Aspasia
Oh giorno di dolore!
Sifare
Oh momento fatale, che mi fa de'viventi il più
felice, e'l più misero ancor? Che
non tacesti, adorata Regina? Io t'avrei forse con più costanza in braccio
mirata al genitor.
Aspasia
Deh non cerchiamo d'indebolirici inutilmente. Io
tutto ciò, che m'impone il mio dover comprendo, ma di
tua fede anche una prova attendo.
Sifare
Che puoi bramar?
Aspasia
Dagli occhi miei t'invola, non vedermi mai più.
Sifare
Crudel commando!
Aspasia
Neccesario però. troppo m'è
nota la debolezza mia; forse maggiore di lei non è la mia virtù: potrebbe nel
vederti talor fuggir dal seno un indegno sospiro, e
l'alma poi verso l'unico e solo suo ben, da cui la vuol divisa il cielo,
prender cosi furtivamente il volo. Misera qual orrore
sarebbe il mio! Quale rimorso! E come potrei lavar
macchia sì rea giammai se non col sangue mio! Deh se fu pura la fiamma tua, da
un tal cimento, o caro, libera la mia gloria. Il duro passo ti costa, il so, ma questo passo, oh quanto anche a me costerà d'affanno
e pianto!
Recitativo accompagnato
Sifare
Non più, regina, oh Dio! non più. Se vuoi Sifare ubbidiente, a questo segno tenera
tanto ah non mostrarti a lui. Delle sventure altrui, del tuo cordoglio
l'empia cagione io fui svelandoti il mio cor, portando al soglio del caro
genitore l'insana smania d'un ingiusto amore. Ah perché
sul mio labbro, o sommi Dei, con fulmine improvviso
annientar non sapeste i detti miei! Innocente morrei...
Aspasia
Sifare, e dove impeto sconsigliato ti trasporta? Che di più vuoi da me? Ritorna, oh Dio! alla
ragion, se pur non mi vuoi morta.
Sifare
Ah no; perdon, errai. Ti lascio in seno all'inocenza tua. Da te m'involo, perché tu vuoi così, perché
lo chiede la fede, il dover mio, la pace del tuo cor... Aspasia,
addio.
No. 13 Aria
Lungi da te mio bene
se vuoi, ch'io porti il piede,
non rammentar le pene
che provi, o cara, in te.
Parto, mia bella , addio,
che se con te più resto
ogni dovere obblio
mi scordo ancor di me.
[si ritira]
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