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Arrigo Boito
Ero e Leandro

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  • ATTO PRIMO
    • Scena quinta. Ero, Leandro, e Ariofarne
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Scena quinta. Ero, Leandro, e Ariofarne

 

(Leandro penetra occultamenta dal fondo della scena e contempla Ero. Ariofarne, che ritorna dalla parte opposta, lo scoge. Il seguente dialogo fra Leandro e Ariofarne avrà luogo tutto nel fondo a voce bassa. Ero si sarà seduta in un canto della scena preoccupata nei suoi presentimenti e non vede I due che parlano.)

ARIOFARNE: Riconosco I numidici corsieri
Al volo gaglïardo, ed al turbante
I siriaci guerrieri,
E riconosco il giovinetto amante
(A Leandro con ironia.)
A un segno malïardo
Che il miserello porta nello sguardo.

LEANDRO: (A parte) (Perduto io son.)

ARIOFARNE: Nel varcar queste porte
In ora vïetata
Sai che affronti la morte?

LEANDRO: (Fiero.) Il so, né temo.

ARRIOFARNE: Adolescente eroe,
Tu merti il mio perdona, all'adorata
Fanciulla io t'abbandono.

LEANDRO: (Ahimè! vacillo.)

ARIOFARNE: Sì audace per la morte e sì pusillo
Per l'amore! Fa cor. Di Dafni e Cloe
Rinnovellisi il caso e quello stesso
Fuoco vorace la vergine accenda
Che in te balena adesso (Si allontana--)
(Soltano allor vendetta avrò, tremenda.) (--Esce.)




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