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Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Mitridate, rè di Ponto

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  • ATTO TERZO
    • Scena quinta. Sifare, Aspasia
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Scena quinta. Sifare, Aspasia

 

Recitativo

Sifare
Che fai, Regina?

Aspasia
Ah, sei pur salvo?

Sifare [gli loglie di mano la tazza e la getta per terra]

Aspasia
Non vedi, incauto, che più lungo il penar forse mi rendi, e nuovamente il genitore offendi?

Sifare
Serbisi Aspasia in vita, e poi del resto abbian cura gli Dei. Per tua custodia, finché dura la pugna, vengano quegli armati.

Aspasia
E mi lasci così?

Sifare
Dover più sacro da te lontano, o cara, il tuo Sifare or chiama. A Mitridate accanto la roterò la spada, ei benché ingiusto, ahi pur m'è padre! E se nol salvo ancora, tutto ho perduto, ed ho la vita a sdegno.

Aspasia
Oh di padre miglior figlio ben degno.

[parte seguita da soldati sudetti]




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