Atto, Scena
1 1, 1 | della città. ~Arbate~Vieni, Signor. Più che le mie parole l'
2 1, 1 | oso! E puoi dubitarne , o Signor? Quel zelo istesso, che
3 1, 2 | Aspasia~Il tuo soccorso, Signor, vengo a implorar. Afflitta,
4 1, 2 | Contro Farnace chiedo aita, o Signor, dall' empie mani salvami
5 1, 10| Ismene~Il rammentar che vale, Signor , una sventura per cui la
6 1, 11| ingaro quà ne trasse, o Signor. Noi fornunati, che nel
7 1, 11| farti degno impara. ~Farnace~Signor... ~Mitridate~Ai regi tetti
8 1, 12| Mitridate ormai? ~Arbate~Signor, Farnace appena entrò nella
9 2, 3 | al nuovo giorno. ~Aspasia~Signor, tutto tu puoi: chi mi diè
10 2, 4 | Respiro, o Dei!- ~Sifare~Signor, che avvenne? ~Mitridate~
11 2, 10| impresa può dettarti , o Signor?Ma quanta de'tuoi regni
12 2, 11| Mitridate, Sifare~ ~Marzio~Signor , son io. ~Mitridate~Cieli!
13 2, 14| Recitativo ~Sifare~E crerderai, Signor... ~Mitridate~Saprò fra
14 2, 14| Aspasia~Io sprezzarlo , oh Signor? ~Mitridate~Più non m'oppongo.
15 2, 14| fu l'affetto reciproco, o Signor... Ma che? Nel volto ti
16 3, 1 | Ah sì: d'esempio Ismene, Signor, ti serva. Io quell' oltraggio
17 3, 2 | speri, ch'io mi cangi, o Signor. Prieghi non curo e minacce
18 3, 11| furori. ~Aspasia~Vivi, o Signor, ed ad ambi almen conserva,
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