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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO SECONDO
    • Scena prima. Ismene, Farnace
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ATTO SECONDO

 

Scena prima. Ismene, Farnace

 

Appartamenti.

Recitativo

Ismene
Questo è l'amor, Farnace, questa è la che mi giurasti? E quando varco provincie e regni, e al mar m'affido sol per unirmi teco, di conoscermi appena tu mostri, ingrato, ed io schernita amante ti trovo adorator d'altro sembiante?

Farnace
Che vuoi, ch'io dica, o Principessa? È vero che un tempo t'adorai. Da te lontano venne l'ardor scemando a poco a poco, si estinse alfin, e a un nuovo amor diè loco.

Ismene
Anch'io da te lontana vissi finora, e pur...

Farnace

Questi d'amore sono i soliti scherzi, e tu più saggia, senza dolerti tanto de'tradimenti miei, sprezzami infido e consolarti dei.

Ismene
Inver deve assai poco la perdita costar d'un simil bene: ma nata al soglio Ismene deve un altro dovere aver presente. Non basta alle mie pari chi le disprezza il disprezzar. Richede o riparo o vendetta quell'oltraggio ch'io soffro, e a Mitridate saprò chiederla io stessa.

Farnace
Ad iritarlo contro un figlio abborrito poca fatica hai da durar: ma tanto non sperar, no che possa il suo rigore da nuova vita ad un estinto amore.

No. 11 Aria

Va, l'eror mio palesa,
e la mia pena affretta,
ma cara la vendetta,
forse ti costerà.
Quando si lieve offesa
punita in me vedrai
tu stessa accuserai
di troppa crudeltà.
[parte]




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