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Giovanni Boccaccio
Filocolo

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Quivi pervenuti e saliti alle gran sale, si rincominciano le mirabili carezze e feste. E Mennilio con gli altri, parlando con Ascalion escono di dubbio udendo la cagione per che altra volta a loro si tenessero celati: e rimasi contenti, niuno ad altra cosa che a festeggiare intende. Florio, delle avvenute cose oltre contento, quivi la sua magnanimità comincia a mostrare, e i gran tesori lungamente guardati dona e dispende, pure che i prenditori sieno. Niuno gli va davanti, che sanza dono si parta, e 'l simigliante il duca e gli altri fanno: e quasi niuno è in Roma che per ricevuto dono o molto o poco non sia loro tenuto. Ampliasi la loro fama, e come dii vi sono riveriti. Niuno v'è che non s'ingegni di piacere loro e di servirgli: e questo aggrada molto a Mennilio e a Quintilio, e lieti vivono di tale parente, e con gli altri faccendo festa, quella lungamente fanno durare.

 




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