Recitativo
Aspasia
Re crudel, Re spietato, ah lascia almeno ch'io ti scorga una volta sul labbro il ver. Non ingannarmi
e parla: di Sifare che fu? Vittima forse del geloso tupo sdegno ei già spirò?
Mitridate
No, vive ancora, e poui assicurar, se'l brami, i giorni suoi.
Mitridate
Non abusando della mia sofferenza, alle mie brame mostrandoti cortese e nel tuo
core quel ben, che mi si deve, a me rendendo. A tal patto io sospendo il
corso all'ire mie. Del tutto,
Aspasia, col don della tua destra deh vieni a disarmarle.
Aspasia
Invan tu speri, ch'io mi
cangi, o Signor. Prieghi non curo e minacce non temo. Appien comprendo qual sarà
il mio destin; ma nol
paventa chi d'affrettarlo ardì.
Mitridate
Pensaci: ancora un momento a pentirti t'offre la mia pietà.
Aspasia
Di questa, o Sire, che inutile è per me, provi gli effetti l'innocente tuo
figlio. Il tuo furore di me quanto gli aggrada omai risolva; ma perdendo chi è
rea Sifare assolva.
Mitridate
Sifare? Ah scellerata! E vuoi ch'io
creda fido a me chi ti piacque e chi tuttora occupa il tuo pensier?
No, lo condanna la tua stessa pietà. Di mia vendetta teco
vittima ei sia.
|