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Arrigo Boito Ero e Leandro IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena terza ed ultima. Ero, Ariofarne, e Cori
( Ero balza de terra e con impeto irragionata corre alia face per portarla al verone, ma già apparisce alla rampa Ariofarne. Lo segue la fanfara. Pirofori, sacerdoti colle are, colle torcie. La face d'Ero le cade dalle mani e rimane a terra spenta e fumante.) CORO E ARIOFARNE: ( Questa scongiura sarà cantata dal coro rivolto verso il verone e prostrato, mentre Ariofarne sparge il farro rul mare. L'uragano è sempre violento. Ma non lampegia. Ero immobile. ) ERO: ( Con uno slancio in erno dell'anima.) ARIOFARNE: ( Fissandola tenacemente.) Ero. La tromba ERO: ( Fra sé, guardando il verone da dove s'è gettato Leandro.)
(Giove ARIOFARNE: ( La afferra e la conduce più presso al verone.) ERO: (Un lampo!) ( Scoppia il fulmine, il nuro del fondo dirocca, attraverso quello squarcio si vede il mare e sopra uno scoglio il cadaere sanguinante di Leandro.) ARIOFARNE: (Con immensa e feroce gioia accennando qualcosa in mare. ) ERO: ( Cade.) Ah! ARIOFARNE: Morto! sovra il duro scoglio (Il coro si prostra, Ariofarne si china sulla salma di Ero.) CORO INTERNO: Beati spirti, Cala la Tela. |
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