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Giambattista Varesco
L'oca del Cairo
IntraText CT - Lettura del testo
SCENA SESTA Chichibio e detti (fingono non vederlo, Chichibio s'avanza pian piano ascoltando).
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SCENA
SESTA
Chichibio
e
detti
(
fingono
non
vederlo
,
Chichibio
s'
avanza
pian
piano
ascoltando
).
CALANDRINO
:
Così stavano
stretti
Come
Dafne
, ed
Apollo
I
semplicetti
amanti
, e l'una, e l'altro
A
vedermi
rimase
a
chiuso
labbro
Tinto
il
volto
di
rose
, e di
cinabro
.
AURETTA
:
Se
fosse
qui
nascoso
,
Quell'
Argo
mio
geloso
,
Oh
poverina
me!
Direbbe
: oh
maledetta
,
Pettegola
,
fraschetta
!
La
fedeltà
dov'è?
Pur sono
innocente
.
Se
fosse
presente
,
Direbbe
fra sé:
Oh qui non
c'
è
pericolo
;
Un
caso
sì
ridicolo
Goder
si
deve
affé
.
CHICHIBIO
(
accostandosi
):
Un
caso
sì
ridicolo
Goder
si
deve
affé
!
CHICHIBIO
:
Buon pro',
Signori
.
AURETTA
:
Ridi
, ah
ridi
,
Chichibio
.
CALANDRINO
:
Ecco la
scena
,
Che
vidi
poco fa tra
Lisa
, e
Tirsi
.
CHICHIBIO
:
Bella
sarà, ma
ridere
non posso.
CALANDRINO
:
Dorme
Don
Pippo
?
CHICHIBIO
:
Ah, che ha il
Demonio
addosso
.
AURETTA
:
Dimmi
, che mai è
stato
?
CALANDRINO
:
A lui
andaste
?
CHICHIBIO
:
Ah non ci
fossi
andato
.
AURETTA
:
Entrasti
?
CHICHIBIO
:
Entrai
Pian
Pian
allorché
intesi
Lamentevole
voce
Di
dolente
usignuol
.
CALANDRINO
:
E che
diceva
?
CHICHIBIO
:
Vieni
Imeneo
!
AURETTA
:
E tu?
CHICHIBIO
:
Eccomi,
dissi
.
CALANDRINO
:
Ed egli?
CHICHIBIO
:
A me
pazzo
,
ignorante
? ad un
par
mio?...
Né molto vi
mancò
, che tutto tutto
Non mi
versasse
in
capo
Il
vaso
di
Pandora
: onde
so
dirvi
,
Ch'egli è
purtroppo
desto
.
S'
ode
il
campanello
di
Don
Pippo
.
AURETTA
:
Il
segno
è questo,
Che vuol
vestirsi
.
CALANDRINO
:
Io me ne
vado
. A lui
Verrò
frappoco
,
addio
.
(In
traccia
voglio
andar
dell'
Idol
mio.)
(
Parte
)
CHICHIBIO
:
(con
ironia
)
Vanne
,
Auretta
fedele
,
E tu
co
'
vezzi
tuoi
Lo
calma
.
AURETTA
:
E tu non vieni?
CHICHIBIO
:
Io verrò poi.
(
Auretta
parte
).
Quanto
meglio
staresti,
Auretta
mia
Chiusa
con
Celidora
, e con
Lavina
In quella
torre
. Il
mondo
al
fin
direbbe
,
Come si dice
ognora
:
Don
Pippo
a
Celidora
Non vuol
sposo
Biondello
,
Ma il
Conte
Lionetto
.
Essere
sposo
Vuol
Don
Pippo
a
Lavina
, e n'è
geloso
.
Or ci
saria
la
coda
;
Direbbesi
, ch'è
moda
L'
intendersi
fra loro
I
servi
, ed i
padroni
; onde d'
accordo
Tengono
là
in
prigion
le lor
ragazze
.
E il
servo
, ed il
padron
son
teste
pazze
.
Spira
oggi
l'
anno
appunto
, che
Biondello
Al
Marchese
giurò
d'
entrar
con
arte
,
O con
denaro
in quella
torre
, e poi
Celidora
sposar
.
Don
Pippo
astuto
Rise
, e
disse
di sì.
Biondello
è ancor qui.
Stiamo a
vedere
S'
oggi
riesce
al
fin
.
Biondello
mio,
Lasciala
, te '
l
dich
'io,
lasciala
in
rocca
:
Meglio
forse sarà se non ti
tocca
.
Ogni
momento
Dicon
le
donne
Siamo
colonne
Di
fedeltà
.
Ma
picciol
vento
D'un
cincinnato
Inzibettato
Cader
le fa.
Non
dico
delle
brutte
;
Son
sode
quasi tutte,
Se
vento
non ci
va
.
Delle
belle
Vanarelle
Io non
parlo
;
Già si
sa
,
Già si
vede
Che la
fede
Nelle
belle
È
rarità
.
(
Parte
.)
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