( Ero balza de terra e con impeto irragionata
corre alia face per portarla al verone, ma già
apparisce alla rampa Ariofarne. Lo segue la fanfara. Pirofori,
sacerdoti colle are, colle torcie. La face d'Ero le cade dalle mani e rimane a terra spenta e fumante.)
CORO E ARIOFARNE:
Cospargiamo di magico farro
L'onda irata del turgido mar,
E sia freno, sia diga, sia sbarro
Che ti possa, o Nettuno, placar.
( Questa scongiura sarà cantata dal coro rivolto
verso il verone e prostrato, mentre Ariofarne sparge
il farro rul mare. L'uragano è sempre violento. Ma non lampegia. Ero immobile. )
ERO: ( Con uno slancio in erno dell'anima.)
(Ah! forse è un immortale!)
ARIOFARNE: ( Fissandola tenacemente.) Ero. La tromba
Non udii risuonar delle tempeste;
E perché non l'udii? sai che fatale
Tal colpa esser potrebbe? (Ironico.) O giovanetta
Esploratrice nei sogni smarrita.
Nulla rispondi? Quella face a terra
Perché? ( Incalzando le domande e scrutandola.)
Perché trepida tanto? forse
Che paventi del tuon? Perché
al verone
Guizza il tuo seguardo? e
questo fiore al suolu
Qual tòrtore fedele ti ha portato
Su questa rôcca ove i Leandri indarno
Vorrebbero allignar? Rispondi!
ERO: ( Fra sé, guardando il verone da dove s'è gettato Leandro.)
(Giove
Un baleno m'invia che m'assecuri
Ch'egli è salvo).
ARIOFARNE: ( La afferra e la conduce più presso al verone.)
Nel buio tu sogguardi?
Sta ben, fanciulla, lo esploriamo insieme.
(Terribilmente.) Perché tremi in mia man? vergine?
ERO: (Un lampo!)
( Scoppia il fulmine, il nuro del fondo
dirocca, attraverso quello squarcio si vede il mare e sopra uno scoglio il cadaere sanguinante di
Leandro.)
ARIOFARNE: (Con immensa e feroce gioia accennando qualcosa in mare. )
Eccolo!
ERO: ( Cade.) Ah!
ARIOFARNE: Morto! sovra il duro scoglio
Cadavere percosso e sanguinante.
(Guarda Ero distesa sul suolo. S'avvicina ad Ero,
la tocca.)
Ah! un fulmine mi colga!
Vendicato no son!! ... È salva!! È morta!! ...
(Il coro si prostra, Ariofarne si china sulla
salma di Ero.)
CORO INTERNO:
Beati spirti,
Sian vostro talamo,
Sian vostro nido
Le argentee sirti.
E al pio nocchiero
Sia sacro il lido
Dove s'amarono
Leandro e Ero.
Cala la Tela.
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