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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO PRIMO
    • Scena decima. Mitridate, Ismene, Arbate
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Scena decima. Mitridate, Ismene, Arbate

 

Porto di mare, con due flotte nacorate in siti oppositi del canale. Da una parte vedutza della città di Ninfea. Si viene accostando al suono di lieta sinfonia un altra squadra di vascelli, dal maggior de'quali sbarcano Mitridate ed Ismene, quegli seguito dalla guardia reale, e questa da una schiera di Parti. Arbate con seguito gli accoglie sul lido. Si prosiegue poi di mano in mano lo sbarco delle soldatesche; le quali si vanno disponendo in bella ordinanza sulla spiaggia.

No.7 Marcia

No.8 Cavata

Mitridate
Se di lauri il crine adorno
fide spiaggie, a voi non torno.
Tinto almen non porto il volto
di vergogna e di rossor.
Anche vinto e anche oppresso
io mi serbo ognor l'istesso
e vi reco in petto accolto
sempre eguale il mio gran cor.

Recitativo:

Mitridate
Tu mi rivedi, Arbate, ma quel più non rivedi felice Mitridate, a cui Roma lungamente fu dato bilanciare il destin. Tutti ha dispersi d'otto lustri i sudor sola una notte a Pompeo fortunata, a me fatale.

Ismene
Il rammentar che vale, Signor , una sventura per cui la gloria tua nulla s'oscura? Tregua i pensier funesti su quest'amico lido per breve spazio almeno abbian da noi. Dove son, Mitridate, i figli tuoi?

Arbate
Dalla Reggia vicina ecco gli affretta al piè del genitore il rispetto e l'amore.




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