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Pontificio Consiglio della Cultura
Pastorale della cultura

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  • II SFIDE E PUNTI DI APPOGGIO
    • Una nuova epoca della storia umana (Gaudium et Spes, n. 54)
      • Mezzi di comunicazione sociale e tecnologia dell'informazione
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Mezzi di comunicazione sociale e tecnologia dell'informazione

9. « Il primo areopago del tempo moderno è il mondo della comunicazione, che sta unificando l'umanità rendendola - come si suol dire - "un villaggio globale". I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali... L'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso... Occorre integrare il messaggio stesso in questa "nuova cultura" creata dalla comunicazione moderna. E un problema complesso, poiché questa cultura nasce, prima ancora che dai contenuti, dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici » (Redemptoris Missio, n. 37). L'avvento di questa vera rivoluzione culturale, con il mutamento del linguaggio determinato soprattutto dalla televisione e dai modelli da essa proposti, presuppone « il rimaneggiamento completo di ciò attraverso cui l'umanità apprende il mondo che la circonda, e ne verifica ed esprime la percezione... Si può, infatti, ricorrere ai media, tanto per proclamare il Vangelo, quanto per allontanarlo dal cuore dell'uomo ».(12) I media, che danno accesso all'informazione « in diretta », sopprimono la distanza di spazio e di tempo, ma soprattutto trasformano la maniere di percepire le cose: la realtà cede il passo a ciò che di essa viene mostrato. Perciò, la ripetizione continua di informazioni scelte diventa un fattore determinante per creare un'opinione considerata pubblica.

L'influenza dei media, che non si curano delle frontiere, in particolare nel campo della pubblicità,(13) chiama i cristiani ad una nuova creatività per raggiungere quelle centinaia di milioni di persone che dedicano quotidianamente buona parte del loro tempo alla televisione e alla radio, mezzi di informazione e di promozione culturale, ma anche di evangelizzazione per coloro che non hanno occasione di venire a contatto col Vangelo e con la Chiesa nelle società secolarizzate. La pastorale della cultura deve dare una risposta positiva alla domanda di capitale importanza fatta da Giovanni Paolo II: « C'è ancora un posto per Cristo nei mass media tradizionali ».(14)

L'innovazione più sorprendente nel campo della tecnologia della comunicazione è probabilmente la rete Internet. Come ogni tecnica nuova, neanche quest'ultima manca di suscitare timori, purtroppo giustificati da un uso dannoso, e richiede una costante vigilanza e un'informazione seria. Non si tratta soltanto della moralità del suo uso, ma anche delle conseguenze radicalmente nuove che esso determina: perdita del « peso specifico » delle informazioni, appiattimento dei messaggi ridotti a pura informazione, assenza di reazioni inerenti ai messaggi della rete da parte di persone responsabili, effetto dissuasivo quanto ai rapporti interpersonali. Ma, senza dubbio, le immense potenzialità di Internet possono fornire un aiuto notevole alla diffusione della Buona Novella, come dimostrano alcune iniziative ecclesiali promettenti, che richiedono uno sviluppo creativo responsabile su questa « nuova frontiera della missione della Chiesa » (cfr. Christifideles Laici, n. 44).

La posta in gioco è di grande importanza. Come non essere presenti e non utilizzare le reti informatiche, i cui schermi riempiono ormai le case, per iscrivervi i valori del messaggio evangelico?




12) Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale « Aetatis Novae », 22 febbraio 1992. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1992, n. 4.



13) Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nella pubblicità, 22 febbraio 1997. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1997, 37 p.



14) Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 1997. L'Osservatore Romano, 25 gennaio 1997, p. 4.






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