ARIOFARNE: Donna, hai scelto? manifeste
Son tue mire? Il cor ti mena
Alla Venere celeste
O alla Venere terrena?
Parla.
ERO:Ho scelto. Aspiro all'ombra
Del sidero e casto vel,
Che il pudico grembo adombra
Della Venere del ciel.
ARIOFARNE: Bada, o folle! E non paventi
D'Ariofarne il genio fiero?
Tu non sai che fiel diventi
Un amor deriso e altero.
(Ironicamente:)
Tortorella! dal tuo nido
Scacci l'avido sparvier?...
Ho gli artigli e ti conquido,
Su di te saprò cader.
ERO: (Serenamente:) Quella fulgida fiamella
Vedi là sul mar che danza?
E di Venere la stella,
E una stella di speranza.
Del suo lume circonfusa
Un'aurora al cor mi vien,
Una pace ampia e diffusa
In un fulgido seren.
ARIOFARNE: (Con ira:) Pensa, pensa, la
folgore romba!
Pensa pria che s'arresti la sorte.
ERO:(Sdegnata:) Del tuo bacio men tetra è la tomba,
Del tuo riso men buia è la morte.
ARIOFARNE:Son l'arconte
possente e selvaggio,
Fu più volte il mio sdegno fatal.
ERO: (Fa per uscire:) Nulla io temo.
M'illumina an raggio
Che non spenge possanza mortal.
ARIOFARNE: (La tratienne con forza e con
passione)
Ferma! un ultimo instante. Deh! aspetta!
Mi sorridi, sembiante divin!
(Con cupa solennità:)
Vuoi vendetta od amore?
ERO: Vendetta!
ARIOFARNE: (Con accento fatale:)
È segnato il tuo buio destin.
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