Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Matteo Bandello Fragmenti de le rime IntraText CT - Lettura del testo |
Veggio le membra del Fattor del cielo,
chiavate, ahi lasso! sovra 'l duro legno,
sparger di sangue un abondante fiume,
per la pietá di cui suoi raggi il sole
piagnendo al mondo ascose, e ancor la terra
tutta si scosse per sí cruda morte.
Giammai piú indegna né piú ingiusta morte
da che si volge in tanti giri il cielo,
non vide sovra sé l'afflitta terra.
Qual fu ch'udisse mai che d'alto legno
pendesse quel da cui dipende il sole,
e sangue ed acqua derivar d'un fiume?
Queste son l'acque del felice fiume,
che purgan l'altra macchia che fe' morte.
Quest'è quel sangue, che l'eterno sole
sí dolce stilla per condurci al cielo.
Queste le piaghe son, che 'l santo legno
fan trionfante ne l'inferno e 'n terra.
Qual sará dunque sí crudel qui in terra,
al cui piagner non cresca ogni gran fiume,
poiché 'l figliuol di Dio va sovra il legno
con mille strazii al fin condotto a morte?
Ché, s'ei morí, fu pur acciò che 'n cielo
di vita a noi risplenda il vivo sole.
Puote celar la chiara luce il sole
e con orrendo tuon tremar la terra,
ed offoscarsi d'atra nebbia il cielo,
allor ch'aperse l'empio ferro il fiume;
e nostre menti cosí fiera morte
non piegherá dinanzi al ricco legno?
Almo, vittorïoso e altiero legno,
fatto bilancia a l'increato sole
quand'ei morí per far morir la morte,
dammi che 'l peso de la viva terra,
che vaneggiar mi face in riva a un fiume,
la via non mi contenda d'ire al cielo.
Per te s'acquista il ciel, o sacro legno,
che 'l sol reggesti in mezzo de la terra
quando il bel fiume vinse nostra morte.