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Ludovico Ariosto
Satire

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-compe | compi-giove | giovi-oda | odia-sapa | sapea-ventu | venut-zucca

     Satira, Verso
1 7,78 | al sonno abandonai questi occhi tristi?». ~ ~ 2 6,74 | ridurre insieme, e abandonar le giande ~ 3 3,278| e dice: «Abb'io pur roba, e sia l'acquisto ~ 4 5,280| 280 Abbile sempre, ai chiari tempi 5 1,40 | 40 Né il verno altrove s'abita in cotesto ~ 6 2,138| ingegno da la chierca non aborre; ~ ~ 7 3,174| del passato ogni memoria absterge. ~ ~ 8 1,152| più a Roma in posta non accade ~ 9 1,154| e quando accadesse anco, in questa etade, ~ 10 1,213| siàn debitori, or che se accasa. ~ ~ 11 3,27 | accattandomi il pan come mendico. ~ ~ 12 5,17 | chi non ha del suo, fuor accattarne, ~ 13 1,174| ch'io non lascio accecarmi in questi fumi; ~ ~ 14 7,81 | quivi era giunta accelerando il passo. ~ ~ 15 1,117| beneficii vuoi, che sia più accetta. ~ ~ 16 1,78 | che non gli sia accettato, non ardisce. ~ ~ 17 5,11 | sopra varii accidenti che lo effetto ~ 18 2,173| accompagnato e solo, a piè, a cavallo; ~ 19 2,161| persone te accompagnino a palazzo ~ 20 3,252| chi la mensa apparecchi e acconci il letto, ~ ~ 21 5,219| se acconcia il steso fianco, e il ciglio 22 1,15 | 15 s'ode accordar di quanti n'ha dintorno; ~ ~ 23 6,81 | sudor lor più giusti frutti accòrre. ~ ~ 24 6,228| hai l'antiqua origine, s'accosta. ~ ~ 25 3,173| che costui sol non accostasse al rivo ~ 26 3,219| come si accresca e come in sé si prema; ~ ~ 27 1,4 | se più il signor me accusa; se compagno ~ 28 4,146| accuse e liti sempre e gridi ascolto, ~ 29 5,61 | Quel che acerbi non fér, maturi e mézzi ~ 30 1,264| con li suoi doni, non mi è acerbo et acro ~ ~ 31 1,249| muro, ove di grano era uno acervo; ~ ~ 32 3,45 | e mondo, e spargo poi di acetto e sapa, ~ ~ 33 6,178| saper ne la lingua de li Achei ~ 34 2,211| Non penserà d'Achivi o d'Epiroti ~ 35 4,5 | eterno rumor confondon l'acque ~ 36 4,101| li buoni, acquista titolo di saggio, ~ 37 6,181| Mentre l'uno acquistando, e diferrendo ~ 38 4,71 | quel che in molti anni acquistar gli avi e i patri ~ 39 3,309| mitra acquistata con tanta vergogna. ~ ~ 40 3,278| Abb'io pur roba, e sia l'acquisto ~ 41 2,200| 200 forse adagiato, alcun vive giocondo, ~ 42 3,34 | Non si adatta una sella o un basto solo ~ 43 1,147| non mi posso adattar per porne o trarne. ~ ~ 44 1,105| 105 col torchio in mano addormentato caschi. ~ ~ 45 5,41 | danno; sempre ci è mano adiutrice ~ 46 5,313| meschin, ch'avea moglie d'admirande ~ 47 2,147| che fatti gli ha adorar dai re potenti. ~ ~ 48 5,302| facea sì leggiadro né sì adorno ~ 49 5,234| che se tiri alcun galante adosso, ~ ~ 50 2,77 | poi che la vile adulazion spagnola ~ 51 1,7 | o, tutti dotti ne la adulazione ~ 52 5,277| gli adùlteri né in piazza né in palese, ~ 53 3,132| ardente sete onde è ciascuno adusto: ~ ~ 54 5,225| che sì tosto il viso lor s'affaldi; ~ ~ 55 2,240| 240 vive affamata, e grida indarno e freme. ~ ~ 56 1,256| Mentre s'affanna, e uscire indarno spera, ~ 57 6,214| ma si truovò di tanti affanni carca ~ 58 3,207| starmi in riposo o affaticarmi manco. ~ ~ 59 4,41 | questi affetti da te, che in noi, nascendo, ~ 60 4,42 | natura affige con sì saldi chiovi! ~ ~ 61 4,183| bramar gli affitti suoi mi facea invano. ~ ~ 62 2,5 | ancor che maggior peste affliga ~ 63 2,104| Santa Agata, se avien ch'al vecchio 64 5,107| dimestico essempio, che le aggira ~ 65 6,233| sì cari amici, aggiunge che dal giogo ~ 66 5,153| ha da spiacer, se non te aggrada. ~ ~ 67 4,211| il qual, per aggradir il real dono, ~ 68 5,254| che vuoi ch'ella ami te; aggradisci, ~ 69 6,109| di sentir che simil fango aggreva ~ 70 2,159| de cinque mitre il capo aggrevo. ~ ~ 71 3,238| ricchezze al Turco, e s'io me agguaglio ~ 72 2,38 | di pane et aglio uso a sfamarsi, poi ~ 73 7,93 | leon d'umil agnel gli diede aiuto. ~ ~ 74 5,117| al fuso, all'ago, o pur in canto e in suono. ~ ~ 75 2,82 | Agora non si puede, et es meiore ~ 76 1,128| di non voler Agria veder né Buda, ~ 77 3,308| facendosi veder con quella aguzza ~ 78 4,219| lo sprone al fianco, aguzzo più che lancia, ~ ~ 79 | Ahi 80 6,188| vide ella tosto, ahimè!, perché del fallo ~ 81 3,155| hanno a ber; poi quei che lo aiutaro ~ 82 1,9 | l'aiutate a biasmarme oltra ragione. ~ ~ 83 1,84 | mangia i tuoi polli alli tua alari cotti». ~ ~ 84 4,136| Dove altro albergo era di questo meno ~ 85 | alcuni 86 1,223| Ongari a veder torna e gli Alemanni, ~ 87 2,229| l Svizzero condurre o l'Alemanno ~ 88 4,59 | come d'Alessio il Gianfa, e che lo brama ~ 89 3,2 | la fo col duca Alfonso, e s'io mi sento ~ 90 7,180| 180 che m'udissi allegar che ragion pazza ~ 91 4,113| molt'altre ragion posso allegarte, ~ 92 7,102| quella famiglia d'allegrezza piena: ~ ~ 93 2,12 | a Malco allontanar fe' da la chioma, ~ ~ 94 3,294| per mostrar meglio, allumi le candele: ~ ~ 95 | Almeno 96 4,23 | e da neve, alpe, selve e fiumi escluso ~ 97 | alquanto 98 2,206| all'alta sedia, che d'aver bramata ~ 99 6,94 | altri io vuo' scoprir gli altari, ~ 100 1,28 | Ogni alterazione, ancor che leve, ~ 101 7,83 | a questa altezza, poi che al caldo e al gielo ~ 102 | altr' 103 1,222| t'indugiasti a uscir de l'alvo, ~ ~ 104 4,163| Ogni terra in se stessa alza le corna, ~ 105 4,100| 100 l'iniqui alzando, e deprimendo in lutto ~ 106 3,283| Pian piano, Bomba; non alzar la voce: ~ 107 2,202| Ah! che 'l disio d'alzarsi il tiene al fondo! ~ 108 5,253| Falle carezze, et amala con quello ~ 109 5,109| Se la madre ha duo amanti, ella ne mira ~ 110 3,99 | mostrò amar più di me poche persone; ~ ~ 111 4,107| se sentisse ch'io amassi, faria un viso ~ 112 3,142| Questo una gazza, che già amata assai ~ 113 4,120| 120 da le Naiade amato ombroso seggio, ~ ~ 114 3,258| ambizïone e passi ogni misura. ~ ~ 115 7,174| che non ha madonna Ambra né la figlia, ~ ~ 116 6,126| quanto me stesso il prossimo ame. ~ ~ 117 1,225| 225 servi per amendua, rifà i miei danni. ~ ~ 118 3,180| 180 e il santo bacio in amendue mi diede. ~ ~ 119 4,134| l'amene valli, senza il cor sereno, ~ 120 4,116| li luoghi ameni di che il nostro Reggio, ~ 121 5,256| pur tal volta errasse, l'ammonisci ~ 122 1,53 | di amomo e d'altri aròmati, che tutti ~ 123 5,89 | t'avrei da dir che, se amorosa face ~ 124 2,190| mula, o che si duol d'una anca, ~ 125 | anch' 126 5,66 | inducono a sposar villane e ancille, ~ ~ 127 3,186| la notte andai sin al Montone a cena. ~ ~ 128 7,143| l'andata, ben dirai che triste umore ~ 129 3,82 | S'io fossi andato a Roma, dirà alcuno, ~ 130 3,200| 200 non che a Roma, anderò, se di potervi ~ 131 7,115| par ch'io vi debbia ire, andiamo; ~ 132 3,62 | senza mai pagar l'oste, andrò cercando ~ 133 6,110| 110 il mio vicino Andronico, e vi giace ~ 134 6,70 | non fu tal già Febo, né Anfïone, ~ 135 5,303| l'angel da Dio mandato in Galilea. ~ ~ 136 5,246| cercar compassion de le sue angosce. ~ ~ 137 5,315| sempre in sospetto et in angustia grande, ~ ~ 138 3,128| non un vase picciolo et angusto, ~ 139 6,221| l'anima mia, non mezza non, ma intiera, ~ 140 5,262| Questi animal, che son molto più umani, ~ 141 5,102| son fallaci più ch'altri animali? ~ ~ 142 2,9 | l'anime a crucïar con lunga briga; ~ ~ 143 6,53 | con prieghi animi duri, e far sovente ~ 144 5,325| 325 Questo annel tenga in dito, e non lo 145 2,115| stole, io non vuo' ch'anco annella ~ 146 5,320| 320 uno annello, e ponendolo gli dica: ~ 147 5,252| trovandol senza te, non vi si annidi. ~ ~ 148 2,184| e del debito antico uno è passato, ~ 149 6,228| onde hai l'antiqua origine, s'accosta. ~ ~ 150 | anzi 151 6,102| il biondo Aonio e più leggier che 'l vento, ~ ~ 152 4,144| del silvoso Apennin la fiera sponda. ~ ~ 153 7,73 | pero una matina gli occhi aperse, ~ 154 4,97 | comincia volpe, indi con forze aperte ~ 155 5,173| con gli occhi aperti; che più l'esser sciocca ~ 156 1,21 | lo dissi a viso aperto e non con fraude. ~ ~ 157 5,240| 240 gusti diverso all'apetito l'ésca. ~ ~ 158 6,136| ciò che Apollonio e Euripide già scrisse, ~ 159 4,80 | 80 in Camera apostolica, in Castello, ~ 160 6,58 | Il nome che di apostolo ti denno ~ 161 3,252| chi la mensa apparecchi e acconci il letto, ~ ~ 162 1,212| n'era, bisogna apparecchiar la dote, ~ 163 3,98 | gli fui grato sempre, e in apparenza ~ 164 3,266| e, quando in piazza appari o ne la chiesa, ~ 165 5,306| gli apparve in sogno un poco inanzi 166 4,91 | pur grande e magnifico se appella, ~ 167 3,52 | Degli uomini son varii li appetiti: ~ 168 1,219| in qua sotto il cuffiotto appiatto. ~ ~ 169 1,17 | aprir, con tutto il viso applaude ~ 170 6,41 | a quel che approvan gli altri, mostri ingegno ~ 171 6,152| tempio di Apollo io gli apra in Delo, ~ 172 1,17 | la bocca aprir, con tutto il viso applaude ~ 173 3,88 | e prima che gli aprissero le porte ~ 174 5,104| né mai colomba d'aquila, né figlia ~ 175 6,80 | 80 e cominciar, versando aratri e glebe, ~ 176 7,82 | Et io» l'arbor soggiunse «a pena ascesi ~ 177 2,198| troppo tirar non spezzi l'arco. ~ ~ 178 1,16 | e chi non ha per umiltà ardimento ~ 179 1,78 | non gli sia accettato, non ardisce. ~ ~ 180 6,96 | e di Petro Aretino abbia gli armari. ~ ~ 181 7,162| più d'Argenta, o più qua del Bondeno. ~ ~ 182 6,140| gli altri a cui le Muse argive ~ 183 7,138| o da tósco, o da barbato argivo. ~ ~ 184 1,232| A Filo, a Cento, in Arïano, a Calto ~ 185 6,224| ch'avesti allor, stirpe Arïosta, ~ 186 3,115| 115 In quel tempo, d'armenti e de lanosi ~ 187 1,53 | di amomo e d'altri aròmati, che tutti ~ 188 5,96 | essamina il consiglio ch'io te arreco. ~ ~ 189 1,160| 160 più tosto che arricchir, voglio quïete: ~ 190 1,233| arriverei, ma non sin al Danubbio, ~ 191 7,85 | che a un volger d'occhi arrivi in cielo, ~ 192 5,258| che la facci arrossir senza por lisci. ~ ~ 193 3,110| 110 arse, che 'l Sol di nuovo a Faetonte ~ 194 2,213| de la Morea o de l'Arta far despòti; ~ ~ 195 6,2 | solliciti padri, veder l'arti ~ 196 4,156| indi il Leon l'ha fra gli artigli avuto. ~ ~ 197 1,159| e stargli come Artofilace all'Orse; ~ ~ 198 1,57 | né piei, né ascelle odorerei, né rutti; ~ ~ 199 7,52 | vede anco che ciascun che ascende ~ 200 7,82 | l'arbor soggiunse «a pena ascesi ~ 201 5,73 | fai bene a tòr moglier; ma ascolta: ~ 202 3,144| vedendo et ascoltando, gridò: «Guai! ~ ~ 203 5,184| Sia vergognosa; ascolti e non risponda ~ 204 4,146| accuse e liti sempre e gridi ascolto, ~ 205 3,292| Quel che devresti ascondere, rivele: ~ 206 7,169| Buon per me ch'io me ascondo in questa valle, ~ 207 7,50 | 50 uno asinello: ognun lo enigma intende, ~ 208 1,247| Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo ~ 209 7,57 | e poi fuggì senza aspettar settembre ~ ~ 210 2,203| grado gli spiace, e a quello aspira ~ 211 2,53 | palustre, non assaggio, perché, puri, ~ 212 4,157| Qui vanno li assassini in sì gran schiera ~ 213 2,75 | poi che si sono a tavola assettati. ~ ~ 214 5,106| Oltre che il ramo al ceppo s'assimiglia, ~ 215 2,156| di quel ch'è stato assiso a mezzo o ad imo? ~ ~ 216 4,150| condanni, altri ne mandi assolto; ~ ~ 217 3,250| convenga andare a piè, se astretto ~ 218 3,210| 210 e non eran l'astuzie che sono ora, ~ ~ 219 2,186| esser sul muro in publico attaccato. ~ ~ 220 1,177| le bisaccie gli attacco su la schiena. ~ ~ 221 5,99 | le sorelle, s'all'onore attendi. ~ ~ 222 3,187| Or sia vero che 'l Papa attenga tutto ~ 223 3,127| E non avendo con che attinger poi, ~ 224 5,183| mai, non mai col ciglio attratto. ~ ~ 225 2,177| né questo mai gli è attribuito a fallo. ~ ~ 226 5,251| sta sul tuo; che qualche augello, ~ 227 4,139| La nuda Pania tra l'Aurora e il Noto, ~ 228 2,269| ho fin qui auto da cacciar dui muli, ~ 229 6,133| ne la propria lingua de l'autore ~ 230 5,165| per lei d'amor e di desire avampi. ~ ~ 231 1,220| 220 La vita che mi avanza me la salvo ~ 232 6,212| di più avanzarsi, e basti che la barca, ~ 233 5,148| vuo' tal che di bellezze avanze ~ 234 4,172| saper che la mia voglia avara ~ 235 7,111| l'avare spemi mie tutte sepolte. ~ ~ 236 5,28 | che 'l dicate, io me ne aveggio; ~ 237 2,97 | Che mi mova a veder Monte Aventino ~ 238 6,22 | O nostra male aventurosa etade, ~ 239 | avere 240 | averlo 241 | averne 242 2,20 | 20 che poco gioveria ch'avesser pòste, ~ 243 6,85 | 85 e avesson fatto scendere le petre ~ 244 | avesti 245 | avete 246 7,120| luogo ove ella è nata e avezza; ~ ~ 247 5,138| Rinaldo mio la te aviluppa e ficca; ~ ~ 248 6,56 | ti debbia aviluppar, sì tòrre il senno, ~ 249 4,109| ogniun come vuole, e siagli aviso ~ 250 | avrebbe 251 | avreste 252 2,93 | avrian dal sol, non che da gli 253 | avuta 254 5,284| chi ti vien per casa abbi avvertenza, ~ 255 3,299| rispondere è forza, e a te è avviso ~ 256 2,253| Se la bacchetta pur levar satollo ~ 257 3,153| Neri, a Vanni, a Lotti e a Bacci. ~ ~ 258 5,209| pon quando bacia Lidia, avria più a schivo ~ 259 3,177| gli baciai prima, di memoria privo. ~ ~ 260 5,220| 220 Sì che quei che le baciano, ben ponno ~ 261 5,222| baciar lor anco a nuova luna il 262 5,210| 210 che se baciasse un cul marzo di scabbia. ~ ~ 263 3,180| 180 e il santo bacio in amendue mi diede. ~ ~ 264 7,66 | la man mi strinse, e mi baciò le gote; ~ ~ 265 2,199| D'uffici, di badie, di ricca chiesa ~ 266 3,60 | un mare e l'altro che la bagna. ~ ~ 267 1,2 | Alessandro fratel, compar mio Bagno, ~ 268 2,237| tesoro; e chi baiar vuol, bai. ~ ~ 269 2,237| avrà tesoro; e chi baiar vuol, bai. ~ ~ 270 2,101| possa, pel viver mio, certi baiocchi ~ 271 5,115| 115 Saper la balia e le compagne è buono: ~ 272 5,279| balie e tal genti, han le lor 273 4,84 | novi dazii e multe e con balzello. ~ ~ 274 4,159| non osa trar del sacco la bandiera. ~ ~ 275 3,304| Se bene è stato in bando un pezzo, or gode ~ 276 7,21 | e far di bue mi vogli un barbaresco; ~ ~ 277 7,138| voglia o da tósco, o da barbato argivo. ~ ~ 278 6,212| avanzarsi, e basti che la barca, ~ 279 1,100| 100 A chi nel Barco e in villa il segue, dona, ~ 280 3,276| di baro o traditor sempre prepono. ~ ~ 281 3,226| alti li vedean dai poggi bassi, ~ 282 7,35 | mente, avessi facultà a bastanza, ~ 283 2,225| 225 al suo bastardo sangue ne rimagna. ~ ~ 284 1,195| 195 né questo basterà né un altro foglio. ~ ~ 285 7,179| per bastonarmi piglieresti, tosto ~ 286 5,244| se poi pentito si batte le cosce, ~ 287 6,117| mastro Battista mescole il veratro; ~ ~ 288 2,59 | bea, mentre fuori il populo 289 7,177| frate, oltre li dui che bebbe. ~ ~ 290 5,19 | e chi s'usa a beccar de l'altrui carne, ~ 291 4,47 | che quello e questo è becco, e quanto lungo ~ 292 1,41 | vi si mangia, giuoca e bee, ~ 293 5,300| bel viso, begli occhi e belle chiome; ~ ~ 294 5,159| più di bellezza e più tenere il vanto. ~ ~ 295 4,131| e maggio belli, ch'or l'ottobre dietro ~ 296 6,168| ragion vuol ch'io sempre benedica. ~ ~ 297 1,117| se beneficii vuoi, che sia più accetta. ~ ~ 298 3,288| ti dànno i beni c'hai, mobili e saldi. ~ ~ 299 1,103| vegghi la notte, in sin che i Bergamaschi ~ 300 1,60 | potre' a mia posta, e nulla berne o poco. ~ ~ 301 3,136| Poi su ciascuna bestia si consigli, ~ 302 3,157| Bevuto ch'abbian questi, gli fia 303 6,114| Flavio biastemator, via più mi spiace ~ ~ 304 3,282| se riniega anco e si biastemia Cristo». ~ ~ 305 3,284| biastemian Cristo li uomini ribaldi, ~ 306 4,28 | chi lo dicessi, un occhio bieco ~ 307 6,102| il biondo Aonio e più leggier che ' 308 1,177| le bisaccie gli attacco su la schiena. ~ ~ 309 7,109| Ma per non far, se non bisognan, molte ~ 310 3,18 | è bisognato che tutti abbian luoco, ~ ~ 311 1,64 | Bisognerieno pentole e vasella ~ 312 5,42 | che soviene alle pover' bisognose. ~ ~ 313 3,117| un pastor fra gli altri bisognosi, ~ ~ 314 7,128| Iovio, al Cavallo, al Blosio, al Molza, al Vida ~ 315 3,181| Di mezzo quella bolla anco cortese ~ 316 2,182| da spender, che alle bolle è già ubligato ~ 317 6,227| quel né in Ferrara né in Bologna, ~ 318 7,162| d'Argenta, o più qua del Bondeno. ~ ~ 319 3,274| Vestir di romagnuolo et esser bono, ~ 320 2,78 | messe la signoria fin in bordello) ~ ~ 321 3,302| non stima il Borna che sia biasmo, s'ode ~ 322 6,50 | e son li tuoi suggetti i boschi e i colli, ~ 323 2,266| che, tornando dal bosco, ebbe la sera ~ 324 1,251| si fece più d'una gran botte grossa ~ 325 1,207| impedì de li piedi e de le braccia. ~ ~ 326 4,183| bramar gli affitti suoi mi facea 327 2,206| all'alta sedia, che d'aver bramata ~ 328 2,132| bramava, e di velen perciò temendo, ~ ~ 329 7,117| spero, e quel di più non bramo. ~ ~ 330 3,162| gli prestai danar», grida Brandino. ~ ~ 331 2,9 | anime a crucïar con lunga briga; ~ ~ 332 4,24 | tien del mio cor sola la briglia. ~ ~ 333 4,213| volger temoni e regger briglie sono, ~ ~ 334 3,291| d'oro e broccati e veluti e zendadi. ~ ~ 335 3,311| ha meritato con brutti servigi ~ 336 2,16 | Camera o buca, ove a stanzar abbia io, ~ 337 1,128| non voler Agria vederBuda, ~ 338 3,195| la gola, il ventre e le budella; ~ ~ 339 7,21 | e far di bue mi vogli un barbaresco; ~ ~ 340 7,45 | 45 mi tiri come un bufalo pel naso. ~ ~ 341 5,124| Vorrà una nana, un bufoncello, un pazzo, ~ 342 5,65 | et al fin, pusillanimi e bugiardi, ~ 343 5,32 | non voler, come il dottor Buonleo, ~ 344 2,64 | messer Moschin pur dia la caccia, ~ 345 2,269| ho fin qui auto da cacciar dui muli, ~ 346 2,214| non cacciarne Ottoman per dar lor regno, ~ 347 1,200| 200 onde cacciaro i Turchi il mio Cleandro, ~ 348 6,157| mio padre mi cacciò con spiedi e lancie, ~ 349 7,176| quando il fiasco del vin gli cadde in piazza, ~ 350 6,48 | se talor cade giù cieco e confuso. ~ ~ 351 3,224| vicini a lei, cadeano a terra lassi, ~ 352 2,19 | de' cavalli ancor meno ti caglia; ~ 353 1,47 | fa catarro alla testa e cala al petto, ~ 354 1,226| Il qual se vuol di calamo et inchiostro ~ 355 2,169| maggior cura che sul cor gli calchi ~ 356 7,147| questo calciar mi prema e dia dolore». ~ ~ 357 6,240| io potevo imparar greco o caldeo! ~ ~ 358 7,61 | venne a calende, e fuggì inanzi agli idi), ~ 359 1,232| Filo, a Cento, in Arïano, a Calto ~ 360 1,218| quarantaquattro anni, e il capo calvo ~ 361 2,262| Camarer, scalco e secretario truova ~ 362 2,37 | Il novo camerier tal cuoco inarre, ~ 363 1,203| por la camicia sopra la guarnaccia; ~ 364 1,56 | dove sotto il camin sedria al foco, ~ 365 2,95 | noi di contemplar sotto il camino ~ 366 2,74 | non li muove il suon del campanello, ~ 367 5,161| strada, o a man ritta nei campi ~ 368 7,158| campo di Marte senza dubbio meno ~ 369 1,144| né so a sparvier, né a can metter guinzaglio? ~ ~ 370 5,24 | sono sì ingorda e sì crudel canaglia. ~ ~ 371 1,109| E se in cancellaria m'ha fatto socio ~ 372 3,294| mostrar meglio, allumi le candele: ~ ~ 373 3,220| 220 chi con canestro e chi con sacco per la ~ 374 5,233| che tu la prenda; se poi cangia stile, ~ 375 5,260| forza il cavallo, e meglio i cani ~ 376 1,52 | li cibi sono con pepe e canna ~ 377 7,175| 175 o che 'l padre canonico non ebbe ~ 378 4,18 | molti giorni resta che non canta. ~ ~ 379 1,141| li alti gesti e tuo valor cantai, ~ ~ 380 6,52 | cantar antiqui gesti e render molli ~ 381 1,121| che mai più, se ben alla canuta ~ 382 2,254| lasciasse il capellan, mi starei cheto, ~ 383 4,192| d'aver lor capi e lor usati onori. ~ ~ 384 2,68 | mangian grossi piccioni e capon grassi, ~ 385 3,271| Quante collane, quante cappe nuove ~ 386 3,191| mi doni, quante Iona di Cappella ~ 387 2,44 | di capro e di cingial che pasca al 388 3,267| ti si lievi il capuccio il popul soro; ~ ~ 389 6,214| truovò di tanti affanni carca ~ 390 2,66 | che metton carestia ne la vernaccia; ~ ~ 391 5,253| Falle carezze, et amala con quello ~ 392 5,23 | la caritade: e quindi avien che i preti ~ 393 3,157| ch'abbian questi, gli fia caro ~ 394 5,274| Ire a conviti e publiche carole ~ 395 5,128| vorrà senza carretta; ben ch'io stimi, ~ 396 2,99 | è per legar tra carta, piombo e lino, ~ ~ 397 3,160| dice: «Io fui con Pietro in Casentino, ~ 398 1,32 | casi de ogni altro intendo; e 399 4,160| 160 Saggio chi dal Castel poco si scosta! ~ 400 4,80 | in Camera apostolica, in Castello, ~ 401 2,7 | quando la ruota, che non pur castiga ~ 402 6,125| ch'io digiuni e ch'io sia casto, ~ 403 3,199| Dal Marocco al Catai, dal Nilo in Dazia, ~ 404 1,75 | 75 questo no, che 'l catar troppo assottiglia» ~ ~ 405 1,47 | fa catarro alla testa e cala al petto, ~ 406 2,208| Che fia s'avrà la catedra beata? ~ 407 5,261| lusinghe fan tuoi che la catena. ~ ~ 408 5,213| muschio ancor perde l'odor cattivo. ~ ~ 409 4,25 | 25 Con altre cause e più degne mi escuso ~ 410 2,171| causi che l'ora del tinel gli 411 5,286| ma studia farlo cautamente, senza ~ 412 2,167| esser col signor quando cavalchi; ~ 413 6,238| e di poeta cavallar mi feo: ~ 414 3,262| Che cavalliero o conte o reverendo ~ 415 3,118| che l'acqua per tutte le cave ~ 416 5,297| inganno il tuo consiglio ceda. ~ ~ 417 2,92 | che iustissima causa di celarsi ~ 418 3,313| a' spirti umani, alli celesti e a' stigi. ~ ~~ 419 1,171| perché Marone o Celio il signor chiami; ~ ~ 420 1,134| che dimostri con parole e cenni ~ 421 5,106| Oltre che il ramo al ceppo s'assimiglia, ~ 422 3,198| per ciò la sitibonda mia cerasta? ~ ~ 423 2,36 | la fame, cerchi aver de li cibi uso. ~ ~ 424 3,119| cercò indarno, si volse a quel 425 | certi 426 | certo 427 1,63 | solo alla mensa come un certosino? ~ ~ 428 5,103| Di vacca nascer cerva non vedesti, ~ 429 5,194| quella età che 'l furor cessa ~ 430 1,116| con la lira in un cesso, e una arte impara, ~ 431 6,83 | creder ch'al suon de le soavi cetre ~ 432 7,90 | Medici sul capo avea la cetta ~ ~ 433 | ché 434 5,27 | il timor non vi tenesse cheti. ~ ~ 435 2,254| lasciasse il capellan, mi starei cheto, ~ 436 7,96 | detto, quando sentì duca chiamarlo; ~ ~ 437 6,124| sento gridar, che par che chiame ~ 438 6,139| e quel che Galatea chiamò da l'onde, ~ 439 1,229| Io, stando qui, farò con chiara tromba ~ 440 5,280| 280 Abbile sempre, ai chiari tempi e agli atri, ~ 441 2,174| in Ponte, in Banchi e in chiasso appresso: ~ ~ 442 3,285| 285 peggior di quei che lo chiavaro in croce; ~ ~ 443 7,38 | chiederne altrui mi fésse in libertade, ~ 444 7,33 | me o per li amici gli la chieggio. ~ ~ 445 1,104| se levino a far chiodi, sì che spesso ~ 446 2,12 | Malco allontanar fe' da la chioma, ~ ~ 447 5,300| viso, begli occhi e belle chiome; ~ ~ 448 6,158| sproni, a volger testi e chiose, ~ 449 5,57 | giaccion per le chiese e per li chiostri ~ ~ 450 4,42 | natura affige con sì saldi chiovi! ~ ~ 451 4,2 | chiude oggi l'anno che da questi 452 6,159| occupò cinque anni in quelle ciancie. ~ ~ 453 | ciascun 454 7,26 | facultà, ritruova altro cimbello, ~ 455 7,72 | pero suo vicin l'ultime cime. ~ ~ 456 4,48 | sia il cimer del suo capo non misura. ~ ~ 457 4,122| si cinge intorno, il fresco rio che 458 2,44 | di capro e di cingial che pasca al monte, ~ 459 2,191| o che le cingie o che la sella ha rotta, ~ 460 4,32 | uom che poco lontan da cinquanta anni ~ 461 4,167| venir, lasciando Delfo e Cinto, ~ 462 7,133| Qui» dica «il Circo, qui il Foro romano, ~ 463 5,215| 215 di circoncisi lor bambini il grasso ~ 464 4,140| l'altre parti il giogo mi circonda ~ 465 1,186| voglia tra cittadini o tra villani; ~ ~ 466 2,58 | Chiuso nel studio frate Ciurla se li ~ 467 2,210| 210 levar da la civil vita privata. ~ ~ 468 1,200| cacciaro i Turchi il mio Cleandro, ~ 469 7,2 | papa Clemente imbasciator del Duca ~ 470 4,204| non di clemenzia, all'opre lor nefande. ~ ~ 471 7,134| Suburra, e questo è il sacro clivo; ~ 472 6,216| che la cocca al mio fil fésse la Parca. ~ ~ 473 5,147| né più del grado aver la coda lunga. ~ ~ 474 1,8 | più tra noi si studia e cole), ~ 475 | colei 476 1,80 | 80 la colera; cagion che alli dui motti ~ 477 3,271| Quante collane, quante cappe nuove ~ 478 | colle 479 1,89 | collegio de le Muse, io non possiedo ~ 480 2,217| ma spezzar la Colonna e spegner l'Orso ~ 481 3,47 | selvaggio; e così sotto una vil coltre, ~ 482 1,259| a vomitar bisogna che cominci ~ 483 4,214| sopra vi salse, e cominciò a tenersi ~ 484 2,71 | quelle ore che commandano i prelati ~ 485 5,278| ma in case de vicini e de commatri, ~ 486 5,271| Che tu la lasci far non te commendo, ~ 487 6,207| che debito e pietà avea commesso; ~ ~ 488 2,18 | e da far fuoco commoda, desio. ~ ~ 489 1,185| 185 ch'abito in casa mia commodamente, ~ 490 6,1 | Bembo, io vorrei, come è il commun disio ~ 491 5,265| 265 Ch'ella ti sia compagna abbi disegno; ~ 492 5,115| 115 Saper la balia e le compagne è buono: ~ 493 1,4 | il signor me accusa; se compagno ~ 494 1,137| di non gli comparire inanzi mai, ~ 495 5,246| né cercar compassion de le sue angosce. ~ ~ 496 1,32 | ogni altro intendo; e quai compensi ~ 497 5,88 | prima ch'io ti mostri altro compenso, ~ 498 5,266| non come in comperata per tua serva ~ 499 1,263| Cardinal comperato avermi stima ~ 500 2,271| comperi quanto io n'ho d'aver dui


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