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Matteo Bandello Fragmenti de le rime IntraText CT - Lettura del testo |
Occhi leggiadri, amorosetti e vaghi,
ov'ardo e qual fenice mi rinovo,
quanto mi giova che per voi s'appaghi
l'alma a seguir il lume altiero e novo,
tante e sí dolci che d'ambrosia il cibo,
quello che 'n voi delibo
avanza, e quanta mai dolcezza avesse
chiunque Amor per piú beato elesse!
Ma perché l'alma in l'incredibil gioia
tutta s'immerge, ed altro
non cerca, né gustar vuol piú diletto,
resta la lingua muta, e sí m'annoia,
né 'l piacer posso dir quant'è perfetto;
ch'un vostro solo effetto,
se si potesse con parole dire,
Ed io mostrato a dito ne sarei,
detto beato e cinque volte e sei.
E pur mi sforzo di vostr'alti effetti
quel poco dirne di ch'io son capace.
Ai vostri raggi al mondo sol perfetti
stanno, cosí gli abbaglia vostra face.
E dov'a quelli piace
volger l'onesto e fiammeggiante giro
ride la terra, il mar s'acqueta, e l'aria
le nubi sgombra, ed in seren le varia;
ch'esce un splendor da vostre sante luci,
che potrebbe allumar l'oscuro inferno.
E dove sète voi le scorte e duci,
simile a quel che rende l'uomo eterno,
tal che, per quant'i' scerno,
lume piú bel il ciel non mira o copre.
per far natura cosa mai sí vaga,
ove del mondo tutto 'l bel s'appaga.
Voi sète que' begli occhi che donate
chi divoto il vostro lume segue.
Sí gaiamente ognora vi girate,
eterna pace senza guerre o tregue.
E tanto si consegue
lieti e gioiosi in vista a contemplarvi,
vorria dinanzi ogni uom, e quest'i' bramo,
n'altra a voi grazia, che mirarvi, chiamo.
I' non vorrei giá mai vedermi privo
de la vostra presenza
u' la mia vita sol si fa felice.
Mor'io, begli occhi, moro, né son vivo
allor che resto senza
vostr'alma vista, ond'ogni ben s'elice.
che tutto quel che spira in questo clima
tant'ha di bello, e tanto par che vaglia,
quant'a voi par che di mirarlo caglia.
Però s'io cerco in ogni luogo e tempo
e tutto 'l resto poi non curo o prezzo,
e se mi doglio che non piú per tempo
questa voglia tutt'altre senza mezzo,
di miei sospiri angoscïosi e amari
raggi ver me volgete, e quelle ciglia
ch'al mondo son l'ottava meraviglia.
ch'ignuda se' e parli in basso stile
sola star non vorrai nel sacro fondo
di quest'acque tranquille, ov'io t'ascondo.