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Arrigo Boito Ero e Leandro IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena sesta. Ero e Leandro
- Idillio. - LEANDRO: (Accostandosi ad Ero.) ERO: Leandro pio dalle pupille meste, LEANDRO: Vengo a te, perché al fior a'una
giunchiglia ERO: Piansi perché un'eburnea conchiglia LEANDRO: La conchglia mentì...ma non il fiore. ERO: Sugli oracoli incombe alto mister. LEANDRO: Se parla Amor non ha misteri il core. ERO: Se parla il core ha misteri il pensier. LEANDRO: (con efusione) Dolce pensiero vuol
dolce parola, ERO: O come guati... o come parli ... o come LEANDRO: Il daino morde al fiorente citiso, ERO: Dalle tue labbra sgorga la favella LEANDRO: Per mille aspetti mille volte bellla, ERO: Odio il mare che sta fra Tracia e Abìdo. LEANDRO: E per quest'odio io t'amo e dei profondi ERO: Leandro! spende l'etere LEANDRO: Ero! il sembiante magico ( Si ode la fanfare di Arofarne. Ma Ariofarne sarà già entrato in scena e si sa, à nascosto dietro la statua di Apollo.) ERO: Scende dal colle la fanfara sacra LEANDRO: ( Svelle un fiore di Leandro da un arbusto ) (Esce.) |
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