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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO PRIMO
    • Scena quinta. Sifare, Farnace, Aspasia
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Scena quinta. Sifare, Farnace, Aspasia

 

Sifare
Ferma , o germano, ed in Aspasia apprendi Sifare a rispettar.

Farnace

[ed Aspasia con resentimento]

Intendo, ingrata, meglio adesso il tuo cor. De' tuoi rifiutti costui fore è cagion. Ei di Farnace e' amante più felice, e men ti spiace.

Sifare

[a Farnace]

Suo difensor qui sono. E chi quel core tiranneggiar pretende di tutto il mio furor degno si rende.

Farnace
Con tanto fasto in Colco a favellar sen vada Sifare a' suoi vassalli.

Sifare

In Colco e in questa Reggia così posso parlar.

Farnace Potresti qui pur le mie mani versar l'alma col sangue.

Sifare

[vuol mettere mano alla spada e cosi pure Farnace]

A tanto ardire cosi rispondo.

Aspasia

[trattenendo i due fratelli]

Ah no, fermate.




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