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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO SECONDO
    • Scena tredicesima. Farnace
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Scena tredicesima. Farnace

 

Recitativo

Farnace
Ah, giacché son tradito, tutto si sveli omai. Per quel sembiante che fa purtroppo il mio maggior delitto ad oltraggiarti , o padre, sappi, che non fui solo. È a te rivale Sifare ancor, ma più fatal; che dove ripulse io sol trovai, sprezzi e rigore, e di me più gradito ottenne amore.

No.16 Aria

Farnace [a Mitridate]
Son reo; l'error confesso;
e degno del tuo sdegno
non chiedo a te pietà.
Ma reo di me peggiore
il tuo rivale è questo.
[accennando Sifare]
Che meritò l'amore
dalla fatal beltà.
Nel mio dolor funesto
gemere ancor tu dei;
ridere a danni miei
Sifare non potrà.
[parte dondotto via da Arbace e dalle guardie reali]




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