Sifare
Su la temuta destra mentre l'un figlio e l'altro un bacio imprime
tutti i sensi del cor, padre t'esprime.
Mitridate
Principi, qual consiglio in sì grand'uopo, e la Colchide e il Ponto, che al tuo
valor commisi e alla tua fede, vi fece abandonar?
Farnace
Lìnfausto grido della tua morte
l'un dell'altro ingaro quà
ne trasse, o Signor. Noi fornunati, che nel
renderci rei del trascredito cenno il bel contento abbiam di riveder salvo chi tanto stato è finora e
sospirato e pianto!
Ismene
Perché fra i suoi contenti dissimula Farnace quello,
che prova in riveder la figlia del Partico Monarca?
Farnace
Oh rimprovero acerbo!
Mitridate
Entrambi, o figli, men giudice, che padre voi qui mi
ritrovate. Il primo intanto l'imprudente trascorso ad emendar tu sii, farnace. Ismene, che amasti, il so,
viene tua sposa: in lei Mitridate al combattuto soglio ravvisa un nuovo
appoggio: al nodo eccelso, ch'io stesso ricercai, l'alma prepara, e di tal
sorte a farti degno impara.
Farnace
Signor...
Mitridate
Ai regi tetti dove in breve io ti seguo , o
Principessa, e Sifare e Farnace,
scorgano i passi tuoi. Meco soltanto rimanga Arbate.
Ismene
Io ti precedo , o Sire, ma porto nel seno un segreto
timor, che mi predice quanto poco il mio cor sarà felice.
No. 9 Aria
In faccia all'ogetto,
che m'arde d'amore,
dovrei sol diletto
sentirmi nel core.
Ma sento un tormento,
che intender non so.
Qual labbro che tace,
quel torbido ciglio
la cara mia pace
già mette in periglio,
già dice che solo
penare dovrò.
[parte ed entral nella città con Sifare e Farnace, seguita dai
Parti]
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