Dialogo
1 1| osservanze. Ipparco, per la medesma raggione, dovea saperne
2 1| nostri tempi appresso la medesma anni milleottocentoquarantanove.
3 1| tornaremo domani qua a l'ora medesma, e faremo considerazione
4 3| distanza; perché, sì come non è medesma raggione del corpo opaco
5 3| corpo luminoso, cossì non è medesma raggione d'un corpo men
6 3| conoidale infinita; come quella medesma figura A, corpo lucido,
7 3| del semidiametro; e per medesma raggione la differenza del
8 3| gittata a l'alto potesse per medesma rettitudine perpendicolare
9 3| una pietra, quella per la medesma linea ritornarà a basso,
10 3| benché le pietre abbino medesma gravità, medesmo aria tramezzante,
11 3| medesmo punto, e patiscano la medesma spinta. Della qual diversità
12 4| sapere, se col favore della medesma Scrittura questo che diciamo,
13 4| giudicar da questo, che la medesma Scrittura è in mano di giudei,
14 5| siamo noi; perché in una medesma eterea reggione, come in
15 5| serbano perpetuamente la medesma equidistanza e regola, fa
16 5| occhio, la stella A pare la medesma con la stella B; e, se pur
17 5| perché veramente serbino la medesma equidistanza da noi e tra
18 5| ogni differenza locale con medesma facilità si muove. Che vuol
19 5| corpo; il quale, secondo la medesma disposizione, non può essere
20 5| zone ed i climi essere in medesma disposizione. Perché non
21 5| altre, che, come sono di medesma condizione e natura, hanno
22 5| proporzionale a quella, alla medesma abitudine. Il quarto moto
23 5| sempre si converteno per la medesma rettitudine; onde è necessario,
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