Scena prima. Ariofarne,
Ero, Leandro, e Coro
CORO: Ave, o stella vagabonda
Dei tramonti e degli albor.
Or sui monti ed or sull'onda
Disfavilla il tuo fulgor.
Il tuo raggio, in cui s'aduna
Ogni gaudio ed ogni duol,
Una lagrima alla luna
E un sorriso aggiunge al sol.
Ave, o Dea! del nostro sangue
Tu sei balsamo e velen.
Lieto è l'uom che per te langue
Col tuo fascino nel sen.
Sei nel pianto e fra le strida
Benedetta, o Dea d'amor;
Ave, o Venere omicida!
Lieto è l'uom che per te muor.
ARIOFARNE: (Dopo il coro, alzandosi.)
O popolo di Venere! formose
Sacerdotesse, sacerdoti, udite.
Io vi convegno ad un antico rito.
( A Ero che s'accosta.)
Ero gentil, t'appressa. ( Fra se.) (Ah, per l'Averno,
Non mi sfuggi.) (A tutti) La Dea parlà
l'olimpia
Favella sua si disascose e disse:
"In mezzo al mar siede un'antica torre,
La torre della Vergine chiamata
Nel secol d'oro e là, nuda sul baratro
Spumante sta, fra gli scogli e le cicladi
Dov'è più irremeabile Ellesponto."
Negli aurei tempi vergine romita
"Ivi la casta Venere adorando"
Sacrificio pudico ai Numi o offriva
Delle intatte sue forme, "e quella pia
Degli amori del mondo espïatrice,
Bastava sola conun suo sospiro
O con un suo sorriso a far placata
L'invidia dell'Olimpio e a serenare
La tempesta dei flutti. Affinché torni
La prima etade e l'universo biondo
Per ubertose messi, io vo'che il rito
Della Vergine s'innovi e che la torre
La sua vittima accolga." E
disse e sparve.
( Tutte le parole chiuse da parentisi, Ariofarne le mormora occultamente
a Ero; il resto lo dice con voce alta e sonora, perché sia udito da tutti.)
Ora a far pieno il vota della Dea... (A Ero.)
Ero gentie (ti penti), t'avvicina.
(Vedi ove tendo? hai tempo ancor.) Sull'ara
Sali con me (O in un carcere eterno
O nel talamo mio... scegli, è ancor tempo).
ERO: ( A bassa voce ad Ariofarne, tentando
svincolarsi.)
(Lasciami, infame!)
ARIOFARNE: (Ad alta voce con serenità)
Ardano l'ambre e odori
La rosa di Lièo. (Se fuggir tenti,
Qui ti bacio le labbra.)
ERO: ( Inorridendo.)
(Orror! Leandro!)
ARIOFARNE: E sulla lidia cetra il bel Leandro
Sospiri un'ode. (Scegli... scegli...)
ERO: (Il carcere.)
ARIOFARNE: (Con voce tonante ad Ero.)
Tu la Vergine sei.
LEANDRO: (Si scaglia contro Ariofarne.)
Dalle mi braccia
Pria ti difendi ! ...
ARIOFARNE: Tu sacrilegio!
ERO: (Atterrita.) O Numi!
ARIOFARNE: L'arrestate, guerrieri...
LEANDRO: Il mondo, il cielo,
Selvaggio arconte, e la tua rabbia io sfido.
Quello vergino io l'amo.
ARIOFARNE: ( Ai Soldati.)
Il suo vigore
Col numero si fiacchi.
( Leandro è atterrato dalle guardie.)
Ah! tu gareggi
Con Ercole alla lotta, eppur sul suolo
Eccoti, o forte. (Alle guardie.)
Etr'oggi egli sia reso
L'Ellesponto, l'attenda orrenda morte.
Date principo, o sacerdoti, al rito.
( Ero è rimasta sull'altare immobilzzata dal
terrore Ariofarne la orna cogli oggetti sacri.
Leandro è circondato da un gruppo d'armati. )
O sacra vergine,
Le chiome d'ore
Coll'acqua magica
Spargo ed irroro.
Ridi e l'olimpica
Gioia preliba,
All'aureo calice
T'appressa e liba.
Le perle pendule
T'ornino il crine,
Limpide legrime
Oceänine.
Cingi la fulgida
E il velo argenteo,
O te beata.
( Con accento sinistro:)
(spesso dai culmini
Del tuo manier
Ti desti l'ululo
Dello sparvier.)
ERO: ( Come trasognata.)
(Più presso al limpido
Cielo profondo,
Lontan dal torbido
Fragor del mondo,
Vivrò in un mistico
Sogno seren,
Ma, o Dei! salvatemi
Leandro almen.)
ARIOFARNE:
(Perduta! o lagrime
Sgorgate! o cuore
Ti frangi! un esule
Son dell'amore.
Già un vasto oceano.
Sul mio tesor
Si chiuse e un carcere
Si chiude ancor.)
CORO:
Beäta vittima
Del casto vel,
Per te già spirano
L'aure del ciel.
ARIOFARNE: Ed ora agli anatèmi. (A Ero.)
Giura! Giura!
Giura! per l'atre porte
Di Pluto e per la Morte!
Che resterai celestialmente pura. Giura.
ERO: ( Con voce fievole.)
Ho giurato.
ARIOFARNE: E se il giuro fatal sia
vïolato,
E se penétra
L'orma d'un uom a profanar tua calma,
Contra il nudo tuo sen pietro
su pietra
Sarà scagliata,
In fin che la tua salma
Dilanïata
Spaventi il ciel sulla spïaggia tetra.
(Silenzio d'orrore.)
( Accennandoa Leandro, il quale
è trascinato dalle guardie.)
S'allontani quell'uom. -- La luna sorge,
Rimbombi alfine il cantico dell'orgie!
(Sorge la luna, ii suo disco luminoso irradia
l'orgia e contrasta colle fiaccole e coi doppiere
accesi. Ero, coperta col velo d'argento, ritta sull'altare,
domina virginalmente il baccanale.)
CORO DE DANZA:
Peàna! Peàna! --
s'afferri la coppa
Che il seno di Venere-- fremendo plasmò!
Già l'orma che impresse--l'olimpica poppa
D'aromi e di vivido--delirio e canzone
Fuggevole e vana.
O Venere!
O Adone!
Peàna! Peàna!
Cala la Tela.
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