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Ludovico Ariosto
Satire

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-compe | compi-giove | giovi-oda | odia-sapa | sapea-ventu | venut-zucca

     Satira, Verso
501 5,269| non sia la sua domanda, e, compiacendo, ~ 502 5,137| quattro; se le compiaci, più che 'l conte ~ 503 1,97 | vuol che laude sua da me composta ~ 504 3,272| per dignità si comprano, che sono ~ 505 1,83 | fa che 'l tuo fante comprator ti sia; ~ 506 1,210| 210 questo si può comprendere che importe. ~ ~ 507 5,95 | bianco e il rosso e il ner comprendi, ~ 508 3,264| meglio in te che 'l titol non comprendo. ~ ~ 509 6,39 | uno e tre possano essere conceda; ~ ~ 510 1,14 | di varie voci subito un concento ~ 511 3,133| vo' ad un ad un che sien concessi, ~ 512 2,172| questo ove gli piace è andar concesso, ~ 513 1,262| Or, conchiudendo, dico che, se 'l sacro ~ 514 1,91 | signor t'ha dato...» io ve 'l conciedo, ~ 515 7,48 | tanta concordia non credo io che menta. ~ ~ 516 4,150| 150 altri condanni, altri ne mandi assolto; ~ ~ 517 1,58 | e le vivande condiriemi il cuoco ~ 518 1,123| questa condizïon non ti si muta. ~ ~ 519 4,11 | avea dianzi, e l'avria mal condotto ~ 520 7,4 | te ne avisi, acciò che tu conduca ~ 521 5,178| L'altra, più saggia, si conduce all'opra ~ 522 2,229| Se 'l Svizzero condurre o l'Alemanno ~ 523 3,125| 125 si condusse, e con gli ordegni suoi ~ 524 5,198| una o due volte l'anno si confessa. ~ ~ 525 5,201| ogni tórte al confessore e pasti. ~ ~ 526 4,96 | tre ne confina, a sei ne taglia il capo; ~ ~ 527 5,52 | esser di sua età giunto a' confini, ~ 528 4,5 | con eterno rumor confondon l'acque ~ 529 4,201| ma non molto conforme al mio desio. ~ ~ 530 5,222| lor anco a nuova luna il conno. ~ ~ 531 4,36 | che 'l mio error non conosca e ch'io nol danni. ~ ~ 532 5,242| fa peggio assai, che la conosce, ~ 533 1,18 | che voglia dir: «anch'io consento». ~ ~ 534 5,270| quanto più amica puoi te la conserva. ~ ~ 535 3,136| Poi su ciascuna bestia si consigli, ~ 536 5,285| non temi, e dentro il mal consista; ~ ~ 537 1,110| 110 a Melan del Constabil, sì c'ho il terzo ~ 538 1,170| né sdegno né invidia me consumi ~ 539 6,29 | tutto consumpse; et ebbe tempo a pena ~ 540 2,14 | contando me per due con Gianni mio, ~ 541 2,197| ma specula e contempla a far la spesa ~ 542 2,95 | 95 e a noi di contemplar sotto il camino ~ 543 6,37 | Non che contempli come l'un proceda ~ 544 3,245| 245 di quel che la natura contentarse ~ 545 3,233| ricchezza il contentarsi, i' loderei ~ 546 4,205| 205 Come né in me, così né contentezza ~ 547 1,81 | gli amici et io siamo a contesa insieme. ~ ~ 548 6,177| dovesse d'Esperia esser conteso; ~ ~ 549 7,100| 100 e detto a Contessina e a Madalena, ~ 550 1,151| Non vo' il conto di man tòrre a Gismondo; ~ 551 | contra 552 7,64 | La sciocca speme alle contrade ignote ~ 553 1,10 | Pazzo chi al suo signor contradir vole, ~ 554 5,139| se le contrasti, pon la pace a monte, ~ 555 6,162| molto contrasto in libertà mi pose. ~ ~ 556 1,127| A me, per esser stato contumace ~ 557 4,137| convenïente a i sacri studi, vuoto ~ 558 7,8 | Medici amico, e conversar con loro ~ 559 4,95 | et in privato il publico converte; ~ 560 5,274| Ire a conviti e publiche carole ~ 561 7,71 | pochi giorni tanto, che coperse ~ 562 5,180| immondizia sua la terra copra. ~ ~ 563 7,114| coprir d'altr'ésca, se pigliar 564 3,48 | di seta o d'oro, ben mi corco. ~ ~ 565 2,5 | a' corpi, ancor che maggior peste 566 4,122| intorno, il fresco rio che corre, ~ 567 5,263| corregger non si dén sempre con sdegno, ~ 568 1,99 | di mercé degno è l'ir correndo in posta. ~ ~ 569 6,91 | d'altra correzïon che di parole ~ 570 1,113| mutando bestie e guide, e corro in fretta ~ 571 5,227| lascian la bocca fetida e corrotta, ~ 572 2,56 | scogli de Corsi ladri o d'infedeli ~ 573 3,111| de' suoi corsier parea aver dato il freno; ~ ~ 574 3,216| girar il cielo al corso naturale; ~ ~ 575 5,305| 305 se fosse in cortesia da costui vinto, ~ 576 3,91 | ove col formator del cortigiano, ~ 577 6,88 | Non è, s'io mi coruccio e grido alquanto ~ 578 5,244| poi pentito si batte le cosce, ~ 579 6,61 | in Cosmico, in Pomponio vai mutando; ~ 580 3,108| te, che a me scriverlo, costa. ~ ~ 581 1,35 | 35 co' freddi verni; e costà sotto il polo ~ 582 2,22 | un mattarazzo, che alle coste ~ 583 1,157| Se far cotai servigi e raro tòrse ~ 584 | Cotesti 585 | cotesto 586 3,44 | ch'io cuoca, e cotta s'un stecco me inforco ~ 587 1,84 | tuoi polli alli tua alari cotti». ~ ~ 588 2,62 | gambaro cotto rosso, e rumor faccia, ~ 589 2,23 | faccia vezzi, o di lana o di cottone, ~ 590 7,92 | riporlo in casa o chi a crearlo ~ 591 6,235| 235 che da la creazione insino al rogo ~ 592 1,244| gli lasciate aver questa credenza; ~ 593 3,152| quei che credon che 'l Papa porre inanti ~ 594 7,87 | che sia cresciuto, mancherà il tuo stelo.» ~ ~ 595 5,64 | Nascono figli e crescon le faville, ~ 596 3,105| 105 la cresta dentro verde e di fuor nera. ~ ~ 597 2,246| lui, né il loglio fuor si cribra. ~ ~ 598 6,183| poi che mi porge il crine, et io nol prendo ~ ~ 599 2,222| trionferà, del cristian sangue sozzo. ~ ~ 600 6,60 | 60 cristiano d'acqua, e non d'altro ti 601 3,96 | del Palazzo, ebbe il gran crollo; ~ ~ 602 2,9 | l'anime a crucïar con lunga briga; ~ ~ 603 5,24 | sono sì ingorda e sì crudel canaglia. ~ ~ 604 3,310| Non avendo più pel d'una cuccuzza, ~ 605 1,65 | 65 da cucina e da camera, e dotarme ~ 606 1,67 | Se separatamente cucinarme ~ 607 5,63 | e ne le cucine anco a chi far vezzi. ~ ~ 608 2,26 | di chi cucini, pur così alla grossa, ~ 609 1,219| un tempo in qua sotto il cuffiotto appiatto. ~ ~ 610 1,96 | mandare al Culiseo per lo sugello. ~ ~ 611 5,49 | dice «vedersi un ne la culla, ~ 612 1,165| merta di non star senza cultura. ~ ~ 613 3,44 | ch'io cuoca, e cotta s'un stecco me 614 6,172| Ma allora non curai saper di Ecuba ~ 615 6,113| Curio goloso, Pontico idolatro, ~ 616 6,115| che se per poco prezzo odo Cusatro ~ 617 4,7 | per custodir, come al signor mio piacque, ~ 618 3,287| dicon ver; che carte false e dadi ~ 619 3,279| o venuto pel dado o per la macchia: ~ ~ 620 5,86 | il segno il mio parer, dàgli il consenso; ~ 621 4,58 | Ermilïan sì del danaio ardente ~ 622 3,162| Io gli prestai danar», grida Brandino. ~ ~ 623 3,269| per danari a' Francesi Porta Giove ~ 624 6,40 | 40 ma gli par che non dando il suo consenso ~ 625 1,54 | come nocivi il medico mi danna. ~ ~ 626 5,171| sempre lodai, sempre dannai le estreme. ~ ~ 627 1,233| arriverei, ma non sin al Danubbio, ~ 628 5,150| di schiera per tutte le danze. ~ ~ 629 3,253| che mi può dare o mezza o tutta rasa ~ 630 3,14 | Daria mi partorì, facevo il giuoco ~ 631 2,110| questa chiesa in man mia, darla a persona ~ 632 2,219| e darli a' suoi, sarà il primo discorso. ~ ~ 633 3,189| tanti anni i' sparsi, or darmi il frutto; ~ ~ 634 2,106| Dunque io darò del capo ne la rete ~ 635 6,6 | l'amicizia nostra vorrei darti. ~ ~ 636 3,199| Marocco al Catai, dal Nilo in Dazia, ~ 637 4,84 | con novi dazii e multe e con balzello. ~ ~ 638 3,153| mi debba a Neri, a Vanni, a Lotti 639 1,241| mi debbe incatenar, schiavo tenermi, ~ 640 5,60 | 60 debbian di quel che a pena basta 641 1,142| che debbio far io qui, poi ch'io non 642 1,197| non debbo che, levato ogni sostegno, ~ 643 1,213| che le siàn debitori, or che se accasa. ~ ~ 644 6,38 | altro o nasca, e come il debol senso ~ 645 5,47 | ma questa passïon debole e nulla, ~ 646 5,174| ogni altra ria deformità deforma. ~ ~ 647 5,174| d'ogni altra ria deformità deforma. ~ ~ 648 2,263| il signor degni al grado, e n'hai buon patto ~ 649 | dei 650 6,146| vestigie andar a Delfi, e de la strada ~ 651 4,167| vorrà venir, lasciando Delfo e Cinto, ~ 652 2,242| spesa; che i tre quarti si delibra ~ 653 3,143| fu dal padrone et in delizie avuta, ~ 654 6,152| di Apollo io gli apra in Delo, ~ 655 6,9 | l'ufficio di Demetrio o di Musura ~ ~ 656 5,263| corregger non si dén sempre con sdegno, ~ 657 6,58 | nome che di apostolo ti denno ~ 658 5,226| o che i bei denti, che già furcari, ~ 659 4,100| 100 l'iniqui alzando, e deprimendo in lutto ~ 660 3,123| di certa valle, il desiato umore. ~ ~ 661 2,213| la Morea o de l'Arta far despòti; ~ ~ 662 5,293| che già t'ho detta, per schivar che in preda ~ 663 2,96 | pei dotti libri i saggi detti sparsi. ~ ~ 664 3,292| Quel che devresti ascondere, rivele: ~ 665 7,118| Più tosto di' ch'io lascierò l'asprezza ~ 666 3,190| sie ver che tante mitre e dïademe ~ 667 1,31 | Oltra che 'l dicano essi, io meglio i miei ~ 668 5,28 | Ma senza che 'l dicate, io me ne aveggio; ~ 669 4,216| Non vuo'» seco dicea «che tu mi versi.» ~ ~ 670 1,11 | se ben dicesse c'ha veduto il giorno ~ 671 4,28 | Altri a chi lo dicessi, un occhio bieco ~ 672 1,221| meglio ch'io so: ma tu che diciotto anni ~ 673 7,112| Se Leon non mi diè, che alcun de' suoi ~ 674 6,181| Mentre l'uno acquistando, e diferrendo ~ 675 3,270| signor gli avea data in difesa»? ~ ~ 676 3,102| far da me al fratel suo differenza. ~ ~ 677 2,43 | Or sa che differenzia è da la carne ~ 678 5,121| ché difficil sarà, se non ha venti ~ 679 5,288| s'in te sentisse questa diffidenza. ~ ~ 680 2,59 | mentre fuori il populo digiuno ~ 681 1,228| digli: «Signore, il mio fratello 682 3,272| per dignità si comprano, che sono ~ 683 4,51 | chi meco è sempre io mi dilungo: ~ ~ 684 4,169| Dimandar mi potreste chi m'ha spinto ~ 685 2,124| Qui la cagion potresti dimandarmi ~ 686 4,202| se di me a questi omini dimande, ~ 687 7,163| perché amo sì il nido mi dimandi, ~ 688 7,9 | con gran dimestichezza mi vedesti, ~ ~ 689 5,107| il dimestico essempio, che le aggira ~ 690 1,134| e che dimostri con parole e cenni ~ 691 1,15 | accordar di quanti n'ha dintorno; ~ ~ 692 5,299| che dipinger il diavolo solea ~ 693 7,46 | Quella ruota dipinta mi sgomenta ~ 694 5,309| de l'averlo sì bel sempre dipinto; ~ ~ 695 3,82 | S'io fossi andato a Roma, dirà alcuno, ~ 696 2,143| diranno molti, che a salir non tenti ~ 697 4,34 | E direbbe il Vangel di san Giovanni; ~ 698 7,166| che so ben che diresti: «Ecco pensieri ~ 699 4,30 | Guata poco cervel!» poi diria seco ~ ~ 700 7,25 | 25 ma per dirmi ch'onor vi si guadagna ~ 701 2,98 | che voresti intendere, e dirolti: ~ 702 4,26 | con gli altri amici, a dirti il ver; ma teco ~ 703 3,242| di non patire alla vita disagio, ~ 704 6,194| fu a seguir il discepolo, dove ~ 705 4,212| non discernendo che mistier diversi ~ 706 4,92 | né senza prima discoprirsi il capo ~ 707 6,11 | ma sol che pensi e che discorri teco, ~ 708 7,181| non mi lasci da voi viver discosto. ~ ~ ~- FINE - ~ 709 6,69 | lui con sì santi ordini discreta; ~ ~ 710 2,256| dirai «può un servitor discreto ~ 711 1,124| E se disegni mai tal nodo sciorre, ~ 712 2,119| disir di moglie; e quando moglie 713 6,75 | che per le selve li traean dispersi; ~ ~ 714 1,135| 135 che in odio e che in dispetto abbia il mio nome. ~ ~ 715 5,328| ch'ella voglia, e farlo si dispogna. ~ ~~ 716 2,112| con periglio suo poi ne dispona: ~ 717 6,155| 155 l'età disposta, che le fresche guancie ~ 718 5,93 | saria a dissuadertilo efficace. ~ ~ 719 5,214| Non sa che con la merda si distempre ~ 720 7,105| tosto montò, tosto sarà distrutta: ~ ~ 721 1,245| 245 ditegli che più tosto ch'esser servo ~ 722 3,257| onor suo; ma tal che non divenga ~ 723 6,138| par che poeta in Ascra divenisse, ~ ~ 724 5,20 | 20 diventa giotto, et oggi tordo o 725 7,132| Roma in ogni sua parte mi divida. ~ ~ 726 3,59 | quel monte che divide e quel che serra ~ 727 5,162| dirò, ma non di troppo divisi. ~ ~ 728 3,92 | Bembo e gli altri sacri al divo Appollo, ~ 729 4,50 | 50 io non do noia altrui, se ben mi dolgo ~ 730 5,187| De dieci anni o di dodici, se fai ~ 731 4,79 | l vedi in Banchi, alla dogana, al porto, ~ 732 1,193| Aver cagion di non venir mi doglio: ~ 733 7,122| qual con minaccie, e da dolermi ogni ora ~ 734 6,204| che l'eredità non se ne dolga; ~ ~ 735 7,147| questo calciar mi prema e dia dolore». ~ ~ 736 5,311| di subito ottener le sue domande, ~ 737 1,100| Barco e in villa il segue, dona, ~ 738 6,141| donardolci lingue e sì faconde. ~ ~ 739 4,210| 210 donato fu dal re di Portogallo; ~ ~ 740 5,122| donne poi dietro e staffieri e 741 6,105| 105 donò l'onor del manto e del capello. ~ ~ 742 5,53 | e non aver che doppo sé lor mostri ~ 743 5,172| buona aria, sia gentil, non dorma ~ 744 1,42 | e vi si dorme e vi si fa anco il resto. ~ ~ 745 7,74 | ch'avea dormito un lungo sonno, e visti ~ 746 5,287| saputa sua; che si dorria a ragione ~ 747 1,65 | da cucina e da camera, e dotarme ~ 748 5,231| sia del filo e de la tela dotta. ~ ~ 749 7,127| Bembo, al Sadoletto, al dotto ~ 750 5,32 | e non voler, come il dottor Buonleo, ~ 751 6,103| che se del dottoraccio suo fratello ~ 752 1,24 | esser mi dovea degna di tenere. ~ ~ 753 6,67 | Esser tali dovean quelli che vieta ~ 754 2,21 | dovendo lor mancar poi fieno o paglia. ~ ~ 755 2,126| per dover poi s'un altro scarricarmi. ~ ~ 756 6,73 | persuasero gli uomini a doversi ~ 757 6,177| gli dovesse d'Esperia esser conteso; ~ ~ 758 4,103| Così onore a chi dovrebbe oltraggio, ~ 759 5,26 | mel dovreste saper dir voi da Reggio, ~ 760 3,246| dovria, se fren pone al desir malvagio; ~ ~ 761 3,293| a' furti tuoi, che star dovrian di piatto, ~ 762 6,200| 200 drieto a Marta bisogna ch'io rivolga, ~ 763 6,185| 185 Duchessa tolto, e dato a quel figliuolo ~ 764 6,93 | pur Quintilïano è che si duole. ~ ~ 765 3,37 | Mal può durar il rosignuolo in gabbia, ~ 766 4,178| Fin che quella durò, non me ne dolse; ~ 767 4,209| di Mauritania in eccellenzia buono ~ 768 1,205| 205 Ecci Gabriel; ma che vuoi tu 769 6,172| allora non curai saper di Ecuba ~ 770 6,84 | l'un Troia e l'altro edificasse Tebe; ~ ~ 771 5,11 | sopra varii accidenti che lo effetto ~ 772 5,93 | saria a dissuadertilo efficace. ~ ~ 773 2,117| di elegger sempre o questa cosa o quella. ~ ~ 774 4,193| di me fatta una improvisa eletta, ~ 775 1,46 | Dal vapor che, dal stomaco elevato, ~ 776 6,147| che monta in Elicon vedere il fine; ~ ~ 777 2,45 | 45 da quel che l'Elisea soglia mandarne. ~ ~ 778 4,45 | può tolerar ch'io non mi emendo; ~ ~ 779 7,145| Et io in risposta, come Emilio, fuore ~ 780 5,224| di che ad uso del viso empion gli armari, ~ 781 6,219| con dolce emulazion solea far ire, ~ ~ 782 6,176| Enea Giunon, che 'l bel regno 783 7,50 | 50 uno asinello: ognun lo enigma intende, ~ 784 5,235| 235 o faccia altra opra enorme, e che simìle ~ 785 2,72 | al loro uscier che alcuno entrar non lassi; ~ ~ 786 1,254| si sforza di tornar dove entrato era, ~ 787 1,248| mostrava di magrezza, e entrò, pel rotto ~ 788 1,250| e tanto ne mangiò, che l'epa sotto ~ 789 7,44 | de l'incauto Epimeteo a fuggir lenta ~ 790 2,211| Non penserà d'Achivi o d'Epiroti ~ 791 | Erano 792 4,123| rigando l'erbe, ove poi fa il molino; ~ ~ 793 5,208| Se sapesse Erculan dove le labbia ~ 794 6,204| e che l'eredità non se ne dolga; ~ ~ 795 3,305| 305 l'ereditate in pace, e chi gli agogna ~ 796 6,44 | d'infedele o d'eretico, ne accuso ~ 797 3,170| gli è ver che qualunque erge ~ 798 | eri 799 4,58 | Ermilïan sì del danaio ardente ~ 800 5,133| matina e sera ondeggiando erra ~ 801 1,30 | il Valentino e il Postumo errar deve. ~ ~ 802 5,256| Se pur tal volta errasse, l'ammonisci ~ 803 4,35 | 35 che, se ben erro, pur non son sì losco ~ 804 6,135| a Troia e poi nel lungo errore, ~ ~ 805 | es 806 1,132| da l'amor e grazia sua mi escluda, ~ ~ 807 2,226| L'escomuniche empir quinci le carte, ~ 808 1,138| dal che indarno ad escusar mi vienni. ~ ~ 809 4,25 | altre cause e più degne mi escuso ~ 810 6,165| avrei quel che tradusse Esopo. ~ ~ 811 3,183| espedito m'ha il resto alle mie spese. ~ ~ 812 6,177| gli dovesse d'Esperia esser conteso; ~ ~ 813 7,68 | potea ottener le esperïenze prime, ~ 814 2,60 | 60 lo aspetta che gli esponga gli Evangeli; ~ ~ 815 6,3 | che essaltan l'uom, tutte in Virginio 816 7,20 | sia sempre il tuo desir in essaltarmi, ~ 817 5,96 | essamina il consiglio ch'io te arreco. ~ ~ 818 | esse 819 6,208| studio, a chi corte, a chi essercizio ~ 820 | essergli 821 3,205| 205 in ch'util mi risulta essermi stanco ~ 822 | esso 823 1,172| ch'io non aspetto a mezza estade i lumi ~ 824 6,234| del Cardinal da Este oppresso fui; ~ ~ 825 6,18 | né molto quella alla mia estima vale. ~ ~ 826 7,14 | del Duca, estimi che tirare a mio ~ 827 2,144| uom spesso a grandi onori estolle. ~ ~ 828 5,33 | alla estrema vecchiezza prolungarlo. ~ ~ 829 4,5 | con eterno rumor confondon l'acque ~ 830 3,51 | sien state, agli Indi, alli Etiopi, et oltre. ~ ~ 831 6,136| ciò che Apollonio e Euripide già scrisse, ~ 832 2,215| 215 ove da tutta Europa avria soccorso ~ 833 6,198| scordar Talia et Euterpe e tutte nove. ~ ~ 834 1,202| Galasso vuol ne la città di Evandro ~ 835 2,60 | aspetta che gli esponga gli Evangeli; ~ ~ 836 1,182| ragion non v'abbia, e facciami i pievani ~ 837 5,89 | avrei da dir che, se amorosa face ~ 838 4,191| replicavano al Duca, e facean fretta ~ 839 5,177| li fatti suoi facenda ad ogni bocca. ~ ~ 840 4,76 | Solonnio di facende sì gran soma ~ 841 | facendosi 842 | facevo 843 6,119| mesce il parlar fachin si tien la scroffa, ~ 844 6,141| donar sì dolci lingue e sì faconde. ~ ~ 845 3,110| arse, che 'l Sol di nuovo a Faetonte ~ 846 4,68 | spenditor, scalco, falconiero, cuoco, ~ 847 3,184| Indi col seno e con la falda piena ~ 848 5,102| che son fallaci più ch'altri animali? ~ ~ 849 5,253| Falle carezze, et amala con quello ~ 850 7,165| ch'io soglia al frate i falli miei nefandi; ~ ~ 851 6,92 | degne; né del fallir de' suoi scolari, ~ 852 5,68 | Quindi è falsificato di Ferrara ~ 853 5,45 | 45 più che del ver, del falso relatrice, ~ ~ 854 5,44 | così: non pòn fuggir la fama, ~ 855 3,134| secondo le fatiche, alli famigli ~ 856 3,113| e i stagni e i fiumi più famosi ~ 857 5,51 | e poco prima nata una fanciulla: ~ ~ 858 1,206| che da fanciullo la sua mala sorte ~ 859 3,38 | sta il gardelino, e più il fanello; ~ 860 6,109| che di sentir che simil fango aggreva ~ 861 2,239| fansi, di che la misera famiglia ~ 862 1,83 | fa che 'l tuo fante comprator ti sia; ~ 863 5,132| non la faràn già quei che son degli imi. ~ ~ 864 | faremo 865 | fargli 866 2,55 | 55 Cotesti che farian, che son ne' duri ~ 867 | farne 868 7,106| tutti morrete, et è fatal che muoia ~ 869 3,134| secondo le fatiche, alli famigli ~ 870 4,93 | nobile o il plebeo mai gli favella. ~ ~ 871 5,64 | Nascono figli e crescon le faville, ~ 872 1,192| la mia favola al loco onde si parte. ~ ~ 873 6,70 | 70 ma non fu tal già Febo, né Anfïone, ~ 874 4,1 | Il vigesimo giorno di febraio ~ 875 2,247| carne e il pan, così la feccia; ~ 876 | fece 877 4,125| le vigne e i solchi del fecondo Iaco, ~ 878 6,153| come gli fei nel Palatin, le porte. ~ ~ 879 2,160| 160 Felicitade istima alcun, che cento ~ 880 3,90 | 90 si riparò ne la feltresca corte, ~ ~ 881 6,60 | d'acqua, e non d'altro ti fenno, ~ ~ 882 6,238| e di poeta cavallar mi feo: ~ 883 6,223| Pandolfo, poco dopo: ah fera ~ 884 5,249| come spinger lo déi, come fermallo. ~ ~ 885 6,237| non mi lasciò fermar molto in un luogo, ~ ~ 886 2,174| fermarsi in Ponte, in Banchi e in 887 7,36 | il mio desir si fermeria, ch'or spazia. ~ ~ 888 1,239| venticinque scudi, né sì fermi ~ 889 5,135| farà chi del suo li pasce e ferra? ~ ~ 890 5,227| lascian la bocca fetida e corrotta, ~ 891 2,251| ch'ebbe, a dar volta, di fiaccarsi il collo, ~ 892 2,170| 170 è che Fiammetta stia lontana, e spesso ~ 893 1,101| veste e spoglia, o pona i fiaschi ~ 894 7,176| quando il fiasco del vin gli cadde in piazza, ~ 895 1,44 | tien sempre in travaglio il fiato ~ 896 5,324| dito alla moglier ha ne la fica. ~ ~ 897 5,138| Rinaldo mio la te aviluppa e ficca; ~ ~ 898 2,140| 140 d'amicizia, fidar unqua si volle: ~ 899 5,273| che mostri non fidarti anco riprendo. ~ ~ 900 7,63 | promessa altrui mai più mi fidi. ~ ~ 901 2,21 | dovendo lor mancar poi fieno o paglia. ~ ~ 902 4,144| del silvoso Apennin la fiera sponda. ~ ~ 903 2,228| l'indulgenzie plenarie al fiero Marte. ~ ~ 904 6,36 | del Spirto il Padre e il Figlio. ~ ~ 905 3,22 | Ma poi che figliolo unico non fui, ~ 906 6,171| ebbe il figliuol di Venere o di Teti. ~ ~ 907 5,59 | per non aver figliuoli che far pezzi ~ 908 6,216| che la cocca al mio fil fésse la Parca. ~ ~ 909 2,250| 250 o ch'egli fila e mostra la paura ~ 910 6,242| come di quel filosofo, a chi il sasso ~ 911 7,47 | mastro di carte a un modo finge: ~ 912 5,192| vecchia, essendo anco tu in fiore. ~ ~ 913 3,89 | i Fiorentini, quando il suo Giuliano ~ 914 3,100| più volte, e Legato et in Fiorenza, ~ 915 6,156| non si vedeano ancor fiorir d'un pelo, ~ ~ 916 3,159| per tornarlo in Firenze si levaro. ~ ~ 917 4,43 | Fisse in me questo, e forse non 918 4,89 | di ogni mal che la città flagella ~ 919 6,114| Flavio biastemator, via più mi 920 1,56 | sotto il camin sedria al foco, ~ 921 2,178| Quello altro, per fodrar di verde il nero ~ 922 4,151| ch'ogni scriva et empia fogli e spacci, ~ 923 7,56 | fior venne e con le prime foglie, ~ 924 1,195| questo basterà né un altro foglio. ~ ~ 925 2,142| Questa opinïon mia so ben che folle ~ 926 7,108| torni in quel segno il fondator di Troia». ~ ~ 927 4,4 | qui scesi, dove da diversi fonti ~ 928 1,143| smembrar su la forcina in aria starne, ~ 929 5,170| perpetua noia; medïocre forma ~ 930 3,91 | ove col formator del cortigiano, ~ 931 7,133| dica «il Circo, qui il Foro romano, ~ 932 7,10 | eran fuorusciti, e quando fòro ~ 933 4,97 | comincia volpe, indi con forze aperte ~ 934 1,71 | Francesco di Siver per la famiglia, ~ 935 3,269| per danari a' Francesi Porta Giove ~ 936 3,120| 120 che mai non suol fraudar chi in lui fede have; ~ ~ 937 1,21 | a viso aperto e non con fraude. ~ ~ 938 5,54 | la via del bene, e non li fraudi e uncini.» ~ ~ 939 2,249| mortal non l'ha spiedo né freccia; ~ ~ 940 1,35 | 35 co' freddi verni; e costà sotto il 941 3,111| corsier parea aver dato il freno; ~ ~ 942 4,190| 190 con lettere frequenti e imbasciatori ~ 943 4,187| Grafagnini in quel tempo, essendo fresca ~ 944 6,155| 155 l'età disposta, che le fresche guancie ~ 945 4,83 | come al Papa ognor dia freschi guadagni ~ 946 3,228| dietro venian con frettolosi passi. ~ ~ 947 6,137| e quel che da le morse fronde ~ 948 6,160| 160 Ma poi che vide poco fruttüose ~ 949 4,10 | che spaventato e messo in fuga e morso ~ 950 3,96 | fuggendo del Palazzo, ebbe il gran 951 5,78 | tu déi cercar, quel che fuggire. ~ ~ 952 6,30 | 30 Lot a fugir, ma la moglier rimase. ~ ~ 953 2,232| sempre inteso e sempre chiaro fummi ~ 954 2,164| penso e dico che in Roma fumosa ~ 955 1,49 | E il vin fumoso, a me vie più interdetto ~ 956 7,10 | 10 quando eran fuorusciti, e quando fòro ~ 957 5,194| trent'anni, quella età che 'l furor cessa ~ 958 5,117| al fuso, all'ago, o pur in canto 959 1,205| 205 Ecci Gabriel; ma che vuoi tu ch'ei faccia? ~ 960 1,234| ch'io non ho piei gagliardi a sì gran salto. ~ ~ 961 6,121| né per saziar la gola sua gaglioffa ~ 962 5,234| e che se tiri alcun galante adosso, ~ ~ 963 6,139| e quel che Galatea chiamò da l'onde, ~ 964 5,303| l'angel da Dio mandato in Galilea. ~ ~ 965 2,62 | gambaro cotto rosso, e rumor faccia, ~ 966 3,222| ingordi tutti a gara di volerla. ~ ~ 967 3,38 | più vi sta il gardelino, e più il fanello; ~ 968 5,179| secretamente, e studia, come il gatto, ~ 969 3,300| grande uomo, e dentro ne gavazzi. ~ ~ 970 3,142| Questo una gazza, che già amata assai ~ 971 5,314| bellezze, e ne vivea geloso, e n'era ~ 972 4,207| che la gemma ha trovata e non l'apprezza. ~ ~ 973 3,13 | Che s'al mio genitor, tosto che a Reggio ~ 974 5,172| Sia di buona aria, sia gentil, non dorma ~ 975 5,206| d'altra ugual gentildonna ella non abbia; ~ 976 3,33 | di Maia vorrà usarmi gentilezza. ~ ~ 977 5,56 | gentiluomini fanno, e molti féro, ~ 978 2,207| tanto, indarno San Georgio si martira. ~ ~ 979 5,204| alla signora del signor Ghinaccia. ~ ~ 980 5,57 | ch'or giaccion per le chiese e per li chiostri ~ ~ 981 6,110| mio vicino Andronico, e vi giace ~ 982 4,9 | tosto che a Roma il Leon giacque; ~ ~ 983 7,171| se le guancie ho rosse o gialle; ~ ~ 984 2,175| mantello o rosso o nero o giallo, ~ 985 4,59 | come d'Alessio il Gianfa, e che lo brama ~ 986 2,14 | contando me per due con Gianni mio, ~ 987 5,134| con cavalli a vettura la Giannicca ~ 988 4,121| il lucido vivaio onde il giardino ~ 989 7,83 | altezza, poi che al caldo e al gielo ~ 990 3,21 | scoprirmi il capo e piegar le ginocchie. ~ ~ 991 5,50 | 50 e per casa giocando ir duo bambini, ~ 992 5,82 | Non hai, quando dui giocano, veduto ~ 993 1,120| 120 che se giocata te l'avessi a zara; ~ ~ 994 5,84 | ciò che s'ha a far, che 'l giocator, saputo? ~ ~ 995 4,111| perduto ho il canto, il gioco, il riso. ~ ~ 996 5,182| di superbia nimica, sia gioconda, ~ 997 2,200| forse adagiato, alcun vive giocondo, ~ 998 7,104| propria a voi, che come vostra gioia ~ 999 5,36 | giovane fresco, e non vecchio, Imeneo. ~ ~ 1000 3,269| danari a' Francesi Porta Giove ~ 1001 6,107| Placidïan, che gioven dar soleva, ~ 1002 5,70 | 70 quindi la gioventù vedi sì rara ~ 1003 2,20 | 20 che poco gioveria ch'avesser pòste, ~


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