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Giordano Bruno
La cena de le ceneri

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  • DIALOGO TERZO
    • la terza proposta del dottor nundinio.
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la terza proposta del dottor nundinio.

 

TEO. Disse appresso Nundinio, che non può essere verisimile che la terra si muove, essendo quella il mezzo e centro de l'universo, al quale tocca essere fisso e costante fundamento d'ogni moto. Rispose il Nolano, che questo medesmo può dir colui che tiene il sole essere nel mezzo de l'universo, e per tanto inmobile e fisso, come intese il Copernico ed altri molti, che hanno donato termine circonferenziale a l'universo; di sorte che questa sua raggione (se pur è raggione) è nulla contra quelli, e suppone i proprii principii. È nulla anco contra il Nolano, il quale vuole il mondo essere infinito, e però non esser corpo alcuno in quello, al quale simplicemente convegna essere nel mezzo, o nell'estremo, o tra que' dua termini, ma per certe relazioni ad altri corpi e termini intenzionalmente appresi.

SMI. Che vi par di questo?

TEO. Altissimamente detto; perché, come di corpi naturali nessuno si è verificato semplicemente rotondo, e per conseguenza aver semplicemente centro, cossì anco de' moti, che noi veggiamo sensibile- e fisicamente ne' corpi naturali, non è alcuno, che di gran lunga non differisca dal semplicemente circulare e regolare circa qualche centro; fòrzensi quantosivoglia color, che fingono queste borre ed empiture de orbi disuguali, di diversità de diametri ed altri empiastri e recettarii per medicar la natura sin tanto che venga, al servizio di maestro Aristotele o d'altro, a conchiudere che ogni moto è continuo e regolare circa il centro. Ma noi, che guardamo non a le ombre fantastiche, ma a le cose medesme; noi che veggiamo un corpo aereo, etereo, spirituale, liquido, capace loco di moto e di quiete, sino immenso e infinito, - il che dovamo affermare almeno, perché non veggiamo fine alcuno sensibilmenterazionalmente, - sappiamo certo che, essendo effetto e principiato da una causa infinita e principio infinito, deve, secondo la capacità sua corporale e modo suo, essere infinitamente infinito. E son certo che non solamente a Nundinio, ma ancora a tutti i quali sono professori de l'intendere non è possibile giamai di trovar raggione semiprobabile, per la quale sia margine di questo universo corporale, e per conseguenza ancora li astri, che nel suo spacio si contengono, siino di numero finito; ed oltre, essere naturalmente determinato centro e mezzo di quello.

SMI. Or Nundinio aggiunse qualche cosa a questo? Apportò qualche argomento o verisimilitudine per inferire che l'universo prima sii finito; secondo, che abbia la terra per suo mezzo; terzo, che questo mezzo sii in tutto e per tutto inmobile di moto locale?

TEO. Nundinio, come colui che quello che dice, lo dice per una fede e per una consuetudine, e quello che niega, lo niega per una dissuetudine e novità, come è ordinario di que' che poco considerano e non sono superiori alle proprie azioni tanto razionali quanto naturali, rimase stupido e attonito, come quello a cui di repente appare nuovo fantasma. Come quello poi, che era alquanto più discreto e men borioso e maligno ch'il suo compagno, tacque; e non aggiunse paroli, ove non posseva aggiongere raggioni.

FRU. Non è cossì il dottor Torquato, il quale o a torto o a raggione, o per Dio o per il diavolo, la vuol sempre combattere; quando ha perso il scudo da defendersi e la spada da offendere; dico, quando non ha più risposta, né argumento, salta ne' calci de la rabbia, acuisce l'unghie de la detrazione, ghigna i denti delle ingiurie, spalanca la gorgia dei clamori, a fin che non lascie dire le raggioni contrarie e quelle non pervengano a l'orecchie de' circostanti, come ho udito dire.

SMI. Dunque non disse altro?

TEO. Non disse altro a questo proposito, ma entrò in un'altra proposta.

 




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