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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO TERZO
    • Scena settima. Farnace
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Scena settima. Farnace

 

Interno di torre corrispondente alle mura di Ninfea. Farnace incatenato e sedente sopra un sasso.

Recitativo

Farnace
Sorte crudel, stelle inimiche, i frutti son questi, che raccolgo da sì belle speranze? Io più regni primogenito erede siedo ad un sasso, e invece di calcar soglio ho la catena al piede? Oh cielo, qual odo, strepito d'armi... [vedesi aprire nel muro una gran breccia, per cui entra Marzio seguito da'suoi soldati).

A replicati colpi qual forza esterna i muri percosse ed or gli atterra! E'eogno io mio o vegliando vaneggio? Che più temer, che più sperar degg'io?




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