accosta. ~ ~
25 3,173| che costui sol non accostasse al rivo ~
26 3,219| come si accresca e come in sé si prema; ~ ~
27 1,4 | se più il signor me accusa; se compagno ~
28 4,146| accuse e liti sempre e gridi ascolto, ~
29 5,61 | Quel che acerbi non fér, maturi e mézzi ~
30 1,264| con li suoi doni, non mi è acerbo et acro ~ ~
31 1,249| muro, ove di grano era uno acervo; ~ ~
32 3,45 | e mondo, e spargo poi di acetto e sapa, ~ ~
33 6,178| saper ne la lingua de li Achei ~
34 2,211| Non penserà d'Achivi o d'Epiroti ~
35 4,5 | eterno rumor confondon l'acque ~
36 4,101| li buoni, acquista titolo di saggio, ~
37 6,181| Mentre l'uno acquistando, e diferrendo ~
38 4,71 | quel che in molti anni acquistar gli avi e i patri ~
39 3,309| mitra acquistata con tanta vergogna. ~ ~
40 3,278| Abb'io pur roba, e sia l'acquisto ~
41 2,200| 200 forse adagiato, alcun vive giocondo, ~
42 3,34 | Non si adatta una sella o un basto solo ~
43 1,147| non mi posso adattar per porne o trarne. ~ ~
44 1,105| 105 col torchio in mano addormentato caschi. ~ ~
45 5,41 | danno; sempre ci è mano adiutrice ~
46 5,313| meschin, ch'avea moglie d'admirande ~
47 2,147| che fatti gli ha adorar dai re potenti. ~ ~
48 5,302| facea sì leggiadro né sì adorno ~
49 5,234| che se tiri alcun galante adosso, ~ ~
50 2,77 | poi che la vile adulazion spagnola ~
51 1,7 | o, tutti dotti ne la adulazione ~
52 5,277| gli adùlteri né in piazza né in palese, ~
53 3,132| ardente sete onde è ciascuno adusto: ~ ~
54 5,225| che sì tosto il viso lor s'affaldi; ~ ~
55 2,240| 240 vive affamata, e grida indarno e freme. ~ ~
56 1,256| Mentre s'affanna, e uscire indarno spera, ~
57 6,214| ma si truovò di tanti affanni carca ~
58 3,207| starmi in riposo o affaticarmi manco. ~ ~
59 4,41 | questi affetti da te, che in noi, nascendo, ~
60 4,42 | natura affige con sì saldi chiovi! ~ ~
61 4,183| bramar gli affitti suoi mi facea invano. ~ ~
62 2,5 | ancor che maggior peste affliga ~
63 2,104| Santa Agata, se avien ch'al vecchio
64 5,107| dimestico essempio, che le aggira ~
65 6,233| sì cari amici, aggiunge che dal giogo ~
66 5,153| ha da spiacer, se non te aggrada. ~ ~
67 4,211| il qual, per aggradir il real dono, ~
68 5,254| che vuoi ch'ella ami te; aggradisci, ~
69 6,109| di sentir che simil fango aggreva ~
70 2,159| de cinque mitre il capo aggrevo. ~ ~
71 3,238| ricchezze al Turco, e s'io me agguaglio ~
72 2,38 | di pane et aglio uso a sfamarsi, poi ~
73 7,93 | leon d'umil agnel gli diede aiuto. ~ ~
74 5,117| al fuso, all'ago, o pur in canto e in suono. ~ ~
75 2,82 | Agora non si puede, et es meiore ~
76 1,128| di non voler Agria veder né Buda, ~
77 3,308| facendosi veder con quella aguzza ~
78 4,219| lo sprone al fianco, aguzzo più che lancia, ~ ~
79 | Ahi
80 6,188| vide ella tosto, ahimè!, perché del fallo ~
81 3,155| hanno a ber; poi quei che lo aiutaro ~
82 1,9 | l'aiutate a biasmarme oltra ragione. ~ ~
83 1,84 | mangia i tuoi polli alli tua alari cotti». ~ ~
84 4,136| Dove altro albergo era di questo meno ~
85 | alcuni
86 1,223| Ongari a veder torna e gli Alemanni, ~
87 2,229| l Svizzero condurre o l'Alemanno ~
88 4,59 | come d'Alessio il Gianfa, e che lo brama ~
89 3,2 | la fo col duca Alfonso, e s'io mi sento ~
90 7,180| 180 che m'udissi allegar che ragion pazza ~
91 4,113| molt'altre ragion posso allegarte, ~
92 7,102| quella famiglia d'allegrezza piena: ~ ~
93 2,12 | a Malco allontanar fe' da la chioma, ~ ~
94 3,294| per mostrar meglio, allumi le candele: ~ ~
95 | Almeno
96 4,23 | e da neve, alpe, selve e fiumi escluso ~
97 | alquanto
98 2,206| all'alta sedia, che d'aver bramata ~
99 6,94 | altri io vuo' scoprir gli altari, ~
100 1,28 | Ogni alterazione, ancor che leve, ~
101 7,83 | a questa altezza, poi che al caldo e al gielo ~
102 | altr'
103 1,222| t'indugiasti a uscir de l'alvo, ~ ~
104 4,163| Ogni terra in se stessa alza le corna, ~
105 4,100| 100 l'iniqui alzando, e deprimendo in lutto ~
106 3,283| Pian piano, Bomba; non alzar la voce: ~
107 2,202| Ah! che 'l disio d'alzarsi il tiene al fondo! ~
108 5,253| Falle carezze, et amala con quello ~
109 5,109| Se la madre ha duo amanti, ella ne mira ~
110 3,99 | mostrò amar più di me poche persone; ~ ~
111 4,107| se sentisse ch'io amassi, faria un viso ~
112 3,142| Questo una gazza, che già amata assai ~
113 4,120| 120 da le Naiade amato ombroso seggio, ~ ~
114 3,258| ambizïone e passi ogni misura. ~ ~
115 7,174| che non ha madonna Ambra né la figlia, ~ ~
116 6,126| quanto me stesso il prossimo ame. ~ ~
117 1,225| 225 servi per amendua, rifà i miei danni. ~ ~
118 3,180| 180 e il santo bacio in amendue mi diede. ~ ~
119 4,134| l'amene valli, senza il cor sereno, ~
120 4,116| li luoghi ameni di che il nostro Reggio, ~
121 5,256| pur tal volta errasse, l'ammonisci ~
122 1,53 | di amomo e d'altri aròmati, che tutti ~
123 5,89 | t'avrei da dir che, se amorosa face ~
124 2,190| mula, o che si duol d'una anca, ~
125 | anch'
126 5,66 | inducono a sposar villane e ancille, ~ ~
127 3,186| la notte andai sin al Montone a cena. ~ ~
128 7,143| l'andata, ben dirai che triste umore ~
129 3,82 | S'io fossi andato a Roma, dirà alcuno, ~
130 3,200| 200 non che a Roma, anderò, se di potervi ~
131 7,115| par ch'io vi debbia ire, andiamo; ~
132 3,62 | senza mai pagar l'oste, andrò cercando ~
133 6,110| 110 il mio vicino Andronico, e vi giace ~
134 6,70 | non fu tal già Febo, né Anfïone, ~
135 5,303| l'angel da Dio mandato in Galilea. ~ ~
136 5,246| cercar compassion de le sue angosce. ~ ~
137 5,315| sempre in sospetto et in angustia grande, ~ ~
138 3,128| non un vase picciolo et angusto, ~
139 6,221| l'anima mia, non mezza non, ma intiera, ~
140 5,262| Questi animal, che son molto più umani, ~
141 5,102| son fallaci più ch'altri animali? ~ ~
142 2,9 | l'anime a crucïar con lunga briga; ~ ~
143 6,53 | con prieghi animi duri, e far sovente ~
144 5,325| 325 Questo annel tenga in dito, e non lo
145 2,115| stole, io non vuo' ch'anco annella ~
146 5,320| 320 uno annello, e ponendolo gli dica: ~
147 5,252| trovandol senza te, non vi si annidi. ~ ~
148 2,184| e del debito antico uno è passato, ~
149 6,228| onde hai l'antiqua origine, s'accosta. ~ ~
150 | anzi
151 6,102| il biondo Aonio e più leggier che 'l vento, ~ ~
152 4,144| del silvoso Apennin la fiera sponda. ~ ~
153 7,73 | pero una matina gli occhi aperse, ~
154 4,97 | comincia volpe, indi con forze aperte ~
155 5,173| con gli occhi aperti; che più l'esser sciocca ~
156 1,21 | lo dissi a viso aperto e non con fraude. ~ ~
157 5,240| 240 gusti diverso all'apetito l'ésca. ~ ~
158 6,136| ciò che Apollonio e Euripide già scrisse, ~
159 4,80 | 80 in Camera apostolica, in Castello, ~
160 6,58 | Il nome che di apostolo ti denno ~
161 3,252| chi la mensa apparecchi e acconci il letto, ~ ~
162 1,212| n'era, bisogna apparecchiar la dote, ~
163 3,98 | gli fui grato sempre, e in apparenza ~
164 3,266| e, quando in piazza appari o ne la chiesa, ~
165 5,306| gli apparve in sogno un poco inanzi
166 4,91 | pur grande e magnifico se appella, ~
167 3,52 | Degli uomini son varii li appetiti: ~
168 1,219| in qua sotto il cuffiotto appiatto. ~ ~
169 1,17 | aprir, con tutto il viso applaude ~
170 6,41 | a quel che approvan gli altri, mostri ingegno ~
171 6,152| tempio di Apollo io gli apra in Delo, ~
172 1,17 | la bocca aprir, con tutto il viso applaude ~
173 3,88 | e prima che gli aprissero le porte ~
174 5,104| né mai colomba d'aquila, né figlia ~
175 6,80 | 80 e cominciar, versando aratri e glebe, ~
176 7,82 | Et io» l'arbor soggiunse «a pena ascesi ~
177 2,198| troppo tirar non spezzi l'arco. ~ ~
178 1,16 | e chi non ha per umiltà ardimento ~
179 1,78 | non gli sia accettato, non ardisce. ~ ~
180 6,96 | e di Petro Aretino abbia gli armari. ~ ~
181 7,162| più là d'Argenta, o più qua del Bondeno. ~ ~
182 6,140| gli altri a cui le Muse argive ~
183 7,138| o da tósco, o da barbato argivo. ~ ~
184 1,232| A Filo, a Cento, in Arïano, a Calto ~
185 6,224| ch'avesti allor, stirpe Arïosta, ~
186 3,115| 115 In quel tempo, d'armenti e de lanosi ~
187 1,53 | di amomo e d'altri aròmati, che tutti ~
188 5,96 | essamina il consiglio ch'io te arreco. ~ ~
189 1,160| 160 più tosto che arricchir, voglio quïete: ~
190 1,233| arriverei, ma non sin al Danubbio, ~
191 7,85 | che a un volger d'occhi arrivi in cielo, ~
192 5,258| che la facci arrossir senza por lisci. ~ ~
193 3,110| 110 arse, che 'l Sol di nuovo a Faetonte ~
194 2,213| de la Morea o de l'Arta far despòti; ~ ~
195 6,2 | solliciti padri, veder l'arti ~
196 4,156| indi il Leon l'ha fra gli artigli avuto. ~ ~
197 1,159| e stargli come Artofilace all'Orse; ~ ~
198 1,57 | né piei, né ascelle odorerei, né rutti; ~ ~
199 7,52 | vede anco che ciascun che ascende ~
200 7,82 | l'arbor soggiunse «a pena ascesi ~
201 5,73 | fai bene a tòr moglier; ma ascolta: ~
202 3,144| vedendo et ascoltando, gridò: «Guai! ~ ~
203 5,184| Sia vergognosa; ascolti e non risponda ~
204 4,146| accuse e liti sempre e gridi ascolto, ~
205 3,292| Quel che devresti ascondere, rivele: ~
206 7,169| Buon per me ch'io me ascondo in questa valle, ~
207 7,50 | 50 uno asinello: ognun lo enigma intende, ~
208 1,247| Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo ~
209 7,57 | e poi fuggì senza aspettar settembre ~ ~
210 2,203| grado gli spiace, e a quello aspira ~
211 2,53 | palustre, non assaggio, perché, puri, ~
212 4,157| Qui vanno li assassini in sì gran schiera ~
213 2,75 | poi che si sono a tavola assettati. ~ ~
214 5,106| Oltre che il ramo al ceppo s'assimiglia, ~
215 2,156| di quel ch'è stato assiso a mezzo o ad imo? ~ ~
216 4,150| condanni, altri ne mandi assolto; ~ ~
217 3,250| convenga andare a piè, se astretto ~
218 3,210| 210 e non eran l'astuzie che sono ora, ~ ~
219 2,186| esser sul muro in publico attaccato. ~ ~
220 1,177| le bisaccie gli attacco su la schiena. ~ ~
221 5,99 | le sorelle, s'all'onore attendi. ~ ~
222 3,187| Or sia vero che 'l Papa attenga tutto ~
223 3,127| E non avendo con che attinger poi, ~
224 5,183| mai, non mai col ciglio attratto. ~ ~
225 2,177| né questo mai gli è attribuito a fallo. ~ ~
226 5,251| sta sul tuo; che qualche augello, ~
227 4,139| La nuda Pania tra l'Aurora e il Noto, ~
228 2,269| ho fin qui auto da cacciar dui muli, ~
229 6,133| ne la propria lingua de l'autore ~
230 5,165| per lei d'amor e di desire avampi. ~ ~
231 1,220| 220 La vita che mi avanza me la salvo ~
232 6,212| di più avanzarsi, e basti che la barca, ~
233 5,148| vuo' tal che di bellezze avanze ~
234 4,172| saper che la mia voglia avara ~
235 7,111| l'avare spemi mie tutte sepolte. ~ ~
236 5,28 | che 'l dicate, io me ne aveggio; ~
237 2,97 | Che mi mova a veder Monte Aventino ~
238 6,22 | O nostra male aventurosa etade, ~
239 | avere
240 | averlo
241 | averne
242 2,20 | 20 che poco gioveria ch'avesser pòste, ~
243 6,85 | 85 e avesson fatto scendere le petre ~
244 | avesti
245 | avete
246 7,120| luogo ove ella è nata e avezza; ~ ~
247 5,138| Rinaldo mio la te aviluppa e ficca; ~ ~
248 6,56 | ti debbia aviluppar, sì tòrre il senno, ~
249 4,109| ogniun come vuole, e siagli aviso ~
250 | avrebbe
251 | avreste
252 2,93 | avrian dal sol, non che da gli
253 | avuta
254 5,284| chi ti vien per casa abbi avvertenza, ~
255 3,299| rispondere è forza, e a te è avviso ~
256 2,253| Se la bacchetta pur levar satollo ~
257 3,153| Neri, a Vanni, a Lotti e a Bacci. ~ ~
258 5,209| pon quando bacia Lidia, avria più a schivo ~
259 3,177| gli baciai prima, di memoria privo. ~ ~
260 5,220| 220 Sì che quei che le baciano, ben ponno ~
261 5,222| baciar lor anco a nuova luna il
262 5,210| 210 che se baciasse un cul marzo di scabbia. ~ ~
263 3,180| 180 e il santo bacio in amendue mi diede. ~ ~
264 7,66 | la man mi strinse, e mi baciò le gote; ~ ~
265 2,199| D'uffici, di badie, di ricca chiesa ~
266 3,60 | un mare e l'altro che la bagna. ~ ~
267 1,2 | Alessandro fratel, compar mio Bagno, ~
268 2,237| tesoro; e chi baiar vuol, bai. ~ ~
269 2,237| avrà tesoro; e chi baiar vuol, bai. ~ ~
270 2,101| possa, pel viver mio, certi baiocchi ~
271 5,115| 115 Saper la balia e le compagne è buono: ~
272 5,279| balie e tal genti, han le lor
273 4,84 | novi dazii e multe e con balzello. ~ ~
274 4,159| non osa trar del sacco la bandiera. ~ ~
275 3,304| Se bene è stato in bando un pezzo, or gode ~
276 7,21 | e far di bue mi vogli un barbaresco; ~ ~
277 7,138| voglia o da tósco, o da barbato argivo. ~ ~
278 6,212| avanzarsi, e basti che la barca, ~
279 1,100| 100 A chi nel Barco e in villa il segue, dona, ~
280 3,276| di baro o traditor sempre prepono. ~ ~
281 3,226| alti li vedean dai poggi bassi, ~
282 7,35 | mente, avessi facultà a bastanza, ~
283 2,225| 225 al suo bastardo sangue ne rimagna. ~ ~
284 1,195| 195 né questo basterà né un altro foglio. ~ ~
285 7,179| per bastonarmi piglieresti, tosto ~
286 5,244| se poi pentito si batte le cosce, ~
287 6,117| mastro Battista mescole il veratro; ~ ~
288 2,59 | bea, mentre fuori il populo
289 7,177| frate, oltre li dui che bebbe. ~ ~
290 5,19 | e chi s'usa a beccar de l'altrui carne, ~
291 4,47 | che quello e questo è becco, e quanto lungo ~
292 1,41 | vi si mangia, giuoca e bee, ~
293 5,300| bel viso, begli occhi e belle chiome; ~ ~
294 5,159| più di bellezza e più tenere il vanto. ~ ~
295 4,131| e maggio belli, ch'or l'ottobre dietro ~
296 6,168| ragion vuol ch'io sempre benedica. ~ ~
297 1,117| se beneficii vuoi, che sia più accetta. ~ ~
298 3,288| ti dànno i beni c'hai, mobili e saldi. ~ ~
299 1,103| vegghi la notte, in sin che i Bergamaschi ~
300 1,60 | potre' a mia posta, e nulla berne o poco. ~ ~
301 3,136| Poi su ciascuna bestia si consigli, ~
302 3,157| Bevuto ch'abbian questi, gli fia
303 6,114| Flavio biastemator, via più mi spiace ~ ~
304 3,282| se riniega anco e si biastemia Cristo». ~ ~
305 3,284| biastemian Cristo li uomini ribaldi, ~
306 4,28 | chi lo dicessi, un occhio bieco ~
307 6,102| il biondo Aonio e più leggier che '
308 1,177| le bisaccie gli attacco su la schiena. ~ ~
309 7,109| Ma per non far, se non bisognan, molte ~
310 3,18 | è bisognato che tutti abbian luoco, ~ ~
311 1,64 | Bisognerieno pentole e vasella ~
312 5,42 | che soviene alle pover' bisognose. ~ ~
313 3,117| un pastor fra gli altri bisognosi, ~ ~
314 7,128| Iovio, al Cavallo, al Blosio, al Molza, al Vida ~
315 3,181| Di mezzo quella bolla anco cortese ~
316 2,182| da spender, che alle bolle è già ubligato ~
317 6,227| quel né in Ferrara né in Bologna, ~
318 7,162| d'Argenta, o più qua del Bondeno. ~ ~
319 3,274| Vestir di romagnuolo et esser bono, ~
320 2,78 | messe la signoria fin in bordello) ~ ~
321 3,302| non stima il Borna che sia biasmo, s'ode ~
322 6,50 | e son li tuoi suggetti i boschi e i colli, ~
323 2,266| che, tornando dal bosco, ebbe la sera ~
324 1,251| si fece più d'una gran botte grossa ~
325 1,207| impedì de li piedi e de le braccia. ~ ~
326 4,183| bramar gli affitti suoi mi facea
327 2,206| all'alta sedia, che d'aver bramata ~
328 2,132| bramava, e di velen perciò temendo, ~ ~
329 7,117| spero, e quel di più non bramo. ~ ~
330 3,162| gli prestai danar», grida Brandino. ~ ~
331 2,9 | anime a crucïar con lunga briga; ~ ~
332 4,24 | tien del mio cor sola la briglia. ~ ~
333 4,213| volger temoni e regger briglie sono, ~ ~
334 3,291| d'oro e broccati e veluti e zendadi. ~ ~
335 3,311| ha meritato con brutti servigi ~
336 2,16 | Camera o buca, ove a stanzar abbia io, ~
337 1,128| non voler Agria veder né Buda, ~
338 3,195| la gola, il ventre e le budella; ~ ~
339 7,21 | e far di bue mi vogli un barbaresco; ~ ~
340 7,45 | 45 mi tiri come un bufalo pel naso. ~ ~
341 5,124| Vorrà una nana, un bufoncello, un pazzo, ~
342 5,65 | et al fin, pusillanimi e bugiardi, ~
343 5,32 | non voler, come il dottor Buonleo, ~
344 2,64 | messer Moschin pur dia la caccia, ~
345 2,269| ho fin qui auto da cacciar dui muli, ~
346 2,214| non cacciarne Ottoman per dar lor regno, ~
347 1,200| 200 onde cacciaro i Turchi il mio Cleandro, ~
348 6,157| mio padre mi cacciò con spiedi e lancie, ~
349 7,176| quando il fiasco del vin gli cadde in piazza, ~
350 6,48 | se talor cade giù cieco e confuso. ~ ~
351 3,224| vicini a lei, cadeano a terra lassi, ~
352 2,19 | de' cavalli ancor meno ti caglia; ~
353 1,47 | fa catarro alla testa e cala al petto, ~
354 1,226| Il qual se vuol di calamo et inchiostro ~
355 2,169| maggior cura che sul cor gli calchi ~
356 7,147| questo calciar mi prema e dia dolore». ~ ~
357 6,240| io potevo imparar greco o caldeo! ~ ~
358 7,61 | venne a calende, e fuggì inanzi agli idi), ~
359 1,232| Filo, a Cento, in Arïano, a Calto ~
360 1,218| quarantaquattro anni, e il capo calvo ~
361 2,262| Camarer, scalco e secretario truova ~
362 2,37 | Il novo camerier tal cuoco inarre, ~
363 1,203| por la camicia sopra la guarnaccia; ~
364 1,56 | dove sotto il camin sedria al foco, ~
365 2,95 | noi di contemplar sotto il camino ~
366 2,74 | non li muove il suon del campanello, ~
367 5,161| strada, o a man ritta nei campi ~
368 7,158| campo di Marte senza dubbio meno ~
369 1,144| né so a sparvier, né a can metter guinzaglio? ~ ~
370 5,24 | sono sì ingorda e sì crudel canaglia. ~ ~
371 1,109| E se in cancellaria m'ha fatto socio ~
372 3,294| mostrar meglio, allumi le candele: ~ ~
373 3,220| 220 chi con canestro e chi con sacco per la ~
374 5,233| che tu la prenda; se poi cangia stile, ~
375 5,260| forza il cavallo, e meglio i cani ~
376 1,52 | li cibi sono con pepe e canna ~
377 7,175| 175 o che 'l padre canonico non ebbe ~
378 4,18 | molti giorni resta che non canta. ~ ~
379 1,141| li alti gesti e tuo valor cantai, ~ ~
380 6,52 | cantar antiqui gesti e render molli ~
381 1,121| che mai più, se ben alla canuta ~
382 2,254| lasciasse il capellan, mi starei cheto, ~
383 4,192| d'aver lor capi e lor usati onori. ~ ~
384 2,68 | mangian grossi piccioni e capon grassi, ~
385 3,271| Quante collane, quante cappe nuove ~
386 3,191| mi doni, quante Iona di Cappella ~
387 2,44 | di capro e di cingial che pasca al
388 3,267| ti si lievi il capuccio il popul soro; ~ ~
389 6,214| truovò di tanti affanni carca ~
390 2,66 | che metton carestia ne la vernaccia; ~ ~
391 5,253| Falle carezze, et amala con quello ~
392 5,23 | la caritade: e quindi avien che i preti ~
393 3,157| ch'abbian questi, gli fia caro ~
394 5,274| Ire a conviti e publiche carole ~
395 5,128| vorrà senza carretta; ben ch'io stimi, ~
396 2,99 | è per legar tra carta, piombo e lino, ~ ~
397 3,160| dice: «Io fui con Pietro in Casentino, ~
398 1,32 | casi de ogni altro intendo; e
399 4,160| 160 Saggio chi dal Castel poco si scosta! ~
400 4,80 | in Camera apostolica, in Castello, ~
401 2,7 | quando la ruota, che non pur castiga ~
402 6,125| ch'io digiuni e ch'io sia casto, ~
403 3,199| Dal Marocco al Catai, dal Nilo in Dazia, ~
404 1,75 | 75 questo no, che 'l catar troppo assottiglia» ~ ~
405 1,47 | fa catarro alla testa e cala al petto, ~
406 2,208| Che fia s'avrà la catedra beata? ~
407 5,261| lusinghe fan tuoi che la catena. ~ ~
408 5,213| muschio ancor perde l'odor cattivo. ~ ~
409 4,25 | 25 Con altre cause e più degne mi escuso ~
410 2,171| causi che l'ora del tinel gli
411 5,286| ma studia farlo cautamente, senza ~
412 2,167| esser col signor quando cavalchi; ~
413 6,238| e di poeta cavallar mi feo: ~
414 3,262| Che cavalliero o conte o reverendo ~
415 3,118| che l'acqua per tutte le cave ~
416 5,297| inganno il tuo consiglio ceda. ~ ~
417 2,92 | che iustissima causa di celarsi ~
418 3,313| a' spirti umani, alli celesti e a' stigi. ~ ~~
419 1,171| perché Marone o Celio il signor chiami; ~ ~
420 1,134| che dimostri con parole e cenni ~
421 5,106| Oltre che il ramo al ceppo s'assimiglia, ~
422 3,198| per ciò la sitibonda mia cerasta? ~ ~
423 2,36 | la fame, cerchi aver de li cibi uso. ~ ~
424 3,119| cercò indarno, si volse a quel
425 | certi
426 | certo
427 1,63 | solo alla mensa come un certosino? ~ ~
428 5,103| Di vacca nascer cerva non vedesti, ~
429 5,194| quella età che 'l furor cessa ~
430 1,116| con la lira in un cesso, e una arte impara, ~
431 6,83 | creder ch'al suon de le soavi cetre ~
432 7,90 | Medici sul capo avea la cetta ~ ~
433 | ché
434 5,27 | il timor non vi tenesse cheti. ~ ~
435 2,254| lasciasse il capellan, mi starei cheto, ~
436 7,96 | detto, quando sentì duca chiamarlo; ~ ~
437 6,124| sento gridar, che par che chiame ~
438 6,139| e quel che Galatea chiamò da l'onde, ~
439 1,229| Io, stando qui, farò con chiara tromba ~
440 5,280| 280 Abbile sempre, ai chiari tempi e agli atri, ~
441 2,174| in Ponte, in Banchi e in chiasso appresso: ~ ~
442 3,285| 285 peggior di quei che lo chiavaro in croce; ~ ~
443 7,38 | chiederne altrui mi fésse in libertade, ~
444 7,33 | me o per li amici gli la chieggio. ~ ~
445 1,104| se levino a far chiodi, sì che spesso ~
446 2,12 | Malco allontanar fe' da la chioma, ~ ~
447 5,300| viso, begli occhi e belle chiome; ~ ~
448 6,158| sproni, a volger testi e chiose, ~
449 5,57 | giaccion per le chiese e per li chiostri ~ ~
450 4,42 | natura affige con sì saldi chiovi! ~ ~
451 4,2 | chiude oggi l'anno che da questi
452 6,159| occupò cinque anni in quelle ciancie. ~ ~
453 | ciascun
454 7,26 | facultà, ritruova altro cimbello, ~
455 7,72 | pero suo vicin l'ultime cime. ~ ~
456 4,48 | sia il cimer del suo capo non misura. ~ ~
457 4,122| si cinge intorno, il fresco rio che
458 2,44 | di capro e di cingial che pasca al monte, ~
459 2,191| o che le cingie o che la sella ha rotta, ~
460 4,32 | uom che poco lontan da cinquanta anni ~
461 4,167| venir, lasciando Delfo e Cinto, ~
462 7,133| Qui» dica «il Circo, qui il Foro romano, ~
463 5,215| 215 di circoncisi lor bambini il grasso ~
464 4,140| l'altre parti il giogo mi circonda ~
465 1,186| voglia tra cittadini o tra villani; ~ ~
466 2,58 | Chiuso nel studio frate Ciurla se li ~
467 2,210| 210 levar da la civil vita privata. ~ ~
468 1,200| cacciaro i Turchi il mio Cleandro, ~
469 7,2 | papa Clemente imbasciator del Duca ~
470 4,204| non di clemenzia, all'opre lor nefande. ~ ~
471 7,134| Suburra, e questo è il sacro clivo; ~
472 6,216| che la cocca al mio fil fésse la Parca. ~ ~
473 5,147| né più del grado aver la coda lunga. ~ ~
474 1,8 | più tra noi si studia e cole), ~
475 | colei
476 1,80 | 80 la colera; cagion che alli dui motti ~
477 3,271| Quante collane, quante cappe nuove ~
478 | colle
479 1,89 | collegio de le Muse, io non possiedo ~
480 2,217| ma spezzar la Colonna e spegner l'Orso ~
481 3,47 | selvaggio; e così sotto una vil coltre, ~
482 1,259| a vomitar bisogna che cominci ~
483 4,214| sopra vi salse, e cominciò a tenersi ~
484 2,71 | quelle ore che commandano i prelati ~
485 5,278| ma in case de vicini e de commatri, ~
486 5,271| Che tu la lasci far non te commendo, ~
487 6,207| che debito e pietà avea commesso; ~ ~
488 2,18 | e da far fuoco commoda, desio. ~ ~
489 1,185| 185 ch'abito in casa mia commodamente, ~
490 6,1 | Bembo, io vorrei, come è il commun disio ~
491 5,265| 265 Ch'ella ti sia compagna abbi disegno; ~
492 5,115| 115 Saper la balia e le compagne è buono: ~
493 1,4 | il signor me accusa; se compagno ~
494 1,137| di non gli comparire inanzi mai, ~
495 5,246| né cercar compassion de le sue angosce. ~ ~
496 1,32 | ogni altro intendo; e quai compensi ~
497 5,88 | prima ch'io ti mostri altro compenso, ~
498 5,266| non come in comperata per tua serva ~
499 1,263| Cardinal comperato avermi stima ~
500 2,271| comperi quanto io n'ho d'aver dui
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