Porto di mare, con due flotte nacorate
in siti oppositi del canale. Da una
parte vedutza della città di Ninfea. Si viene
accostando al suono di lieta sinfonia un altra squadra
di vascelli, dal maggior de'quali sbarcano Mitridate
ed Ismene, quegli seguito dalla guardia reale, e questa da una schiera di
Parti. Arbate con seguito gli accoglie sul lido. Si prosiegue poi di mano in mano lo sbarco delle soldatesche;
le quali si vanno disponendo in bella ordinanza sulla
spiaggia.
No.7 Marcia
No.8 Cavata
Mitridate
Se di lauri il crine adorno
fide spiaggie, a voi non torno.
Tinto almen non porto il volto
di vergogna e di rossor.
Anche vinto e anche oppresso
io mi serbo ognor l'istesso
e vi reco in petto accolto
sempre eguale il mio gran cor.
Recitativo:
Mitridate
Tu mi rivedi, Arbate, ma quel più non rivedi felice Mitridate, a cui Roma lungamente fu dato
bilanciare il destin. Tutti ha
dispersi d'otto lustri i sudor sola una notte a Pompeo fortunata, a me fatale.
Ismene
Il rammentar che vale, Signor , una sventura per cui
la gloria tua nulla s'oscura? Tregua i pensier
funesti su quest'amico lido per breve spazio almeno abbian da noi. Dove son,
Mitridate, i figli tuoi?
Arbate
Dalla Reggia vicina ecco gli affretta al piè del genitore il rispetto e
l'amore.
|