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Giacomo Gregorio Terribilini La nascita del Redentore IntraText CT - Lettura del testo |
Salomino, Osea e Labano e Coro di Pastori
godete: alfin siam giunti. Ecco (oh stupore!)
la delizia del Cielo, il nostro bene.
lo trasse amor sotto mortale ammanto;
frenate il pianto e gli negate amore.
Deh, mirate: a noi non venne
fra le nubi, i tuoni, i folgori,
ma veder si fa tra noi
Or, che all'antro m'appresso,
il piè non osa. Ah, che a ragion pavento!
Perdono, o mio Signor. T'offesi anch'io.
Coraggio, amici. Il Fanciullin pietoso
ma i falli oblia, ma il peccator abbraccia.
Tu, Salomino, cui benigno il Cielo
noi timorosi innanzi a Dio tu guida.
Vada lungi il timor. Con piè sicuro
appressatevi all'antro
ed accogliete intorno al core insieme
sensi di fè, di carità, di speme.
Quella, che or or dal fieno
È quella.
è quell'Uomo gentil, che forse ha viste
cinquanta volte biondeggiar l'ariste.
di noi pastori. Colla man sinistra
ne invita ad adorar il Sol divino.
terge l'umide luci al Pargoletto.
per farvi amare,
versar volete,
No, non piangete,
ch'io v'amerò.
sì, sì, frenate.
in me fissate:
fedel sarò.
son di nuovo al tuo piè. Prosteso a terra
questi mira de’ boschi abitatori,
gli affetti accogli, ed i selvaggi onori.
per richiamarmi a te, come pastore
la sua richiama fuggitiva agnella.
Deh, Signor mio, per quella
pietà che ti vestì d'umana salma,
toglimi: ognor saranno
a me d'orrore oggetto, e in un d'affanno.
questo cor che mi chiedi. A te lo dono:
non me lo render più. Con labbro amante
indi con pochi fiori,
che dal prato recai, lascia ch'io formi
ornamento alla cuna ove tu dormi.
Deh per questa, ch'io bacio,
tenerella tua man, per questo pianto
figlio del mio dolor, pietà ti prenda
di me vil servo, o Dio; non rammentarti
delle ignoranze mie,
né de' miei primi giovanili errori.
Rammentati, che adesso inverso i rei
delle misericordie il Dio tu sei.
le iniquità dal cor. Fa che in lui piova
sicché innocente alfin sia di te degno,
e offrirlo io possa a te d'amore in segno.
tutto mi spoglio anch'io
che fra le donne sei
benedetta e beata, i nostri voti
porgi al gran Figlio or che, al tuo seno accolto,
fisso ti guarda, t'accarezza e ride,
e di pace i pensier con Te divide.
dono a te, pura Madre. Han queste il vanto
d'altri mostrar nelle lor piume espresso
il bel candore in tua bell'alma impresso.
d'Israel la salute, anzi del mondo.
Entrate amici. Offra ciascuno i doni,
che recò dalle selve, e il cor ne sia
oggi il dono primier. Tu, Salomino,
innalza con la voce inni sonanti.
Che vuoi, che vuoi ch'io canti?
si fa presente l'avvenir funesto,
io veggo questo fanciullin beato
segno all'ingrato perfido Israele.
Popol crudele! Nol conosci, e passi
superbo, e il lassi in un presepe umile,
lo prendi a vile, lo persegui adulto,
e fra il tumulto colle pietre in mano
brami inumano al tuo Signor la morte!
Ahimè! Ritorte, spine, chiodi e croce,
sentenza atroce e ria, bevanda amara
Sion prepara al suo Fattor, che tanto
versa di pianto per pietà di Lei!
Già tra due rei veggo il Divino Agnello
dal suo rubello popolo trafitto.
Leggo lo scritto al sommo di quel legno,
e l'Uom sì degno, tinto di pallore,
chinando il volto ... Ah mi si spezza il core.
Per l'orror di un tanto scempio
fugge il sole e langue il giorno,
trema il suolo e mugge il mar.
Pien d'orror fra l'empie squadre,
sovra quell'innocente
di sua bontà. Con questi affanni Ei vuole
per noi l'ira placar. Già diè principio
a soddisfar per noi. Bambino ancora
ognor i suoi tormenti, e pena ognora.
gli stanno in mente ingrata mirra e fiele.
d'un traditor, se il bacia la gran Madre.
mira effigiata la sua morte atroce.
quanto sei grande!
si dileguan da me. Già la memoria
dell'augusto Natal mi fa il sereno
alla mente tornar, la gioia al seno.
prendiam congedo, o amici; indi contenti
andianne in pace a custodir gli armenti.
ma se va lungi il piè, resta il mio core.
Addio mia speme. Dalle ingorde fiere,
salva le pecorelle. I parti loro
più pingui ogn'anno a te recar vogl'io
Maria, Giuseppe, al Santo Pargoletto,
che noi lieto mirò, grazie rendete.
Voi scorte ne sarete
nel vïaggio mortal infino al Cielo,
il sembiante vedrem del nostro Dio.
Il Nume di Sion lodate, o Genti;
loda Israele il Dio de' Padri tuoi,
poiché rivolse al mondo i rai clementi
e la sua verità nacque fra noi.