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Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

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XLIV

 

Torcete pur il viso, e gli occhi ancora

volgete altrove acciò non miri mai

ver me girarsi que' soavi rai,

che di doglia lagrimando i' mora.

Fuggite com'il vento irata ognora,

e piú crudel ch'un'aspra tigre assai,

prendete a gioia i miei tormenti e guai,

e sia di vostra grazia in tutto fòra.

Se 'n mezzo 'l cor l'immagin vostra porto,

che giorno e notte sempre adoro e veggio,

perché dinanzi a me, Donna, fuggire?

Ma se morir in tanta pena deggio,

almen ritrovi in voi questo conforto,

che mi veggiate innanzi a voi morire.

 




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